I miei ragazzi e Franco Faggiani

La scorsa estate ho assegnato agli alunni della mia classe prima (ora seconda) la lettura di un libro che mi ha affascinata fin dalla prima lettura, Il guardiano della collina dei ciliegi di Franco Faggiani; ho avuto inizialmente qualche incertezza fra questo titolo e il primo romanzo dello stesso scrittore, La manutenzione dei sensi, e ammetto che la decisione finale è stata dettata in parte dalla mia passione per il Giappone.
Dal momento che gli alunni in questione già lo scorso anno si erano dimostrati particolarmente attenti e ricettivi nel corso dei dibattiti sui romanzi di cui abbiamo condiviso la lettura, quando ho proposto questo nuovo titolo stavo già pensando alla possibilità di un incontro con l'autore e, grazie all'iniziale mediazione dell'ufficio stampa di Fazi editore, il mio desiderio si è realizzato la settimana scorsa.
 
L'autore, Franco Faggiani
 
Nel corso della mattinata abbiamo dialogato sulla genesi delle storie di Franco Faggiani (quelle edite e quelle in fase di realizzazione), sul lavoro dello scrittore e su quello del giornalista. L'autore ha risposto alle domande degli alunni sul suo lavoro e sui due romanzi, dato che qualcuno ha letto autonomamente anche La manutenzione dei sensi e ha avanzato dei quesiti a proposito della storia di Leonardo Guerrieri e Martino Rochard, suscitando l'interesse dei compagni per quest'altro libro.
Abbiamo così riflettuto sulla centralità del tema della natura nei due romanzi, sul legame dell'autore con la natura stessa, che lo porta, ogni volta che gli è possibile, a lasciarsi alle spalle il caos di Milano per rigenerarsi fra le montagne, a contatto con quei personaggi che hanno ispirato o direttamente offerto i loro nomi e le loro esistenze alle vicende de La manutenzione dei sensi. Abbiamo convenuto sul fatto che la natura si prende cura dell'uomo con la bellezza, con la possibilità della serenità e dell'isolamento e che l'uomo dovrebbe imparare a prendersene cura a sua volta, partendo dalla considerazione di Shizo Kanakuri che, al termine della sua avventura di guardiano della collina dei ciliegi, realizza di non essere stato lui a prendersi cura degli yamazakura, ma che sono stati gli alberi a prendersi cura del suo spirito tormentato. Di qui una profonda riflessione sul ruolo di obiettivi e passioni, motore fondamentale della vita, sorgenti di motivazione e di energia, importantissima per degli adolescenti, soprattutto in un età in cui si fatica a trovare la propria strada e a capire in quale campo si possa trovare una piena realizzazione.
Franco Faggiani ha poi raccontato come è arrivato a concepire le due storie. Se quella di Shizo Kanakuri lo ha colpito durante un lavoro di documentazione svolto per un incarico professionale, il bellissimo rapporto che nasce fra Leonardo e Martino è scaturito dall'incontro con un ragazzo con la sindrome di Asperger in un rifugio in montagna e si è innestato su una forte componente autobiografica che comprende famigliari e amici di Faggiani, tanto che accade spesso che all'agriturismo Barba Gust, a Sansicario, arrivino turisti che chiedono della casa di Leonardo e vorrebbero conoscere Martino. Dato che Daniele Bermond non è un personaggio di fantasia ma il vero proprietario del locale, sono stati appassionanti e divertenti gli episodi narrati da Franco a proposito dei consigli chiesti al diretto interessato sulla storia e sui suoi dettagli, in particolare quando ha raccontato che, pur inizialmente restio a leggere le bozze del romanzo, Daniele gli ha alla fine fatto trovare il manoscritto pieno di post-it con correzioni e precisazioni, facendogli notare che aveva sbagliato anche il nome delle vacche della tenuta.
I ragazzi sono stati poi incuriositi dall'avvicinamento di Faggiani alla scrittura, così lui ha raccontato degli studi di giornalismo e dei suoi viaggi, in particolare del primo: un'avventura vissuta a diciotto anni, zaino in spalla, a seguito di un gruppo incaricato di realizzare delle carte geografiche in Nuova Guinea, dalla quale è tornato con numerosi scatti che documentavano la vita delle popolazioni locali e che sono state acquistate e pubblicate da un fotografo che gli ha fornito così la prima paga. A questo viaggio ne sono seguiti molti altri, ma manca ancora il Giappone (meta della prossima estate, in occasione delle Olimpiadi), infatti gli studenti sono rimasti stupiti dalla precisione con la quale Faggiani ha saputo descrivere ne Il guardiano della collina dei ciliegi un Paese che non ha mai visitato. Questa informazione ha dato l'occasione di riflettere su quanto sia facile oggi, con il web e qualche rapido passaparola, colmare quegli spazi e quei vuoti di informazioni cui, quando ha iniziato a fare il giornalista, si poteva sopperire soltanto comunicando con le ambasciate, con conoscenti di amici e sfruttando rubriche di contatti scambiati fra chi bazzicava fra testate giornalistiche e uffici diplomatici. Anche a questo proposito sono emersi aneddoti divertenti, come la telefonata dall'Hokkaido di un turista italiano che chiedeva dove potesse trovare la collina dei ciliegi, perché nessuno, in loco, sapeva indicargliela né conosceva la vicenda di Shizo Kanakuri. Da queste situazioni si può capire quanto una storia ben scritta possa annullare i confini fra verità e finzione e far davvero sentire il lettore a proprio agio nell'universo creato.
Gli studenti del liceo linguistico si sono interessati anche alle traduzioni dei romanzi di Franco Faggiani: La manutenzione dei sensi è già sul mercato del libro olandese e ha fornito l'occasione per parlare di come funzioni l'acquisto dei diritti di pubblicazione all'estero e di come varino i costi a seconda che un testo sia comprato a scatola chiusa o dopo essersi già guadagnato un grande successo da parte dei lettori in lingua originale. A tal proposito, un ampio spazio del colloquio è stato dedicato alla descrizione dei rapporti autore-editore e editore-libraio, infatti molti ragazzi erano curiosi di sapere quanto occorresse per scrivere una storia e quanto per arrivare a pubblicarla: Franco Faggiani ha spiegato che, una volta che una delle tante storie che ha in testa ha il sopravvento sulle altre, il tempo che gli occorre per scrivere è relativamente breve e che poi occorrono invece numerosi e lunghi interventi e l'approvazione di ben due editor (fra pagine e pagine di integrazioni, variazioni e tagli) per arrivare alla stampa, un processo nel quale lui stesso è continuamente preda di ripensamenti e idee per cambiamenti di vario genere. E poi c'è la questione del titolo: nei giorni successivi all'incontro, durante il quale Franco ha spiegato che proprio in questo periodo si sta scegliendo da una rosa di dodici titoli quello che andrà attribuito al romanzo di prossima uscita, alcuni studenti mi hanno confessato di essere rimasti particolarmente colpiti dalla difficoltà dell'operazione e dall'influenza che possono avere agenti editoriali e librai in questo contesto, dal momento che davano per scontato che un libro e il suo titolo fossero del tutto figli del loro autore.
 
Le foto sono state realizzate dall'alunna incaricata del reportage della mattinata
 
Di tutto questo e di molto altro si è parlato nel corso dell'incontro, in una mattinata per me straordinaria, al termine della quale ho avuto modo di parlare con Franco Faggiani del nuovo libro (atteso per maggio, quindi per le giornate del Salone del libro di Torino) e di altre esperienze di incontri con le scuole e con i detenuti delle carceri. La soddisfazione più grande, tuttavia, è stata nel vedere che i miei ragazzi hanno partecipato attivamente all'incontro, nel sapere che qualcuno avrebbe avuto altre curiosità da soddisfare, se il tempo lo avesse permesso, nel raccogliere, nei giorni successivi, i commenti positivi di studenti che, certo, hanno letto Il guardiano della collina dei ciliegi su mia indicazione, ma che hanno apprezzato la possibilità di riflettere direttamente con l'autore su alcuni aspetti che li avevano colpiti e di acquisire, nel corso di poco più di un'ora, informazioni che nessuna lezione tradizionale avrebbe potuto offrire.
Per questo ringrazio di nuovo Franco Faggiani e, con lui, gli studenti che si sono attivamente impegnati per rendere vivace, interessante e, in una parola, speciale questa iniziativa didattica.
 
C.M.

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