Harry Potter e la camera dei segreti - J.K. Rowling

Si può dire che le sovrumane peripezie del maghetto più conosciuto al mondo inizino con il secondo capitolo, Harry Potter e la camera dei segreti. Infatti il primo libro della saga, Harry Potter e la pietra filosofale, è una sorta di tiepida introduzione delle avventure di Harry, Ron ed Hermione, perché la gran parte del testo è costituita da antefatti e presentazioni, oltre che dalla magistrale costruzione del mondo incantato in cui si muovono i personaggi, dalla scuola di Hogwarts alla vivace Diagon Alley, passando, naturalmente, per il binario nove e tre quarti.
Già al tempo della prima lettura avevo avuto un po'questa impressione: aprendo il secondo volume, le vicende di Harry e la sua prima lotta con Voldemort che mi ero lasciata alle spalle erano una parte limitata dei ricordi che avevo tenuto con me, infatti credo che il maggior sprone a proseguire la lettura fosse proprio legato al desiderio di addentrarmi di più nell'universo dei non Babbani. E infatti ogni rivolgimento della trama fu, allora, una sorpresa e la rilettura ha nuovamente ridestato quella meraviglia.
I pericoli che il secondo anno scolastico riserva ad Harry si affacciano ancor prima dell'inizio vero e proprio delle lezioni, quando un elfo domestico di nome Dobby appare magicamente sul letto del ragazzo, intimandogli di non tornare a scuola per non correre rischi mortali; per Harry, tuttavia, Hogwarts è l'unico rifugio felice, il luogo più lontano dalla casa di Privet Drive in cui è costretto a vivere con gli odiosi zii e l'insopportabile cugino Dudley, così Dobby fa in modo che siano gli stessi Dursley ad imprigionarlo in casa, provocando la loro naturale avversione alla magia con un incidente di cui viene incolpato proprio Harry. Fortunatamente Harry ha degli amici preziosi: il suo migliore amico Ron Weasley, preoccupato per le mancate risposte di Harry alle sue lettere, parcheggia l'auto volante di suo padre proprio sotto la finestra del prigioniero con l'aiuto dei gemelli Fred e George e lo mette in salvo a casa propria, la Tana. Con quella stessa auto incantata i Harry e Ron, naturalmente senza il permesso del proprietario, devono poi raggiungere la scuola, perché il passaggio per il binario da cui parte l'espresso per Hogwarts si chiude improvvisamente davanti a loro. Il platano picchiatore su cui si schianta l'auto e che distrugge la bacchetta di Ron non è che il primo di una lunga serie di pericoli per Harry che, in capo a qualche settimana, si accorge di avere in comune con Salazar Serpevedre, fondatore di una delle casate di Hogwarts, la capacità di parlare con i serpenti. Naturalmente quando la leggendaria camera dei segreti viene aperta e una creatura inafferrabile e terribile inizia a compiere attentati ai danni degli studenti e della gatta del custode Gazza, lasciandoli pietrificati, tutti i sospetti ricadono su Harry, sospettato di essere l'erede di Serpeverde. Della risoluzione del mistero della camera dei segreti si fanno carico Harry, Ron ed Hermione, che, armandosi di coraggio, si infilano nel reparto dei libri proibiti della biblioteca, ingeriscono nauseanti pozioni e rischiano di finire in pasto ai ragni giganti nel cuore della Foresta proibita, senza per questo rinunciare alle esaltanti partite di Quidditch, ai compiti, ai prelibati banchetti, alle lezioni e ai duelli magici.
Harry Potter e la camera dei segreti è decisamente più avvincente del precedente capitolo, proprio perché meno descrittivo, anche se il divario fra i due libri che avevo rilevato alla prima lettura si è molto ridotto, dal momento che ho maggiormente appezzato quelle descrizioni che impreziosivano Harry Potter e la pietra filosofale. In questo secondo volume si insinua il brivido e si fa molto forte lo spirito di indagine, inoltre i tre protagonisti si trovano a dover usare la magia e l'astuzia per sopravvivere: nessuno, da ora in avanti, interverrà a salvarli. Le apparizioni, proprio dentro all'edificio più sicuro del mondo dei maghi, di un mostro dai poteri letali fanno crescere la tensione fino all'esito inaspettato che porta Harry nella camera dei segreti, di fronte a colui che la aprì la prima volta.

Illustrazione di Jim Kay per Harry Potter e la camera dei segreti
Hermione aprì cautamente il tomo e tutti e tre si chinarono sulle pagine macchiate di umidità. Bastò un’occhiata per capire perché venisse custodito nel Reparto Proibito. Alcune pozioni avevano effetti raccapriccianti soltanto a pensarli e c’erano alcune illustrazioni molto sgradevoli, tra cui quella di un uomo che sembrava fosse stato rivoltato come un guanto, e di una strega sulla cui testa spuntavano numerose paia di braccia.
«Eccola qua» disse Hermione emozionata quando ebbe trovato la pagina intitolata La Pozione Polisucco. Era illustrata con disegni di persone colte nell’atto di trasformarsi in qualcun altro. Harry sperò con tutto il cuore che l’artista avesse soltanto immaginato l’espressione di intenso dolore sui loro volti. 
C.M.

Commenti

  1. Ciao! Personalmente trovo che il secondo libro sia molto importante per la serie, non solo per il motivo (giustissimo) che hai detto tu, ma anche perché si iniziano a scoprire dei retroscena importantissimi su mondo di Voldemort e sulle sue connessioni con Harry, come il suo attaccamento a Hogwarts e il palare serpentese...

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    1. Esatto, un quadro che poi si arricchisce via via, facendo risultare estremamente naturale anche la vicenda degli horcrux nell'ultimo capitolo.

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  2. La camera dei segreti è sempre stato il mio meno preferito dei libri della saga anche se lo reputo fondamentale perché inizia ad aprirsi di più sui vari personaggi e farceli conoscere meglio, Voldemort (o forse dovrei dire Tom Riddle) su tutti.

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    1. In effetti è la prima volta che sappiamo qualcosa del personaggio, anche perché presente attivamente, in modo diverso da quanto accade dalla sua "comparsa" nel primo volume.

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  3. Ho sempre trovato il secondo libro molto più cupo, oscuro, sia per le tematiche (per la prima volta si parla di una sorta di razzismo magico) che per le situazioni che si vengono a creare (Harry che viene escluso, isolato e malvisto dai compagni, cade quindi in una forma particolare di bullismo).
    Tuttavia per questo è molto più dinamico, adulto, apprezzabile per quanto riguardo i contenuti e la morale, gli insegnamenti che vi si possono leggere.
    Però ammetto che, a mio parere, la saga prende il via e i libri iniziano a concatenarsi fra loro solo a partire dal terzo libro.

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    1. Proprio questo senso progressivo di oscurità, secondo me, introduce alla vera storia: capiamo immediatamente di non essere in un mondo sognante, ma in una realtà magica che ha molti tratti delle peggiori esperienze vissute storicamente dall'umanità (il razzismo, come dici, ma anche il totalitarismo, in qualche modo).

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  4. Cara cristina, sono mesi che trascuro il mio blog, di conseguenza mi sono un po' dimenticata anche dei miei follower. Complimenti per la nuova grafica, mi piacerebbe sapere se ti hanno aiutata o se è tutta farina del tuo sacco. Mi piace questa recensione un po' tecnica di Harry Potter, spesso i libri per ragazzi vengono trascurati dagli esperti in materie umanistiche, invece è giusto che ricevano la dovuta considerazione, soprattutto se si tratta di libri di qualità.
    A presto, un abbraccio.

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    1. Se si trascura l'importanza della letteratura per ragazzi, si finisce per chiudersi in un'idea stantia e boriosa della letteratura stessa: probabilmente non ci sarebbero umanisti senza le solide basi gettate dalle letture dell'infanzia e dell'adolescenza, quindi ritengo che i libri destinati principalmente ai più giovani abbiano tutta la dignità che riconosciamo a quelli per adulti.

      Quanto alla grafica, non ho fatto che variare i colori di sfondo dagli strumenti di blogger (e ho prodotto la copertina con un banale collage in power-point); l'unico aspetto "estraneo" è il menù sottostante la copertina: in quel caso sono stata indirizzata ad un sito e ho ricevuto alcune dritte dalla sua autrice.

      Alla prossima, ricambio l'abbraccio.

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