Memorie dei miei scaffali

Mi guardo intorno, osservo gli scaffali e di tanto in tanto le memorie da lettrice si affollano, si impongono, rampollano le une sulle altre, si spintonano. La presenza dei libri letti si fa pressante anche di fronte alla scelta di nuove letture: si direbbe che averli già affrontati riduca le opzioni, invece talvolta proprio un testo che ci siamo lasciati alle spalle - poco o molto tempo fa, poco importa - influisce pesantemente sull'individuazione della nuova compagnia letteraria. Non so voi, ma il bisogno di voltare completamente pagina rispetto ad una precedente lettura o, al contrario, di accalappiarne subito una che sia all'altezza di quella fa sì che rimanga per parecchio tempo a interrogarmi sul libro da iniziare.
Piccoli o grandi bilanci in queste situazioni sono quasi inevitabili, specialmente in giornate uggiose e poco stimolanti come quelle che stiamo vivendo in questo mesto strascico d'anno; oggi, in particolare, passando in rivista gli scaffali (quelli fisici, non quelli elettronici, che frequento pochissimo), mi sono ritrovata faccia a faccia con qualche interrogativo che mi ha portata a stilare un piccolo bilancio del tutto disimpegnato.

Immagine di Sally Nixon
 
Con quali autori ho trascorso più tempo? Ho notato, anche con l'aiuto di Goodreads, che la stragrande maggioranza dei libri che ho letto è di autori italiani e che il secondo posto, che credevo spettasse ai britannici, è invece conquistato da scrittori americani; negli ultimi anni, però, c'è stata un'impennata di testi nordeuropei di cui vado molto fiera. L'autore di cui possiedo più volumi è Marco Malvaldi, ma si tratta di un primato facile, perché le sue sono storie brevissime e molto digeribili: se dovessi invece calcolare con quale scrittore abbia trascorso più tempo, con una stima affidata al conteggio delle pagine e all'intensità della lettura, si aprirebbe una sfida fra J.R.R. Tolkien e Lev Tolstoj.

Quale editore è più presente sui miei scaffali? Lo scontro è fra due titani, Einaudi e Mondadori, ma va detto che quest'ultimo ha acquisito una fetta preponderante di attenzione negli anni della scuola, soprattutto per quel che riguarda i classici tascabili di cui facevo incetta, mentre il primo continua ad incrementare la propria presenza anno dopo anno.

Quali volumi spiccano dal punto di vista squisitamente ottico sugli scaffali? I libri più belli sono senza dubbio l'edizione Cranford di Jane Eyre recentemente ristampata in una collana venduta in edicola, il voluminoso e ricco Giardino segreto illustrato da Minalima per L'Ippocampo editore, il cofanetto di 1Q84 e un volumetto di Antigone con traduzione in tedesco acquistata in una libreria antiquaria di Treviri. Va però detto che, nel complesso, gli scaffali che offrono il colpo d'occhio migliore sono quelli occupati dai tascabili Einaudi, col loro total-white e i profili discreti, e dai variopinti libriccini di Iperborea, piccole chicche anche per il loro formato singolare. A Fazi, però, ho riservato gli scaffali del soggiorno, adatti con il loro colore vivace ad ospitare i variopinti volumi e di raggruppare nei cubotti quelli riuniti in saghe.

Quanti libri non sono ancora stati letti? La risposta è facile: tanti, anzi troppi, ma del problema dei volumi in attesa mi sono già occupata. Ho però una particolare categoria di libri non letti, che corrisponde a quella dei volumi presi a prestito che mi sono resa conto di voler possedere e che, quindi, ho acquistato solo per aggiungerli alla mia collezione e poterli riprendere in qualsiasi momento lo desiderassi. Fra questi figurano Il conte di Montecristo e Harry Potter e la camera dei segreti, ma meritano una menzione anche quelle raccolte di racconti che ho iniziato e mai concluso e che su Goodreads ho classificato come testi da centellinare: Hoffmann, Kafka, Verga, Balzac, Conan Doyle. Anche alcuni dei classici greci e latini che possiedo sono lì per essere consultati al bisogno, ma non ne ho mai affrontato la lettura integrale, del resto né Tucidide né Lucrezio si prestano a stare sul comodino per una compagnia serale.

Ho dei doppioni sugli scaffali? Lasciando totalmente da parte i libri in formato digitale, dei quali possiedo quasi tutte le versioni cartacee, noto che possiedo due edizioni di Jane Eyre (la seconda è l'edizione bellissima di cui parlavo, che si è prepotentemente sostituita ala precedente), due copie de Uno studio in rosso (una in volume singolo, l'altra in raccolta con altri romanzi di Sherlock Holmes), due copie delle Nuvole di Arisofane (anche qui un singolo e una raccolta), tre Commedie e un Inferno eccedente, due diverse edizioni di Sei personaggi in cerca d'autore, due de Il principe e due delle Bucoliche.

Chissà quante altre particolarità riuscirei a individuare se continuassi la rassegna. Invece è arrivato il momento di prendere un benedetto libro dagli scaffali e smettere di rimuginare sulle letture passate per concentrarmi su una del tutto nuova.
Prima, però, rilancio a tutti voi questa piccola sfida: aspetto le memorie dei vostri scaffali!

C.M.

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