È il simbolo di Torino, l'edificio che conferisce alla città sabauda la propria identità nelle vedute urbane. La Mole antonelliana, che si erge a pochi passi da Piazza Castello, è una delle mete imperdibili per i turisti ed esercita un fascino innegabile sia per la sua storia architettonica sia per la straordinaria collezione che ospita. Avviato come sinagoga dopo la concessione della libertà religiosa agli Ebrei decretata dallo Statuto Albertino (1848), l'edificio progettato da Alessandro Antonelli e più volte rimaneggiato con considerevoli problemi e il rischio di non essere terminato è oggi sede del Museo nazionale del cinema.
Il museo antonelliano, che ha assunto la sua configurazione
attuale nel 2000, affonda le proprie radici nella collezione di Adriana
Prolo, avviata nel 1941, e presenta oggi quattro grandi sezioni:
L'archeologia del cinema, La macchina del cinema, L'aula del tempio e la
Galleria dei manifesti. I primi due percorsi e il terzo si snodano
lungo le pareti della Mole, mentre il tempio del cinema è costituito da
una grande sala di forte impatto scenografico al cui centro sono poste
delle poltrone dalle quali osservare le proiezioni cinematografiche e la cupola; tutt'intorno a questa originale sala di proiezione si
aprono delle nicchie dedicate ai diversi generi cinematografici
(fantascienza, animazione, horror ecc.), mentre nel centro del salone si
muove l'ascensore di cristallo che conduce alla terrazza panoramica,
lasciandosi inghiottire nell'incavo della cupola.
Il percorso nella storia dell'arte cinematografica è molto articolato e necessita di parecchie ore per essere pienamente assaporato. Esso prende le mosse da un'immersione totale negli strumenti ottici e nella progressiva costruzione delle macchine da presa, proponendo accattivanti esperienze al visitatore grazie alla ricca rassegna di lenti e apparecchiature corredate di ricchi apparati illustrativi interattivi: si ha modo, così, di cogliere gli aspetti tecnici fondanti del cinema, dalla deformazione dell'immagine per ottenerne versioni grandangolari alla sovrapposizione di figure, dalla scomposizione e dall'incanalamento della luce all'unione di tutti i risultati nelle prime camere ottiche, nei proiettori e nelle cineprese. Alle teche che custodiscono oggetti d'epoca si affiancano piccoli angoli laboratoriali e sale dedicate alla visione di alcuni filmati che rendono la storia del cinema leggera e particolareggiata.
Il percorso nella storia dell'arte cinematografica è molto articolato e necessita di parecchie ore per essere pienamente assaporato. Esso prende le mosse da un'immersione totale negli strumenti ottici e nella progressiva costruzione delle macchine da presa, proponendo accattivanti esperienze al visitatore grazie alla ricca rassegna di lenti e apparecchiature corredate di ricchi apparati illustrativi interattivi: si ha modo, così, di cogliere gli aspetti tecnici fondanti del cinema, dalla deformazione dell'immagine per ottenerne versioni grandangolari alla sovrapposizione di figure, dalla scomposizione e dall'incanalamento della luce all'unione di tutti i risultati nelle prime camere ottiche, nei proiettori e nelle cineprese. Alle teche che custodiscono oggetti d'epoca si affiancano piccoli angoli laboratoriali e sale dedicate alla visione di alcuni filmati che rendono la storia del cinema leggera e particolareggiata.
La sezione La macchina del cinema ospita
invece un approfondimento sulle fasi di realizzazione dei film dalla
sceneggiatura alla distribuzione, introducendo strumentazioni di regia,
fotografie di attori di ieri e di oggi, costumi e tecniche sonore,
mentre la Galleria dei manifesti costituisce un'interessante selezione
di locandine di film ormai storici e successi recenti. Queste prime sezioni
offrono una passeggiata rilassante che sfocia in un ballatoio esterno
che sale lungo i bordi del salone centrale, aprendosi con un forte colpo
d'occhio sull'immenso spazio sul quale poggia la cupola e nel quale
sale e scende l'ascensore.
La salita alla terrazza panoramica è
un'esperienza da provare, anche se va detto che richiede una buona dose
di determinazione, dal momento che avviene nel vuoto. Proprio questa
scelta della cabina sospesa permette di osservare da vicino l'interno
della cupola e di apprezzare al meglio l'organizzazione spaziale del
museo, senza contare che, al termine della risalita, il primo respiro
all'aria aperta acquisisce un valore inatteso e la successiva veduta
sulla città (e, in caso di cielo sereno, delle montagne circostanti e
della basilica di Superga) rinfranca anche gli animi più titubanti.
Il museo della Mole è dunque tappa irrinunciabile di un itinerario torinese, assieme al Museo egizio,
al Museo del Risorgimento (che spero di poter visitare presto) e al
Museo Nazionale dell'Automobile:
esso racconta una parte di storia della città sabauda e dell'industria
cinematografica nascente nel cuore del neonato Regno d'Italia, prima che
Roma diventasse capitale, oltre che politica, anche del mondo di
celluloide. Assieme al Museo dell'automobile, la galleria del cinema
costituisce un importante tassello nel racconto del capoluogo piemontese
fra la fine del XIX e l'inizio del XX secolo, illuminando alcuni
aspetti fondamentali per la cultura nazionale ed evidenziando il duplice carattere di una città nella quale si intersecano la conservazione del passato e la proiezione al futuro.
C.M.
C.M.
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