Il grande Gatsby - Francis Scott Fitzgerald

Ho incontrato per la prima volta Il grande Gatsby di Francis Scott Fitzgerald al liceo, attraverso un'edizione-eserciziario con cd audio che faceva parte della razione di studio estivo di inglese. L'ho letto una seconda volta, in italiano, nel 2013, per prepararmi all'uscita dell'adattamento cinematografico di Baz Luhrmann con Leonardo di Caprio, approfittando della scandalosa uscita di un'edizione Newton Compton a 99 centesimi, e l'esperienza è stata ancora più piacevole. Poi, in un mercatino del libro usato, mi sono imbattuta in un'edizione Mondadori degli anni '70, ritrovando il racconto nella traduzione di Fernanda Pivano, così ho scelto di ritornare su questa esperienza non solo per percorrere una terza volta una storia affascinate, ma anche per ascoltare la voce di Fitzgerald attraverso un personaggio così importante della nostra storia editoriale. Dopo questa ulteriore lettura, non solo ho apprezzato maggiormente le sfumature del racconto e dei personaggi, ma mi sono gustata maggiormente anche la bellezza e la profondità della prosa.

Coles Phillips, L'automobile (1912 ca.)
Nelle notti estive giungeva la musica dalla casa del mio vicino. Nei suoi giardini azzurri uomini e donne andavano e venivano come falene fra bisbigli e champagne e stelle. Durante l'alta marea del pomeriggio, guardavo i suoi ospiti tuffarsi dal trampolino o prendere il sole sulla sabbia calda della spiaggia privata, mentre i suoi due motoscafi fendevano le acque dello stretto, rimorchiando acquaplani tra cascate di spuma.
Il romanzo, scritto nel 1925, non si distingue tanto per il suo intreccio, quanto per il profondo e struggente significato che assume la vicenda se messa in relazione con il clima dei ruggenti anni '20, con lo sfavillio labile ed effimero di una generazione desiderosa di impadronirsi del mondo e di consumare fino in fondo i propri sogni e con le contraddizioni che queste stesse aspirazioni generano.
La gran parte del libricino e delle parole dell'io-narrante, Nick Carraway, è dedicata alla descrizione della vita nel West Egg, poco lontano da New York, e, soprattutto, dell'abitazione, delle feste e del lusso che fanno da sfondo e, insieme, da specchio alla vita dell'eccentrico Jay Gatsby, un uomo circondato di persone vivaci, ma che nessuno conosce davvero: le uniche notizie che circolano sul suo conto riguardano gli studi ad Oxford, il servizio come ufficiale durante la Grande Guerra, un presunto omicidio e affari poco limpidi con un gangster newyorkese. Tuttavia Gatsby, nonostante la sua enorme ricchezza, non ha che un unico, vero tesoro: il ricordo del grande amore per Daisy, ormai sposata ad un individuo gretto, con idee razziste e incline a continue scappatelle. Il brillante e solitario protagonista può trovare un vero interlocutore e un amico sincero solo in Nick Carraway, il solo che avrà il privilegio di conoscere la sua vera storia, al di là del mito e del lusso sfrenato, un uomo comune come in passato è stato anche lui, un pesce fuor d'acqua in una società cinica, disinteressata, accesa e sbattuta dall'alcol di contrabbando e in cui le persone acquistano valore il tempo in cui durano una festa, un pettegolezzo o una partita di golf.
Solo negli ultimi tre capitoli, quando ormai è tempo che le malinconiche riflessioni di Gatsby sul passato si concretizzino, nel racconto irrompe l'azione vera e propria, con un avvenimento drammatico che, in un certo senso, riporta gli eventi al loro ordine naturale: il sogno di Gatsby si rivela un'illusione, e la realtà interviene a manifestarne i folli risvolti.
Il grande Gatsby è indubbiamente un romanzo insolito, che, forse, sarebbe più corretto definire racconto lungo, perché è costituito da riflessioni e piccoli quadri di quotidianità (certo, la quotidianità di un miliardario) che servono unicamente a introdurre - e non a produrre - lo scioglimento, ribadendo l'affermazione cardine del romanzo: «Non puoi rivivere il passato».
La figura di Jay Gatsby si definisce poco alla volta, va assumendo spessore e si sottrae all'iniziale superficialità che si potrebbe attribuire ad un riccone che riempie la propria casa di sconosciuti festanti lieti di trovarvi svago ed eccessi senza giudizi e acquisisce la profondità di un individuo solo, all'inseguimento di un grande amore, per il quale i soldi e la notorietà sono solo lo strumento per riscattare quanto è stato perduto, il modo che finalmente gli permette di avvicinare Daisy, la possibilità di accedere ad una felicità tanto attesa e al tempo stesso tanto fragile. Il grande Gatsby è un percorso alla scoperta di un ritratto che si nasconde sotto un velo di polvere, le parole di Nick Carraway sono il soffio che lo solleva e rivela quanto Gatsby, al di là dei suoi errori e dei comportamenti che possono essere riprovevoli, sia l'unico vero uomo autentico, motivato ad afferrare e a trattenere qualcosa di veramente importante e non un futile insieme di lustrini, luci e macchine di lusso, anche se questi orpelli, nella società materialista in cui vive, sono l'unica speranza di avvicinarsi al sogno.
«Se non ci fosse la nebbia si vedrebbe la tua casa di là della baia» disse Gatsby. «C’è sempre una luce verde accesa tutta la notte all’estremità del tuo pontile.»
Daisy infilò bruscamente il braccio sotto quello di lui, ma Gatsby parve assorto in quello che aveva detto. Forse gli era venuto in mente che il significato colossale di quella luce era ormai finito per sempre. In confronto alla grande distanza che lo aveva separato da Daisy, la luce era sembrata molto vicina a lei, come se la toccasse. Era sembrata vicina come una stella alla luna. Ora era di nuovo la luce verde di un pontile. Il numero degli oggetto fatati era diminuito di uno.
C.M.
[Post pubblicato per la prima volta il 04/05/2013 e aggiornato il 10/04/2020]

Commenti

  1. Per me uno dei libri più belli in assoluto

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    1. Credo che il suo fascino sia nell'essenzialità, nel saper in poche pagine e con pochi cenni definire un mondo di personaggi e sentimenti.

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  2. grazie! recensione molto bella!

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    1. Grazie a te! Spero ti sia stata utile per farti un'idea, indipendentemente dalla scelta di leggerlo o meno! ;)

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  3. In sinceritá mi aspettavo qualcosa di piú dalla recensione de Il grande Gatsby..ma i gusti son gusti :). Io l'ho trovato assolutamente meraviglioso e la trama, nella sua semplicitá, è estremamente romantica. Credo racchiuda l'essenza del sogno americano e la disillusione, l'infrangersi dello stesso. Mitica Newton and Compton per aver dato possibilitá a tutti di leggere questo romanzo cardine della letteratura americana. Fitzgerald non è un autore semplice da amare, ha uno stile particolare ma è totalmente un genio del suo tempo. Gli anni '30 con la loro irrequietezza, la voglia di vivere...come li descrive lui, nessuno mai :)

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    1. Hai ragione, Cammy, pur essendo brevissimo, condensa i grandi temi e le grandi atmosfere del tempo in cui è stato scritto.

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  4. La tua recensione mi ha incuriosita... prima o poi dovrò proprio leggere qualcosa di Fitzgerald!

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    1. Questo è un libro imperdibile, ma penso che leggerò anche qualcos'altro prima o poi, perché l'ambientazione mi attrae parecchio!

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    2. Leggi Tenera è la notte allora :) non siamo ai livelli de Il grande Gatsby ma è comunque un libro carino :)

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  5. Ho visto solo il film con Robert Redford. Ma sia la tua recensione che le parole di Ferruccio Gianola mi fanno venire voglia di comprare il libro ...

    «Non puoi rivivere il passato» ... chissà ... forse il romanziere sì ...

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    1. Un buon acquisto, vedrai! Sono curiosa di vedere il remake, anch'io ricordo quello con Robert Redford.

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  6. Arrivo al tuo blog da twitter e i miei complimenti! :)
    Ho letto "IL grande Gatsby" qualche anno fa, ma devo ammettere che mi aspettavo qualcosa di completamente diverso, qualcosa di più coinvolgente, qualcosa di più strabiliante e strepitoso. Qualcosa di più di quello che ho trovato nel libro. Non è un romanzo brutto, ma non è quello che credevo di avere tra le mani.

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    1. Ciao, Francesca, e benvenuta! Grazie dei complimenti, che ricambio (seguo Lost in good books da qualche tempo)!
      Hai ragione, Il grande Gatsby, in effetti, è un libro che può deludere un certo tipo di aspettative, è molto descrittivo, e tende più a definire l'atmosfera di un periodo e di un sistema sociale, che a raccontare: i fatti veri e propri si consumano negli ultimi tre capitoli, in modo anche piuttosto frettoloso. Eppure è un racconto dotato di un suo fascino...

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