Cambio di rotta - Elizabeth Jane Howard

I lettori lo sanno: alcuni scrittori hanno il potere di generare attorno ai loro libri un'eccitazione incontenibile, che rende l'attesa della pubblicazione una lunga e fremente veglia. Elizabeth Jane Howard, la madre di tutti i Cazalet (ma non solo) è una di questi.
Cambio di rotta, che segue la fortunata saga dei Cazalet, nonché Il lungo sguardo e All'ombra di Julius, esce oggi per Fazi editore, tradotto ancora una volta da Manuela Francescon. Nessun modo migliore per iniziare questo nuovo mese e farsi una ragione della fine delle vacanze, che viene così addolcita dal piacere di incontrare di nuovo la Howard e la sua prosa raffinata.

La storia che ci regala l'autrice si regge su quattro pilastri, che sono i suoi protagonisti: il drammaturgo donnaiolo Emmanuel Joyce, alla ricerca di un volto per il personaggio di Clemency, sua moglie Lillian, resa fragile dalla malattia e dalla perdita della figlia, Jimmy Sullivan, collaboratore tuttofare di Em, e Alberta, la giovane segretaria appena assunta. I quattro hanno in programma un viaggio a New York per le audizioni, nel corso delle quali sperano di individuare la sfuggente Clemency e di poter avviare finalmente la preparazione dello spettacolo, ma i problemi di salute di Lillian obbligano Jimmy ad accompagnarla in un viaggio per nave, mentre Em e Alberta partono, come previsto, in aereo. Nella metropoli americana, Alberta si trasforma, uscendo dalla realtà provinciale e familiare cui è sempre stata abituata e lasciandosi incantare dai negozi e dagli abiti che Em le regala per accompagnarlo a cena, mentre attendono l'arrivo di Lillian e Jimmy per nave; il rapporto tra i due non è scontato quanto la situazione potrebbe far pensare, perché, se è vero che inizia fin da subito a suscitare l'interesse del drammaturgo, Alberta è attratta dall'universo cui appartiene Em, ma, soprattutto, dal personaggio apparentemente non-interpretabile di Clemency. Si mette a leggere il testo di Em e quando, dopo l'arrivo di Jimmy, le audizioni si concludono con nulla di fatto, è a lei che viene proposto di interpretare la parte. New York, però, è colma di distrazioni e anche Lillian ha bisogno di un'oasi di pace, così il viaggio riprende e porta i quattro su un'isoletta greca. Qui, fra le lezioni di recitazione di Jimmy ad Alberta, cene sul mare e nuotate notturne, le relazioni fra i personaggi si trasformano e si approfondiscono: ciascuno, di fronte al mare, affronta il proprio riflesso e la propria coscienza.

Cosa sono poi i miracoli? Sono eventi che le persone, pur beneficiandone, non possono capire. Se all’improvviso io mi ritrovassi sana, non saprei mai come sia potuto accadere. Saprei solo che il merito non può essere di qualche nuova medicina, perché nuove cure per la mia malattia non ce ne sono. Allora ho scoperto che sto vivendo nella speranza che le cose a un certo punto cambino; dentro di me sento di essere una persona destinata precisamente a quel cambiamento e sto aspettando che esso arrivi. Vivo, insomma, come se fossi qualcun altro.

Fra le pagine di Cambio di rotta esplode in tutta la sua intensità l'arte narrativa di Elizabeth Jane Howard, un'arte che, dopo la lettura di diversi romanzi, si potrebbe credere di conoscere, ma che rivela sempre qualcosa di nuovo, sorprendente. L'autrice scava nell'animo dei suoi personaggi con una delicatezza e un'attenzione che superano ogni prova già offerta, forse proprio per la possibilità di concentrarsi su pochi protagonisti e di liberarsi delle forti tensioni che hanno caratterizzato, per esempio, le relazioni fra i protagonisti di All'ombra di Julius. Il romanzo è scandito come un respiro profondo, come il moto del mare che Em, Lillian, Jimmy e Alberta attraversano più volte: i personaggi vivono esperienze e poi si adagiano a riflettere su di esse, sull'impatto che ciascuna ha sulla propria identità.
L'aspetto che più colpisce in Cambio di rotta è che nessuno di questi slanci introspettivi può essere indipendente dagli altri, dal momento che ognuno dei quattro componenti del gruppo si definisce rispetto all'altro, in un sistema di relazioni. Nessuno di loro si trasforma, nessuno cambia rotta se non per l'impulso dato dalla successione degli incontri con gli altri tre e questi incontri sono necessari, anche quando risultano traumatici, per innescare la trasformazione di cui ognuno di loro ha bisogno.
A costo di ripetere quanto già scritto sui libri di Elizabeth Jane Howard, Cambio di rotta è un grande romanzo. La sua storia è unica e l'autrice ne esplora tutte le sfaccettature con una prosa di livello irraggiungibile, che riesce ad adattarsi alla descrizione di un paesaggio così come ad illuminare le pieghe di un cuore tormentato o innamorato. 
Difficile staccarsi dalle pagine di questo romanzo, difficile rassegnarsi all'idea che, chiuso il volume, Em, Lillian, Jimmy e Alberta non facciano più parte delle nostre vite, che la loro rotta, ormai cambiata, prosegua, inevitabilmente, lontano dai nostri sguardi.

Senza saperlo, mi aveva mostrato il mondo fuori dal cerchio ristretto del mio ambiente. Era stato come quando si è di fronte al mare per la prima volta: si vede dove finisce la terra, ma quell’elemento nuovo e sconosciuto sembra non avere fine. Per me lui rappresentava il cambiamento, la creazione, l’esperienza, la libertà, e quest’associazione sarebbe rimasta valida anche se non lo avessi più rivisto: cullavo il ricordo di quei due incontri come un tesoro segreto, da ripercorrere ed esaminare mille e mille volte, in solitudine.

C.M.

Commenti

  1. Di quest’autrice non ho ancora letto nulla, mi incuriosisce ma non so cosa aspettarmi. Cosa mi consigli? Da dove incomincio? Ciao

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    1. Io mi sono innamorata a prima vista della saga dei Cazalet, ma Cambio di rotta potrebbe essere un buon modo per iniziare, trattandosi di un romanzo autonomo e molto ma molto coinvolgente; è anche quello in cui la Howard ha saputo dar voce egualmente a personaggi maschili e femminili, forse anche questo me lo ha fatto apprezzare. So di molti che hanno adorato Il lungo sguardo, ma io devo ancora leggerlo. Sicuramente non partire da All'ombra di Julius, che è piuttosto complesso e non è il migliore pubblicato finora.

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  2. Certamente questo non posso lasciarmelo sfuggire... Intanto ho preso in promozione "All'Ombra di Julius", poi vedrò con gli altri che mi mancano. La scorsa domenica su "La Lettura" c'era l'intervista realizzata all'attrice e regista Kristin Scott Thomas che, a quanto pare, sta cominciando le riprese proprio di "Cambio di Rotta", vista la sua vecchia amicizia con la Howard.
    E parlando di questo libro diceva che passò quasi inosservato; ben pochi nell'ambiente letterario inglese pensavano che i suoi libri sarebbero stati conosciuti passato il Novecento.

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    1. Ho letto anch'io l'articolo e sono curiosa di vedere il film che ne sarà tratto, sperando che i cinema non lo snobbino come spesso accade quando il valore dell'opera letteraria e dell'imoegmo nell'accostamento registico al testo hanno un certo peso.
      Ben lieta, comunque, che i gufi del passato non abbiamo avuto ragione e che la Howard sia arrivata fino a noi!

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