Gli amori difficili - Italo Calvino

Fra un libro e l'altro, nel mio spaziare negli universi di nuovi autori ed editori, c'è sempre e comunque spazio per ritornare agli amati classici e per ricercare le voci amate, come quella di Italo Calvino. Ormai è chiaro: se non recuperassi costantemente un racconto, un pezzettino di saggio o un romanzo di questo autore, mi mancherebbe qualcosa.
L'ultima lettura, dunque, è stata Gli amori difficili, una raccolta di racconti scritti tra la fine degli anni '40 e il 1969. La scelta, facilitata dal fatto che questo libro mi è stato regalato, è tuttavia legata al bisogno di dare una cornice a qualche brano antologico incontrato negli anni, in particolare all'arcinota Avventura di due sposi, uno degli esempi, appunto, di amori difficili.
 
René Magritte, Gli amanti (1928)
 
Il libro è diviso in due parti molto diverse fra loro, ma unite dal riferimento alla difficoltà. La prima, propriamente intitolata Gli amori difficili, raggruppa tredici brevi avventure che hanno come protagonisti personaggi vari, da un soldato ad una bagnante, da un fotografo ad un poeta, passando per un lettore e un automobilista, e caratterizzate dalla definizione di relazioni complicate, all'insegna dell'incomunicabilità, degli incontri perduti e dei rimpianti. La seconda, La vita difficile, è articolata in due racconti più lunghi (La formica argentina e La nuvola di smog) in cui vengono descritte due situazioni apparentemente distinte ma entrambe all'insegna del disagio e del bisogno di cambiare situazioni invivibili, come l'assalto degli insetti alla propria casa o il soffocamento delle città da parte dei fumi delle ciminiere.
Con la consueta fluidità narrativa e la collaudata ironia, Italo Calvino offre, con Gli amori difficili, un ricco campionario delle condizioni difficoltose in cui sbocciano e si consumano i rapporti sentimentali e, in generale, del contrasto fra una forma di vita ideale (quella letteraria, per esempio, o quella di un matrimonio perfetto) e la dura realtà. Ecco, dunque, che nella sua pagina si alternano i goffi tentativi di seduzione di un soldato ad una signora più matura, i lunghi viaggi in treno di un innamorato che vuole raggiungere la fidanzata, l'amarezza di un uomo miope che scopre di diventare irriconoscibile per gli altri nel momento in cui, per riconoscere i suoi amici di una vita, decide di mettere gli occhiali, una bagnante che perde il costume durante una nuotata e rischia di morire congelata in acqua per non dover affrontare la vergogna sociale e un accanito lettore che non riesce ad abbandonare il romanzo che sta leggendo nemmeno nell'impeto di una passione vacanziera. E poi ci sono loro, i due giovani sposi separati dai turni incompatibili che portano a casa l'una di notte e l'altro di giorno: sicuramente la storia più toccante di tutte.
A cucire insieme la vivace trama di racconti che ne deriva è il senso di una frattura, dell'impossibilità dell'incontro. Ogni personaggio, infatti, è come racchiuso in una bolla che lo divide dal resto del mondo, impedendogli di poter vivere spontaneamente qualsiasi sentimento o, addirittura, portandolo a vergognarsi di se stesso. I turni di lavoro, l'imbarazzo, un interesse totalizzante ma effimero sottraggono i protagonisti de Gli amori difficili all'immersione nella vita, relegandoli ai ruoli che i titoli delle diverse avventure cuciono loro addosso.
Non meno amara è la prospettiva della seconda sezione, dato che basta leggere poche righe de La nuvola di smog per rendersi conto dell'attualità della tematica affrontata: città infestate da fumi tossici che sporcano tutto quanto c'è di bello (simboleggiato, per il narratore, dai libri, dalla passione per la scrittura, dal bucato pulito) e offuscano il cielo. Il racconto riprende quella sorta di rammarico per una città-portacenere che Luigi Pirandello inserisce ne Il fu Mattia Pascal e la pesante critica al consumismo e alla foga dell'era contemporanea che si incontra in Marcovaldo
L'autore, che dimostra la vastità della propria capacità profetica, ci invita con quest'ennesima opera a riflettere su come, in una società tutta protesa al benessere e alla comunicazione, tali valori siano in realtà ridotti a degli inutili rituali che non fanno che aumentare la distanza fra gli esseri umani e spingerli ancor più lungo la via della spersonalizzazione, della solitudine e dell'infelicità. Lo fa con il suo inimitabile stile, con quella leggerezza e delicatezza che fa sembrare il suo ritratto della realtà una sorta di fiaba postmoderna.

Il gusto della foto spontanea naturale colta dal vivo uccide la spontaneità, allontana il presente. La realtà fotografata assume subito un carattere nostalgico, di gioia fuggita sull’ala del tempo, un carattere commemorativo, anche se è una foto dell’altro ieri. E la vita che vivete per fotografarla è già in partenza commemorazione di se stessa. Credere più vera l’istantanea che il ritratto in posa è un pregiudizio...

C.M.

Commenti

  1. Mamma mia, sei bravissima! Io leggo ma di un libro, non so dire di più se non mi piace o non mi piace. Le tue recensioni sono sempre molto profonde.

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    1. Quando un libro mi coinvolge, la recensione si scrive praticamente da sola, poi, forse, gioca la sua parte anche l'abitudine all'analisi del testo che ho sviluppato negli studi e che applico quotidianamente nel lavoro... non saprei, comunque Calvino è sempre una gran fonte di ispirazione! Grazie di cuore! :)

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  2. Mi ha tenuto compagnia un paio di mesi fa. I racconti non li ho trovati tutti memorabili, ma di perle ce ne sono sempre in Calvino. E poi il suo stile è sempre un piacere.
    Prossimamente recupererò Lezioni americane che chissà perché non ho ancora mai letto.

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    1. Hai ragione, anche se qualche racconto (in questa raccolta o nel complesso dell'opera di Calvino) può non risultare particolarmente incisivo, lo stile è sempre una garanzia... e nelle Lezioni americane si gusta anche la parte teorica di questa magia.

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