Volo di paglia - Laura Fusconi

Le vicende della Resistenza si studiano nei libri, ma è nelle campagne e fra le colline che se ne incontrano le tracce. Le nostre regioni sono popolate di persone che non hanno mai appreso per mezzo di parole scritte cosa fu il conflitto civile in cui si opposero fascisti e antifascisti, ma che hanno assistito direttamente alle tensioni, forse senza avere idea della loro connessione alle vicende internazionali. Anche se sono sempre state le città il centro nevralgico dell'amministrazione e i luoghi in cui si prendevano le decisioni fondamentali, quartieri generali di fascisti, bande più o meno legittimate dal regime erano presenti ovunque, persino nei piccoli paesi, laddove si imponeva un ras che esercitava la propria autorità.
Parte da questo genere di esperienza, della quale diverse famiglie, con i loro anziani, serbano la memoria, il romanzo Volo di paglia, esordio narrativo di Laura Fusconi (Fazi editore). La campagna in cui si dipanano le vicende narrate, sospese fra gli anni 1942-1944 e il 1998, è quella piacentina.
Negli anni della guerra, Gerardo Draghi terrorizza Agazzano e irrompe anche nel mezzo della festa di paese per deridere e poi minacciare prima Umberto Bartali, poi don Antonio, intervenuto in sua difesa. Tommaso e Camillo sono testimoni delle tensioni e non basta a proteggerli dalla paura il fatto di essere allievi della moglie di Draghi e amici e compagni di classe di sua figlia Lia. Quando Franco Bartali, figlio di Umberto, sparisce nella boscaglia e don Antonio viene selvaggiamente picchiato, l'aura di terrore che circonda Gerardo Draghi avviluppa l'intera dimora del ras, la Valle. I muri della casa, le zone battute da uomini armati che sembrano cacciatori e la torre di Montebolzone diventano luoghi della paura, che, oltre cinquant'anni dopo, condizioneranno le giovani vite di Luca e Lidia, lui abitante della nuova Agazzano, nonché nipote di Camillo, lei vacanziera nella casa di campagna acquistata dalla famiglia. 
Quando, nel giugno 1998, Lidia incontra di nuovo Luca, che considera il suo unico amico, l'entusiasmo di riprendere il divertimento interrotto nel settembre dell'anno precedente, nutrito per tutto l'anno, improvvisamente si smorzano: Luca appare distaccato e parla fin troppo spesso della sua nuova compagna di avventure, Lia, che evidentemente si è ritagliata a spese di Lidia uno spazio particolare nel cuore di Luca, dal momento che anche lei conosce il gioco del volo di paglia che i due ragazzini erano soliti praticare insieme. Lidia non riesce mai ad avvicinare Lia, ma incontra in compagnia di Luca Mara, ventenne tornata nel luogo in cui ha vissuto un'intensa storia d'amore interrotta dalla morte, in un incidente stradale, del ragazzo con cui avrebbe voluto dividere la vita, Stefano Draghi. Sarà proprio Mara il tramite tra Luca, Lia e Lidia, sarà lei a scoprire e a realizzare per prima quanto siano veritiere le storie di fantasmi che aleggiano intorno alla Valle e quanto esse possano condizionare la catena di innumerevoli vite.
Riassumere la storia di Volo di paglia è davvero difficile, pur trattandosi di un romanzo breve e molto scorrevole. Il fatto è che Laura Fusconi ha giocato in maniera ammirevole ad intrecciare i fili dei tanti personaggi, gestendo senza confusione i rimandi fra passato e presente. Camillo, Lia, Gerardo Draghi, don Antonio, Franco Bartali e tutti gli altri abitanti della Agazzano degli anni '40 sembrano lontanissimi da quelli che ne popolano l'estate 1998, eppure c'è quel filo rosso che li lega, c'è quella persistenza di traumi, terrore e inquietudine che, a distanza di anni, è ancora in grado di ferire.
Volo di paglia è una storia di fantasmi, ma di fantasmi davvero vicini, palpabili, anche se inafferrabili e invisibili. La voce di Lia, eterna bambina, arriva fino a Luca e, per altra via, fino a Lidia, condizionando pesantemente le loro esistenze; allo stesso tempo, il pianto di Franco alimenta quello di Mara, senza che i due si siano mai incontrati, per la sola presenza di Mara lì, nel castello di Agazzano trasformato in pensione per i turisti.
Le avventure raccontate in Volo di paglia riflettono la complessità delle vite che si incontano e si scontrano, degli intrecci dei destini ma, soprattutto, delle paure, dei rancori e delle violenze che il tempo non riesce a cancellare. Attraverso lo sguardo di bambini vissuti a mezzo secolo di distanza gli uni dagli altri, in una sorta di crudo romanzo di formazione, si racconta una storia di sopraffazione e di soprusi, che i bambini stessi non possono spiegare né tantomeno accettare. Ecco perché i fantasmi di Volo di paglia sono, in fin dei conti, tristemente reali, attuali, impossibili da rinchiudere fra le pagine.
Tutti dicevano che era pericoloso entrare in quella casa, oltre che vietato: i genitori di Lidia dicevano che lei e Luca si potevano fare male, ci voleva poco che un pezzo di tetto cadesse o che si ferissero con i chiodi arrugginiti; i genitori di Luca sostenevano invece che non si poteva e basta, sennò sarebbe arrivata la polizia o il forcone di Baldini, e anche don Luigi si era raccomandato di stare lontano da quel posto, attaccando una tiritera sui luoghi che avevano un'aura negativa. Di che aura negativa si trattasse non avevano idea, per cui l'erano inventata da soli: all'interno della Valle ci abitava l'Ombra, un'entità che poteva assumere diverse forme e risucchiare le persone fino a inglobarle, facendogli perdere consistenza.
C.M.

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