Penelope Poirot - Becky Sharp

Si firma Becky Sharp, come la protagonista del capolavoro di William Makepeace Thackeray, l'autrice dei tre gialli pubblicati da Marcos y Marcos fra il 2016 e il 2018 con protagonista Penelope Poirot, immaginaria nipote dell'investigatore uscito dalla penna di Agatha Christie. Becky Sharp ce la descrive come una donna tornita - una donna krapfen, per usare le sue parole - con irreprensibile e imponente chignon di capelli rossi e decisamente piena di sé; i suoi successi mondani nel mondo della moda e della critica gastronomica prima e della tuttologia poi la fanno sentire autorizzata a esprimere giudizi su chiunque, rigorosamente risentendosi se, però, capta anche solo una lieve critica nei suoi confronti.
Le tre avventure letterarie, tre agili gialli molto particolari, sono ambientati in Italia, paese d'elezione di Penelope. Soprattutto grazie ai numerosi ricordi d'infanzia che riesce a evocare, la penisola esercita su Penelope un'attrazione tanto forte che, quando la Poirot avverte la necessità di trovare un'assistente, pretende che questa conosca benissimo l'italiano, oltre ad avere capacità nella dattilografia e - non lo dice ma è chiaro che così deve essere - nella sopportazione di una persona ingombrante ed egocentrica come lei. Ecco, dunque, la sua spalla: Velma Hamilton, zitella orgogliosa di esserlo, cresciuta con i nonni dopo l'improvvisa scomparsa dei genitori e per questo spesso in vacanza sull'Appennino ligure, loro luogo di origine.
I tre romanzi che hanno come protagoniste Penelope e Velma hanno in comune l'ambientazione, che è sempre una villa sulle colline dell'area toscana-ligure-piemontese, il sistema dei personaggi, imperniato su una vittima e sui sospetti che cadono a pioggia sui numerosi ospiti della casa, e la struttura narrativa, che prevede la divisione dei romanzi in due parti, la prima in cui la focalizzazione è quella di Velma Hamilton e la seconda in cui il punto di vista diventa quello di Penelope Poirot; a intervallare i singoli capitoli, poi, l'autrice inserisce delle brevi sezioni in cui si assume la prospettiva dei vari personaggi.

Nel primo romanzo, Penelope Poirot fa la cosa giusta, dopo le doverose presentazioni dei personaggi e delle vicende per cui Velma è al seguito della protagonista, ci ritroviamo in una clinica sulle colline del Chianti, un'oasi salutista e ricreativa voluta da Alex Cosser nei locali di Villa Onestà per rigenerare lo spirito fra terapie di medicina naturale, yoga, sedute psicologiche di gruppo e, naturalmente, pasti minimalisti e privi di gusto. Penelope conosce bene, oltre al titolare della clinica, anche alcuni degli ospiti, in particolare i coniugi Gauli, entrambi scrittori - impegnato lui, frivola (in quanto autrice di mistery) lei, di altri fa la conoscenza col passare dei giorni, mentre Velma, in qualità di collaboratrice e comprimaria, frequenta perlopiù i dipendenti e gli inservienti di Villa Onestà. Entrambi i punti di vista sono necessari per far luce sui rapporti fra i diversi occupanti della tenuta e, al consumarsi del delitto, sui possibili moventi, anche se l'irruenza di Penelope e l'ingenuità di Velma le portano a scontrarsi con clamorosi errori e anche con grandi pericoli, prima che si affacci la soluzione del caso.

Si svolge invece a Villa Travers, sulla costa ligure, l'avventura di Penelope Poirot e il male inglese: qui infatti giunge la Poirot, ormai baciata dal successo dopo la pubblicazione dell'autobiografia Una nipote, con lo scopo di scrivere una serie di articoli dedicati alle tappe del Grand Tour ottocentesco e destinati ad una rivista. Non appena viene a sapere che i Travers, dopo tanto tempo, hanno ripreso a frequentare la villa in cui lei stessa ha trascorso bellissimi momenti della propria giovinezza, Penelope trova il modo di farsi invitare ad alloggiare in quel luogo denso di ricordi. Vi ritrova Francis, carissimo amico sul quale millanta di aver esercitato (e di esercitare ancora) una potente attrazione, suo padre Isaac e Lea, la moglie del secondo figlio di Isaac, Samuel, misteriosamente scomparso in barca anni prima, e i figli di Samuel, Andrew, ormai grande, e Margherita, alle prese con un'adolescenza resa difficile da un corpo troppo abbondante e dalle continue frecciate sul suo fisico lanciate dalla stessa Lea. Penelope e Velma, con sgomento di entrambe, sono costrette a condividere la stessa stanza, perché la casa ospita anche alcuni amici di famiglia, la cui presenza complicherà il quadro delle indagini sull'omicidio di uno dei villeggianti.

Penelope Poirot e l'ora blu ci porta sugli Appennini della Liguria che hanno fatto da sfondo alle vacanze d'infanzia di Velma, infatti Penelope viene invitata da Francis Travers a trascorrere alcuni giorni nella villa dell'amica e collega Edelweiss Gastaldi, rinomata accademica in occasione del cui compleanno si prepara una giornata di convegni sul folklore e l'etnografia. Peccato che Velma l'abbia sempre identificata con una strega, essendo sempre stata una sorta di regina nel suo feudo, capace di terorizzare tutti e da tutti farsi odiare; il di lei marito Bebe Massone, inoltre, ha favorito le speculazioni edilizie che hanno portato alla requisizione e all'abbattimento di diverse piccole proprietà, fra le quali quella dei nonni di Velma. Nella terra in cui ha fantasticato di essere una fata, Velma ritrova queste presenze ostili ma anche Sveva, l'amica dei giochi d'infanzia, che lavora insieme alla figlia proprio per l'odiosa signora, che si rivela sempre più invasata dal misticismo dei boschi e dalle leggendarie creature che li popolerebbero. Alla presenza di personaggi tanto ambigui e fastidiosi, chiunque avrebbe un movente valido per compiere un omicidio, e la stessa Penelope viene sfidata a risolvere il caso entro il calare dell'ora blu, il crepuscolo nel quale si risvegliano le fate.

Ironici e pungenti, i tre romanzi di Penelope Poirot scorrono via con rapidità, coinvolgendo il lettore in un insieme di sospetti e siparietti; non sono gialli dai forti colpi di scena e in qualche momento si rischia anche di dimenticare che di gialli si tratti, perché su tutto prevale l'enorme ego di Penelope Poirot, messo in luce non solo dal disappunto di Velma, che a più riprese tenta di recidere il rapporto che la lega alla sua signora (come la chiama lei stessa), ma anche dalle pompose riflessioni della protagonista, sempre occupata a incensarsi e a liquidare le legittime critiche che le vengono mosse con l'incomprensione del genio da parte della massa incapace di apprezzarlo. Insomma, i tre libri sono fondamentalmente divertenti avventure nel corso delle quali il presunto acume di Penelope viene messo alla prova e in cui Becky Sharp gioca a creare aspettative ed equivoci proprio a partire dall'eccentricità della sua creatura. Che, a dirla tutta, forse perché calata sempre in gruppi i cui membri rivaleggiano per antipatia e doppiezza, alla fine risulta pure simpatica e decisamente migliore degli altri.

C.M.

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