Scampoli di 2020

Che anno strano, cari lettori.
Questo 2020, bello rotondo e simmetrico, prometteva scenari decisamente migliori di quelli che si sono poi avverati.
L'anno è stato purtroppo dominato dalla pandemia di Covid19, che dal mese di febbraio è diventata una presenza costante e che è passata in poco tempo dall'essere percepita come un'influenza un po'più contagiosa al più grande disastro sanitario, economico e sociale degli ultimi decenni. Questa situazione ha avuto conseguenze su tutti noi, anche se non tutti sono stati toccati direttamente dalla malattia: è cambiato il modo di studiare, di lavorare, di fare la spesa, di stare insieme, di gestire gli spazi, di comunicare. Anche la percezione del tempo è stata pesantemente alterata, con giorni e settimane che sembravano infiniti e, al contempo, lo sfuggire della data: quanto spesso abbiamo avuto bisogno di qualche istante per capire che giorno fosse e quante volte ci siamo poi meravigliati di scoprire che una certa data era ormai imminente o addirittura superata?
A me è capitato spesso, perché sono venute meno molte delle abitudini che, a loro modo, aiutavano a scandire il tempo, prima fra tutte la didattica in presenza: la Dad (sigla che purtroppo ci siamo abituati a riconoscere tutti), soprattutto nello scorso anno scolastico, ha prodotto disorientamento e frustrazione, come immagino sia accaduto in molte attività e professioni improvvisamente compresse dentro un monitor. Trascorrere gran parte delle giornate al pc per lavoro ha fatto sì che i momenti da dedicare alla scrittura e alla lettura dei blog o dei siti che da anni seguivo con interesse si riducessero, perchè perfino una mezz'ora in più di fronte ad uno schermo luminoso diventava, al termine della giornata, una sfida insormontabile.
Quindi ho scritto poco, ma ho anche letto meno di quanto avrei voluto e potuto, soprattutto in estate; ho guardato pochi film, e quasi tutti in quest'ultima parte dell'anno. C'è stato un breve viaggio in Toscana, unica occasione di staccare, unico momento in cui ho superato i confini della regione (e per poco anche della provincia), prima opportunità di tornare a passeggiare e stancarmi di scarpinate dopo mesi di arresto totale e prima di una nuova fermata. Come mi è capitato di notare in passato, l'inattività imposta, che potrebbe suggerire mile modi per riempire il tempo, finisce per spegnere l'entusiasmo che ce li dovrebbe fare apprezzare. Il lockdown, in primavera, ha smorzato le energie e gli stimoli, quindi addio libri, addio fumetti, addio film. E, ad un certo punto, ho dato l'addio anche alla tv e ai social, perché ero veramente stanca di imbattermi in polemiche violente, strumentalizzazioni politiche a qualsiasi alito di vento, tesi antiscientifiche, complottismo, insulti e ignoranza.
In tutto questo insieme di riununce, la più pesante delle quali è stata ovviamente quella al contatto con le persone care, la quotidianità si è appiattita, la stanchezza è aumentata e soprattutto si è imposto un profondo senso di sfiducia e di disgusto nei confronti di quelle persone, che, non contente di aver constatato gli effetti di certi comportamenti scellerati, hanno pensato di reiterarli, di negare che fossero un problema e di inneggiare alla presunta libertà perduta. Insomma, è stato un anno di profondo pessimismo, nel quale è stato necessario aggrapparsi alle poche cose belle, in quei momenti in cui abbiamo potuto goderne. Chi di noi non si è lasciato abbruttire dalla pessima annata che abbiamo vissuto avrà forse imparato ad apprezzare di più le piccole cose: una cena in famiglia o con gli amici, una telefonata, una camminata all'aria aperta, un abbraccio o una stretta di mano.
Ma, al di là di questo, la fine dell'anno è anche il momento in cui, ormai da tradizione, do uno sguardo alle letture, quindi quale bilancio trarre, in questo senso, dal 2020? Il mio contatore dei progressi è sempre la challenge di Goodreads, più volte ricalibrata negli obiettivi, che mi restituisce un computo di 45 libri letti. Noto che, eccezion fatta per un libro abbandonato, le valutazioni che ho assegnato alle mie letture sono state tutte di livello discreto o buono, ma che, rispetto agli anni precedenti, solo tre libri hanno conquistato il massimo di cinque stelline. La grande delusione è stato il mancato completamento della lettura integrale delle Metamorfosi di Ovidio, che prevedevo di affrontare in estate ma che ho congelato una volta raggiunta la metà, con il proposito di riprendere il poema in tempi migliori. Si conquistano dunque il podio delle letture del 2020 tre romanzi di genere e ambientazione molto diversi che, hanno lasciato, ciascuno a modo proprio, un segno e un ricordo particolarmente positivi.
  • Circe di Madeline Miller si è distinto come un fantastico connubio fra un romanzo destinato al grande pubblico e un accurato lavoro di ricostruzione della tradizione di una delle figure mitologiche più conosciute. Tutti hanno letto o sentito dell'incontro fra Odisseo e quella che, erroneamente, si definisce una maga, ma ben più ridotta è la consapevolezza della profondità del mito di cui la pharmakis dell'isola di Eea è protagonista e che la scrittrice americana è riuscita a far dialogare con istanze moderne, senza per questo snaturarlo. Madeline Miller mi ha insomma fatto riconoscere la Circe che nel corso dei miei studi avevo imparato a sottrarre allo stereotipo della strega e ad apprezzare come un personaggio a tutto tondo.
  • Martin Eden di Jack London è uno di quei romanzi che volevo leggere da tempo e che mi ha conquistata non solo per l'intensità della sua storia e per la fiflessione su complesse dinamiche sociali e culturali che rilancia ad ogni pagina, ma anche per lo straordinario lavoro dell'autore sul protagonista, che, ben lontano dall'apparire come un eroe, è imperfetto, mutevole, capace di farsi ammirare in certi momenti e disprezzare profondamente in altri. 
  • La ragazza con la macchina da scrivere di Desy Icardi mi ha restituito la fascinazione del surreale già provata con la lettura del precedente romanzo della stessa autrice, L'annusatrice di libri. L'elemento fantastico e il duro realismo del contorno storico, costituito dal secondo conflitto mondiale e in particolare dai bombardamenti che sconquassano Torino, si compenetrano in una storia coinvolgente, originale e dalla quale trasuda l'entusiasmo dell'autrice per la narrazione, condotta in maniera impeccabile.
Ho deciso di non avanzare propositi per il 2021, anche se spero di poter intraprendere la lettura della monumentale opera di romanzi e racconti dedicati a Sherlock Holmes, di affrontare un altro classico della letteratura antica (ancora non so quale) in forma integrale e di onorare degnamente Dante Alighieri con qualche lettura a tema nel settecentesimo anniversario della morte. Ma dopo un anno come questo, la prudenza, anche nella pianificazione delle scelte letterarie è d'obbligo: i lettori sanno bene che talvolta arriviamo ad un certo libro o ne evitiamo un altro perché condizionati dalle circostanze che viviamo e non possiamo negare che spesso, anche a fronte di laute scorte accumulate, finiamo, per i più svariati motivi, per procurarci nuovi libri che, poi, conquistano prepotentemente la cima della coda di lettura.
In questa chiusura d'anno, infine, sono tornata ad osservare i risultati del blog, che, come prevedibile, ha avuto un calo di frequentazioni, principalmente per la bassa frequenza degli aggiornamenti e delle condivisioni di contenuti sui social (che, ahimé, hanno sempre più rilevanza rispetto agli articoli stessi). Noto però con piacere che continuano ad ottenere il maggior seguito alcuni dei post cui ho dedicato più energia e ai quali sono più legata: Il multiforme Ulisse: il ritratto dantesco, Gli amori di Venere e Marte da Omero a David e La mitologia nel Furioso: Ruggiero, Angelica e l'orca. Questi ed altri articoli che risultano fra i più visualizzati mi stimolano a riprendere l'approfondimento su temi e figure della letteratura, che i lettori sembrano apprezzare più delle recensioni: anche se a queste mi dedico più spesso, sia per la voglia di tenere un diario delle mie letture sia per il minor impegno che richiedono rispetto ad un excursus artistico-letterario, è però proprio quest'ultimo il genere di contenuto che più volentieri condivido e in cui riverso maggiormente le mie passioni. Forse quello di tornare con più costanza ai Sentieri letterari è un proposito che potrei arrischiare per il 2021, che, del resto, rappresenterà per Athenae Noctua l'ottavo anno di attività... e per me il numero 8 ha qualcosa di speciale e benaugurante.
Speriamo, in ogni caso, di essere prossimi ad una svolta e di poterci godere un nuovo anno all'insegna della gioia, dell'entusiasmo, della serenità e delle buone letture.
 
Natale, Palla Di Natale, Candele, Neve, Decorazione
Un calcio al 2020 e auguri di un felice 2021!
C.M.

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