Nel magico Paese del Sol Levante #3: da Takayama a Kanazawa, passando per Shirakawa-go

Lasciata alle spalle Tokyo con le sue scarpinate fra Shinjuku, Shibuya, Asakusa e Akihabara, ci siamo avventurati nella parte occidentale dell'Honsu centrale, nell'Hokoriku, fra le montagne e le valli che preludono allo sbocco sul Mar del Giappone, la terra in cui Iasunari Kawabata ha ambientato il romanzo Il paese delle nevi. Era il momento di testare i famosi Shinkansen, i treni proiettile che permettono di raggiungere in poche ore le principali città del Giappone e, in raccordo con le linee locali della Japan Railways, offrono un accesso a qualsiasi punto del Paese. La nostra prima tappa è stata la cittadina di Takayama, che ci ha anche offerto la base per un'escursione nel villaggio di Shirakawa-go sulla strada per la città di Kanazawa.

Shirakawa-go, villaggio Ogimachi

Il viaggio merita un racconto a sé, perché dimostra la straordinaria efficienza dei servizi nipponici. A causa di una frana provocata dalle piogge monsoniche, un tratto della linea ferroviaria che percorre la prefettura di Gifu era interrotto in due punti; abituati agli enormi disagi della rete ferroviaria italiana, alla notizia abbiamo tentennato, ma in men che non si dica gli impiegati della biglietteria ci hanno consegnato un foglio con descrizione del percorso alternativo, già organizzato in tutti gli scambi fra treni locali e autobus, per aggirare il punto del disastro in attesa del pronto intervento. Ecco, la leggendaria operosità dei Giapponesi non è affatto leggenda: da Nagoya a Takayama il viaggio, pur con questo inconveniente, è stato più agevole e rassicurante che su tanti percorsi nostrani.

Takayama, torii del santuario Sakurayama Hachimangu

Takayama, il cui nome significa 'Alta montagna', si trova fra le Alpi giapponesi ed è una cittadina caratterizzata da numerose botteghe artigiane, da un vivace mercato mattutino e, soprattutto da un quartiere interamente dedicato a templi e santuari, chiamato Teramachi. L'impressione, avventurandosi in questo centro in cui le attività commerciali chiudono presto la sera e aprono tardi al mattino, è di un centro montano che vive soprattutto di passeggiate turistiche e pellegrinaggi spirituali ed è piacevole percorrerne i sentieri ascoltando il fluire delle acque dei fiumi Miyagawa ed Enako, che si incontrano proprio nell'area del mercato.

Takayama, strada fra le antiche dimore storiche

Qui abbiamo gustato un fenomenale piatto chiamato okonomiyaki, una sorta di frittata servita con salse agrodolci e farcita di ingredienti che variano a seconda della tipologia, un po'come le pizze: si va da quelle vegetariane con verdure e germogli a quelle ipercaloriche con uova, bacon e maionese; in alcuni locali viene servita sulla piastra teppan direttamente al tavolo degli avventori.
Takayama è tutta un santuario, infatti ogni quartiere e quasi tutti gli incroci ospitano dei piccoli capitelli con tanto di torii in miniatura e piccoli lavacri per la purificazione in cui l'acqua scende attraverso una canna di bambù. Nei pressi di alcuni di essi, inoltre, si possono ammirare le bambole votive sarubobo, ciascuna delle quali assume un valore diverso a seconda della sua colorazione e rappresenta dunque un differente tipo di preghiera; si tratta di oggetti di valore religioso, ma, come talismani, si possono acquistare in qualsiasi negozio di souvenir.

Takayama, bambole sarubobo

Prima di giungere nel Teramachi, è consigliabile un passaggio attraverso il quartiere delle antiche dimore storiche, particolarmente suggestivo di sera o al mattino presto, quando gli unici suoni che si sentono sono quelli delle campanelline che vibrano nel vento, per raggiungere il santuario Sakurayama Hachimangu; vi si accede passando attraverso un grandissimo torii e salendo una scalinata piuttosto imponente ed è notevole sia per il chōzuya che riceve l'acqua sacra dalle fauci di un drago sia per il complesso di piccole celle che si è creato tutto intorno. Da questo punto e poi in tutti il Teramachi si incontrano alberi cinti di shimenawa, corde di paglia di riso o di canapa adornate di shide, cioè stringhe di carta a forma di saetta: questi elementi, che decorano molto spesso anche i torii e altri elementi dei santuari, sono simboli sacri, che denotano, nel caso delle piante, la loro appartenenza allo spirito (kami) del luogo; chi ha visto Il mio vicino Totoro capirà bene a cosa mi riferisco.

Takayama, chōzuya del santuario Sakurayama Hachimangu

Takayama, santuario Hachimangu

Dato il poco tempo a disposizione, nel Teramachi abbiamo visitato solo alcuni dei templi e dei santuari, avventurandoci di qualche passo anche fra le tombe che rampollano alle spalle di questa area, dalle più antiche a quelle di pochi anni fa. Lungo il percorso abbiamo privilegiato il Tempio Kyushoji e il santuario Higashiyama-Shinmei, i maggiori del complesso sacro. Dopo un rapido passaggio nel cortile della Residenza storica dei governatori e fra le botteghe vicine allo storico Ponte Nakabashi, ci siamo diretti alla stazione degli autobus per raggiungere la nostra seconda tappa.

Takayama, Ponte Nakabashi

Shirakawa-go ospita Ogimachi, un villaggio rurale composto di più di cento fattorie tradizionali con il tetto in paglia; gli edifici in legno sono immersi fra le risaie e separati da ruscelli che scorrono tutt'intorno, alcuni sono ancora abitati, altri sono adibiti a negozi, bar o musei. Passeggiando in questo luogo si avverte la sensazione di andare indietro nel tempo e non si può non chiedersi come sarebbe visitarlo in pieno inverno, con i tetti coperti dalla neve (soprattutto mentre si cerca di refrigerarsi a colpi di kakigori, la soffice granita insaporita da sciroppi colorati). Questo complesso storico, il cui nucleo vanta quasi trecento anni, ha valso a Shirakawa-go il titolo di Patrimonio Unesco nel 1995 e offre una vivida testimonianza della comunità rurale nipponica. Consiglio, in particolare, una visita alla casa Kanda, le cui proprietarie offrono un'accoglienza calorosa, invitando gli ospiti a sorseggiare un buonissimo tè giapponese.

Shirakawa-go, villaggio Ogimachi

In meno di due ore in autobus da Shirakawa-go si raggiunge la città di Kanazawa, roccaforte dei daymio Maeda, che conquistarono il castello cittadino nel 1583, a seguito di un successo militare a fianco di Toyotomi Hideyoshi, facendone poi in epoca Edo la quarta città del Giappone. In passato era un fulgido esempio di città-castello, pensata per radunare attorno alla rocca i nobili e i samurai e poi, a raggiera, le botteghe e i quartieri artigiani.

Kanazawa, il castello nei pressi dell'ingresso Ishikawamon

Kanazawa, castello

Il castello che si ammira oggi è il frutto di una ricostruzione a seguito dei numerosi incendi subiti dall'edificio originario, di cui sopravvivono solo gli ingressi Ishikawamon e Sanjikken Nagaya, quest'ultimo a collegamento del complesso palaziale con il rigoglioso giardino Kenrokuen, uno dei più famosi del Giappone, spettacolare per i suoi giochi d'acqua e gli intrecci degli alberi maestosi. Il castello e il giardino possono essere visitati con un biglietto cumulativo o con due biglietti separati, ma, dovendo scegliere, è preferibile dedicarsi al Kenrokuen, dal momento che il castello è interessante soprattutto per la descrizione dei metodi costruttivi adeguati a sopportare le scosse sismiche, ma è totalmente moderno.

Kanazawa, giardino Kenrokuen

Nelle vicinanze del castello meritano almeno un passaggio il mercato Omi-cho, nel quale arrivano prodotti freschi, soprattutto ittici, e ai cui ingressi sono collocati dei grossi blocchi di ghiaccio per refrigerare gli avventori, e il santuario Oyama, il più grande della città, accanto al quale sorge la statua equestre di Maeda Toshiie.

Kanazawa, santuario Oyama

Kanazawa, ingresso del santuario Oyama

Dopo questa intensa escursione, da Kanazawa abbiamo ripreso lo Shinkansen, diretti a Kyoto, la città dei diciassette beni Unesco... ma di questa spettacolare città vi racconterò nel prossimo appuntamento con il mio diario di viaggio.
Dōmo arigatō.

C.M.

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