La vita è meravigliosa... e altre tradizioni di Natale

Nel periodo di Natale, si sa, si affacciano alcune abitudini che trasformano quello che sarebbe un pugno di giorni qualsiasi in un vero e proprio rituale: ciascuno ha acquisito, negli anni, più o meno consapevolmente, una serie di gesti e simboli che hanno dato vita a particolari tradizioni, dal modo e dai tempi di addobbo dell'albero di Natale alle ricette che si riscoprono proprio in occasione delle feste. E poi ci sono i profumi e i colori, una particolare gradazione di luce, le canzoni, un caleidoscopio di dati sensoriali che annunciano anche a coloro che non si fanno trascinare nei festeggiamenti che i giorni più scintillanti dell'anno (e magari i giorni delle agognate ferie) si stanno avvicinando.
Libri e film, in questa costruzione di miti del Natale, fanno la parte del leone. I consigli di lettura (magari finalizzati alla scelta dei regali) fioccano come la neve, le antologie di Natale affollano gli scaffali, fiabe ambientate nel mezzo di paesaggi imbiancati pizzicano la fantasia, il signor Scrooge gareggia in celebrità con Gesù bambino e Babbo Natale. Sugli schermi televisivi viaggiano gli immortali film di animazione Disney, dai più datati come ai più recenti, decine di versioni di A Christmas Carol e l'immancabile Una poltrona per due a traghettare gli irriducibili dei film di Natale direttamente alla mezzanotte.


Tra i film che hanno inciso il loro significativo solco nelle tradizioni del Natale c'è La vita è meravigliosa, girato da Frank Capra nel 1946. Per me questo titolo è rimasto tale fino a ieri sera, quando ho deciso di vederlo con mio marito e una generosa porzione di popcorn.
Protagonista del film è Geogre Bailey (James Stewart), il titolare di una società di prestiti e costruzioni che, sull'orlo della bancarotta per un banale equivoco, proprio la sera della vigilia di Natale medita di togliersi la vita. A vegliare su di lui, che si è sempre distinto per una straordinaria generosità e una instancabile vocazione a sacrificare i propri desideri e ad impegnarsi con tutte le sue forze per il prossimo, ci sono degli angeli e le preghiere di tutti coloro cui George ha fatto del bene. Dal cielo, in suo aiuto, viene mandato Clarence, un angelo di seconda classe desideroso di guadagnarsi una promozione e le immancabili ali con una buona azione di grande significato: a questo particolare aiutante viene così mostrata tutta la vita di George, da quando, bambino, ha salvato la vita del fratellino Harry, a quando, da garzone di un droghiere, ha impedito la consegna di un veleno in luogo delle medicine destinate ad un bambino, rimediando all'errore causato dallo sconvolgimento del suo datore di lavoro per la morte del figlio, per poi proseguire fino alla sua scelta di sacrificare il desiderio di frequentare l'università e di viaggiare per accollarsi la direzione della società di prestiti del padre e impedire che coloro che a Bedford Falls sognano una casa cadano nelle mani dello spregevole riccone Henry Potter, pronto a strozzare qualsiasi debitore con interessi folli e ricatti. Ai desideri del suo prossimo George si dedica anche dopo il matrimonio con Mary (Donna Reed), che cede di buon grado la somma destinata al viaggio di nozze e al loro futuro da sposi per sostenere la gente prostrata dalla chiusura della banca cittadina a seguito del crollo della borsa e ricava il nido di famiglia in una vecchia casa diroccata che rimette in sesto, anno dopo anno, con le proprie mani. Il benessere è vittima dei capricci del caso e le difficoltà si fanno sempre più grandi, soprattutto con l'arrivo di quattro bambini, ma George non perde mai l'ottimismo, al punto da rifiutare la proposta di Potter di lavorare per lui con la prospettiva di un lauto stipendio e di vacanze da dedicare ai viaggi. Proprio alla vigilia di Natale, però, lo zio di George, Billy, incaricato di depositare in banca gli ottomila dollari necessari ad onorare un pagamento per conto della società, perde il denaro, che finisce nelle mani di Potter, il quale si guarda bene dal restituirlo, pensando di poter tenere in pugno la società che gli impedisce di avere il controllo totale di Bedford Falls. Il fatto guasta una vigilia apertasi con i migliori auspici alla notizia che Harry Bailey, tornato dalla guerra, ha ricevuto la medaglia d'onore per il salvataggio dell'equipaggio di una nave americana da un attacco kamikaze. 
Venuto a sapere dell'ingente ammanco, George cade in una profonda crisi e si sente un fallito, perché teme le conseguenze del suo arresto per bancarotta per la propria famiglia e per tutti coloro che si sono affidati a lui per costruire il proprio futuro. Medita così il suicidio, ma, proprio mentre sta per gettarsi da un ponte nel fiume, un vecchio lo precede, spingendo George a tuffarsi per salvarlo. Poco dopo, nel cubicolo del guardiano del ponte, il vecchio si rivela Clarence e dice di essere accorso per impedire a George di compiere un folle gesto; quando, però, George, in preda allo sconforto, esprime il desiderio di non essere mai nato, Clarence lo cala in una Bedford Falls alternativa, che ha assunto il nome di Pottersville e nella quale nessuno ha mai conosciuto George, non essendo lui mai venuto al mondo. A Pottersville tutti sono succubi del vecchio avaro che ha dato il nome alla città, i quartieri residenziali costruiti grazie al lavoro della società Bailey non esistono, Harry è morto e così i militari che egli avrebbe potuto salvare in guerra, il vecchio droghiere è un ex carcerato emarginato da tutti per aver avvelenato un bambino e tutti coloro che George considerava brave persone e amici risultano incattiviti, rissosi, impoveriti; perfino Mary e la madre sono rimaste sole e sono incapace di riconoscerlo, i suoi figli non sono mai esistiti. Afflitto dal terrore di perdere tutto ciò che ha reso preziosa la sua esistenza, George matura che la vita è meravigliosa e che, sebbene stia vivendo un momento terribile e il futuro si presenti oscuro e incerto, il suo ruolo è stato importante per tante persone. Esprime così il desiderio di riappropriarsi del dono che stava per gettare via...
La vita è meravigliosa è un classico film di Natale, che ha avuto un considerevole influsso sulla cultura cinematografica e televisiva: tanto per citare alcune contaminazioni, ne I Simpson abbondano le citazioni, nella serie NCIS è uno dei film cult di Anthony Dinozzo e la sequenza del primo bacio fra George e Mary è stata inserita da Giuseppe Tornatore nella famosa scena finale di Nuovo Cinema Paradiso. A sua volta, però, questo film ha alle spalle un racconto di Philiph Van Doeren Stern intitolato The Gratest Gift, che si inserisce nel solco delle fiabe di Natale direttamente ispirate al Cantico di Natale di Dickens: ancora una volta, infatti, siamo di fronte ad una storia che definisce una dialettica fra una forma superficiale di successo, legata agli affari, e ai successi privati, misurabili in affetti e altruismo, ma, soprattutto, abbiamo è un'altra storia di fantasmi che assumono il ruolo provvidenziale di illuminare la coscienza dei protagonisti. Bailey e Scrooge sono innegabilmente molto diversi, ma hanno entrambi bisogno di qualcuno che apra loro gli occhi e insinui nelle loro anime la consapevolezza del valore di ciò che di prezioso hanno offerto o possono offrire agli altri.
Ed è dunque con un suggerimento cinematografico che vi saluto in questa Vigilia, chiedendomi se, d'ora in poi, La vita è meravigliosa diventerà l'ennesimo tassello delle mie tradizioni di Natale. Dopo il 25 dicembre tornerò con un suggerimento di lettura che avrei voluto anticipare, ma che si sta rivelando forse più adatto per riflettere sul Natale a posteriori.


Passate un sereno Natale, rilassatevi e non dimenticate che, scartati o non scartati i regali, quello che veramente conta sono la convivialità, gli abbracci e le risate.

Buon Natale!

C.M.

Commenti

  1. E' uno dei più bei film della storia del cinema. Un film che ha segnato la mia vita sin da piccolo e che ha impresso in me quell'amore per la gioia di vivere in modo indelebile. Un film poetico, narrato con un linguaggio semplice....La vita è meravigliosa e il film lo è altrettanto.

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    1. È bello poter legare ricordi ben precisi a specifici film, a canzoni o libri: diventano così una sorta di minuti e di guida.

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