Il pittore fulminato - César Aira

Johann Moritz Rugendas, l'America meridionale e i suoi paesaggi mozzafiato: sono questi gli ingredienti del romanzo di César Aira, Il pittore fulminato (Fazi editore). Nel XIX secolo il pittore tedesco affrontò diversi viaggi in Brasile, Cile, Bolivia, Perù e Argentina, catturato soprattutto dalla vita nel continente oltreoceano, alla ricerca delle tradizioni locali, ma anche delle molteplici forme che sotto l'Equatore assume la natura.
Delle avventure di Rugendas, Aira seleziona solo una piccola parte, incentrata su un drammatico episodio: durante un temporale l'incauto pittore si è avventurato solo, a cavallo, per ispezionare il paesaggio desertico in cui lui, il compagno di viaggio e collega Robert Krause, si sono improvvisamente trovati. Il caldo è insopportabile, l'umidità soffocante, i cavalli sono ingovernabili e nemmeno le guide, mentre le nuvole nere si accumulano, sanno cosa fare. Rugendas decide di esplorare la zona, ma, nel pieno della galoppata, cavallo e cavaliere vengono colpiti da due fulmini. Sopravvivono, ma Rugendas, trascinato dal cavallo impazzito, non ha più un volto ed è destinato ad una vita in preda a incontrollabili scosse nervose e lancinanti emicranie che solo la morfina può sedare. Eppure non si arrende: il suo viaggio continua e l'entusiasmo della ricerca e della pittura si riaccendono quando, finalmente, si diffonde la notizia di un assalto di indios alle proprietà dei bianchi. È il malón, l'evento che Rugendas ha sempre desiderato raffigurare, anche in qualità di erede di una stirpe di pittori di guerra costretto dalla pacificazione del vecchio continente a volgere altrove i suoi interessi. Rugendas, mascherato con una mantiglia di pizzo, e Krause si lanciano all'inseguimento delle bande di indios e si accampano nelle fattorie prese d'assalto per rappresentare un evento catastrofico che, però, sembra essere ormai acclimatato nella routine delle popolazioni latine, che sanno di non poterlo prevedere come qualsiasi altro fenomeno naturale e che sono ben organizzate nella difesa, anche se questa non impedisce i furti e le uccisioni.
Il pittore fulminato è un brevissimo romanzo in cui la verità storica si amalgama all'invenzione. César Aira ha il merito di aver dato visibilità ad una figura molto particolare nel panorama artistico dell'Ottocento, che, per noi Europei, è il secolo del Romanticismo e di un genere di pittura che non contempla quello nel quale si è distinto Rugendas. La narrazione di questa sua vocazione alla descrizione della vita nei villaggi sudamericani è agile, semplice, arricchita di suggestive descrizioni e come volta alla costruzione di un ideale eroico molto particolare, quello di un artista che sfida i propri limiti, anche con una buona dose di incoscienza, per inseguire i suoi soggetti, per esplorare e raccontare attraverso la propria tecnica ciò che ha visto, anche quando il dolore, gli oppiacei e un sistema nervoso impazzito finiscono per trasfigurare ciò che ha davanti.
Johann Moritz Rugendas, Foresta vicino a Manqueritipa
Il clima aveva raggiunto il massimo della perfezione al termine dell’estate. I paesaggi acquisivano una plasticità infinita; secondo le ore, si avvolgevano nella luminosità della Cordigliera e diventavano trasparenti, in cascate interminabili di dettagli. La luce pomeridiana, filtrata dall’imponente muraglia rocciosa delle Ande, era un puro fantasma di luce, un’ottica intellettuale, abitata da tonalità rosa intempestive della sera incombente. I crepuscoli si prolungavano per dieci, dodici ore. E la notte, raffiche di vento riorganizzavano stelle e montagne lungo l’itinerario delle passeggiate dei due amici.
C.M.

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