15 marzo 44 a.C.

«Il giorno prima, Marco Lepido lo aveva invitato a pranzo: egli, come era solito fare, firmava delle lettere stando disteso a mensa, e, caduto il discorso su quale fosse la morte migliore, anticipò l’intervento di tutti esclamando: «L’inattesa». […] Quando ognuno dei congiurati ebbe sguainato il pugnale, Cesare, circondato, ovunque volgesse lo sguardo incontrando solo colpi e il ferro sollevato contro il suo volto e i suoi occhi, inseguito come una bestia, venne a trovarsi irretito nelle mani di tutti; era infatti necessario che tutti avessero parte alla strage e gustassero del suo sangue. Perciò anche Bruto gli inferse un colpo all’inguine. Dicono alcuni che, mentre si difendeva contro gli altri e urlando si spostava qua e là, quando vide che Bruto aveva estratto il pugnale si tirò la toga sul capo e si lasciò andare, o per caso, o perché spinto dagli uccisori, presso la base su cui stava la statua di Pompeo. Molto sangue bagnò quella statua, tanto che sembrava che Pompeo presiedesse alla vendetta del suo nemico, che giaceva ai suoi piedi e agonizzava per il gran numero delle ferite. Si dice ne abbia ricevute ventitre, e molti si ferirono tra loro mentre indirizzavano tanti colpi verso un solo corpo.» (Plutarco, Vita di Cesare, selezione di passi dai capitoli 63 e 66).

Vincenzo Camuccini, La morte di Giulio Cesare (1804)

Un personaggio controverso, erroneamente ritenuto da molti imperatore romano, in realtà figura cruciale nel passaggio dalla Repubblica all’Impero. Comunque la si pensi, che lo si ammiri o lo si disapprovi, Caio Giulio Cesare è stato un personaggio di primo piano: grande condottiero, buon narratore, stimato oratore, fondatore ideale della dinastia imperiale (Gaio Ottavio, poi Augusto, divenne suo figlio adottivo, assumendo il nome di Gaio Giulio Cesare Ottaviano) e del nome stesso di cui si sono fregiati i successivi imperatori. Il suo cognomen (corrispondente per noi ad un soprannome) indicava infatti un nato da parto cesareo (dal verbo caedo, ‘tagliare’), ma è diventato appellativo dei successivi regnanti, conservandosi fino ai titoli di Kaiser e Zar.
E pensare che, giovanissimo, leggendo delle gesta di Alessandro il Macedone, piangeva e si lamentava così: «Non vi pare che valga la pena di addolorarsi se Alessandro alla mia età già regnava su tante persone, mentre io non ho ancora fatto nulla di notevole?» (Plutarco, Vita di Cesare 11,6.)
C.M.

Commenti

  1. Ciao Cristina! Ti informo che ho voluto dare un premio al tuo blog perché credo sia davvero utile ed interessante (e si vede che ci metti passione!) A presto, Ale
    Eco il link del premio: http://langolinodiale.wordpress.com/2013/03/17/liebster-blog-award/

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    1. ops...ho fatto anche un errore di battitura! Sorry!

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    2. Grazie mille, Alessandra! Questo è il primo, verso successo del mio blog e, essendo anche tu una blogger premiata, sai quanto è importante! Essendo la prima volta che mi imbatto in questo curiosissimo e interessantissimo premio, mi riservo un po'di tempo per rispondere alle domane e per valutare alcuni blog che ho individuato (anche se non so se rientrino tutti sotto i 200 followers: sarà l'occasione per cercarne altri!). Seguirò scrupolosamente le regole e... è possibile ricambiare il voto? :)
      Ti ringrazio ancora di cuore. Un caro saluto! Cristina

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  2. Cara Cristina, l'argomento è certamente interessante, ma cadi nell'errore comune di ritenere che il cognomen Cesare derivi dal fatto di essere nato a seguito di un parto cesareo. Allora a Roma il parto cesareo conportava la morte della madre, ma, avendo Cesare altri fratelli più piccoli di lui, la tesi è invalidata (fonte: un articolo de "la Repubblica" di qualche tempo fa).
    Comunque complimenti anche da parte mia per il tuo blog!

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    1. A quanto pare si tratta di un errore riportato da numerosi testi, ma ti ringrazio della precisazione, molto ben accetta, così come i complimenti per il blog!

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    2. Ecco qui la fonte... i Romani erano anche grandi creatori di paretimologie ("nux quod nucet"):
      http://ricerca.repubblica.it/repubblica/archivio/repubblica/2012/01/13/quando-nasce-il-mito-del-parto-cesareo.html

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    3. Non mettevo in dubbio l'informazione, ci mancherebbe! Se poi mi segnali un articolo di Bettini, non si può che levare il calice, perché è autore di alcune fra le più suggestive letture del mondo antico che abbia mai letto!
      Il riferimento alla grandezza dei personaggi nati in questo modo mi sembra una spiegazione interessante e trovo che, se da un lato l'articolo smentisce che Cesare possa essere nato in questo modo, ci siano d'altro canto buoni elementi per spiegare l'aura mitica all'origine del suo appellativo: "L'etimologia del suo cognomen e la forza del paradigma mitico congiurarono per fare di lui l'eponimo del 'parto cesareo'". Non una spiegazione scientifica e comprovabile, insomma, ma legata ad un immaginario quasi oracolare che ancora oggi non smette di affascinare.
      Un sincero grazie per la possibilità di approfondimento!

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