Cave canem - Danila Comastri Montanari

Non sono mai stata una grande lettrice di romanzi gialli, ma, se considero quelli che ho prediletto, mi rendo conto che i gialli di ambientazione storica mi attirano mediamente più degli altri e che tendono a catturarmi maggiormente.
Lo scorso anno una cara collega, data la comune passione per il mondo classico, mi ha iniziata ai gialli di Danila Comastri Montanari, regalandomi il primo romanzo della collana Un investigatore nell'antica Roma, il cui protagonista è Publio Aurelio Stazio, un senatore che si trova di volta in volta a dover risolvere delitti e misteri. Siamo nel I secolo, nel vivo della Roma imperiale, in un contesto in cui alle dinamiche familiari si intrecciano interessi politici e rivendicazioni sociali, e la prospettiva scelta dall'autrice unisce alla tecnica giallistica la volontà di descrivere rituali, abitudini, modi di essere e di pensare degli abitanti dell'Impero.
Cave canem (tutti i romanzi della serie recano un titolo latino) è la prima indagine di Publio Aurelio; suo malgrado, il senatore vi incappa durante un viaggio di piacere in compagnia della vecchia amica Pomponia. I due sono ospiti della famiglia di Gneo Plauzio, un ricco provinciale di origine plebea, in particolare della moglie di lui, Paolina. Una famiglia come tanti quella dei Plauzi: non è strano che Paolina sia diventata moglie di Gneo dopo che questi ha ottenuto da Tiberio, contro la volontà della donna, lo scioglimento del precedente matrimonio di lei, del tutto normale è che ella viva con il figlio di primo letto Lucio Fabrizio e con i tre figliastri Plauzio Attico, Plauzio Secondo e Terzia Plautilla, con la moglie di Attico e con la figlia che ella ha avuto dal suo precedente matrimonio, ma anche con Silvio, nato da una relazione fra Gneo e una schiava. La familia romana, del resto, è una famiglia allargata, in cui il titolo di pater, con i relativi onori e oneri, è assunto dal membro maschio più anziano e nella quale sono inclusi anche tutti coloro che si trovano in una condizione servile. La villa dei Plauzi sorge ai confini dell'Averno, tradizionalmente considerato la sede del regno dei morti, e l'improvvisa morte di Attico, il cui cadavere viene trovato nelle vasche di allevamento delle murene, viene immediatamente interpretata come la realizzazione di un oracolo sibillino che sembra condannare la famiglia di Gneo all'estinzione. Al primo delitto ne seguono altri due e l'indagine di Publio Aurelio diventa sempre più intricata, motivo per cui il senatore deve affidarsi al suo servo Castore, esperto di pettegolezzi e belle donne, e non tralasciare alcun particolare del quadro che si delinea di fronte a lui: un testamento e un cammeo scomparsi, una lite fra Paolina e la nuora, le subdole seduzioni di Nevia, le pretese di pater familias di Fabrizio, i movimenti furtivi del pittore Pallas, la possibile forma dell'arma del delitto, le conseguenze che ciascuna morte provocherebbe per i diversi personaggi.
Cave canem si presenta come il brillante inizio di una serie che credo continuerò, perché l'autrice sa moderare gli elementi di tensione e strettamente giallistici con interessanti sequenze di forte realismo sociale, nelle quali la cultura romana viene chiaramente presenatata in modo da integrarsi con l'indagine di Publio Aurelio. Moventi, modalità ed effetti degli assassinii ricevono il loro senso complessivo proprio nel contesto socio-culturale della Roma del I secolo, gli ambienti e le funzioni dei personaggi sono ascritti ad una cornice animata, che non è il mero sfondo dell'azione, ma una parte cruciale del racconto. Per chi faticasse a districarsi fra nomi, appellativi, frasi e aspetti della vita quotidiana dei Romani, Danila Comastri Montanari ha inserito anche un ricco apparato di appendici, che fanno dei suoi gialli un accattivante strumento per avvicinarsi al mondo antico.
La serie di Un investigatore nell'antica Roma è giunta, dall'esordio del 1990 ad oggi, a diciannove volumi. Cave canem non è il primo romanzo pubblicato (che è, invece, Mors tua, la settima avventura), ma, secondo la progressione cronologica delle avventure di Publio Aurelio Stazio, corrisponde alla sua prima indagine, inoltre presenta, nella parte introduttiva, diverse informazioni sulla giovinezza del suo protagonista, utili per comprendere la ricchezza e il prestigio di cui gode il protagonista. Ciò nonostante, una lettura in ordine libero non dovrebbe compromettere la godibilità dei testi, poiché si tratta, comunque, di episodi sciolti, che, al massimo, presentano qualche allusione, anticipazione o richiamo.

C.M.

Commenti

  1. Grazie mille, anche alla tua collega per questa interessante segnalazione.Mi affascinano i gialli,e poi ambientati nell'antica Roma assumono un fascino particolare.Già messo in ordine!

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    1. Spero che ne rimanga soddisfatta! Ne conosci altri con simili ambientazioni?

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    2. Mi vengono in mente i thriller storici di Valerio Massimo Manfredi e quelli di Marcello Simoni.

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    3. Anni fa Manfredi era il mio preferito in assoluto, di Simoni, invece, non ho letto nulla.

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  2. Anche io non sono propriamente un'appassionata del genere "giallo", ma ammetto che questo tipo di ambientazione mi incuriosisce parecchio ..

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