Dante - Alberto Casadei

In occasione dei settecento anni dalla morte di Dante Alighieri si sono moltiplicate le iniziative destinate alla celebrazione dell'autore e, naturalmente, sono esplose le pubblicazioni di testi a lui dedicati. Fra questi c'è un libriccino di Alberto Casadei, docente dell'Università di Pisa, edito da Il Saggiatore, Dante. Storia avventurosa della Divina commedia dalla selva oscura alla realtà aumentata.
Il sottotitolo si rivela poco indicativo del contenuto, che sembrerebbe concentrarsi sull'argomento e sulle vicende narrate del poema, ma è piuttosto un interessante percorso nella storia redazionale dell'opera, nel quale le esperienze letterarie di Dante precedenti si fondono con la ricostruzione storico-biografica.
Basta uno sguardo veloce all'indice per capire che i sei capitoli non sono dedicati alle avventure narrate nella Commedia bensì a quelle vissute dalla Commedia, dalla sua genesi lontana, radicata nei versi della Vita Nuova, fino al successo internazionale e transmediatico che il poema ha ottenuto nei secoli.

Il libro di Casadei segue il doppio filo della carriera politica e dell'attività letteraria di Dante, fornendo alcune informazioni fondamentali sulla Vita Nuova, sul Convivio e sul De vulgari eloquentia, oltre che su altri scritti, per offrire al lettore una panoramica della cultura di questo grande personaggio, mettendone in evidenza le aspirazioni e le potenzialità, per arrivare a spiegare il valore della Commedia, coronamento ideale di tutto il suo percorso.
Del poema Casadei mette in luce anche alcuni dei problemi interpretativi in cui è incorso, a partire da quello del titolo, a noi così familiare ma probabilmente del tutto inesatto secondo la prospettiva e le intenzioni di colui che lo ha scritto. Casadei si sofferma soprattutto sulla questione della redazione, ipotizzandone un cominciamento fiorentino e ricostruendo le fasi del suo arricchirsi negli anni dell'esilio attraverso gli scritti coevi e le informazioni sugli spostamenti dell'autore e sui suoi contatti con altri intelettuali o esponenti della scena politica italiana. Particolarmente interessante è l'evoluzione del rapporto con Beatrice, il suo oscillare fra spunti biografici non particolarmente solidi e i topoi della letteratura cortese, la sua necessità come premessa per il grande poema religioso, ma anche gli intrighi delle fazioni fiorentine dei guelfi bianchi e neri, con la definizione dei legami di Dante con l'una e l'altra parte avvince il lettore.
Meno coinvolgente è l'ultima parte del testo, dedicata alle influenze della Commedia sulla produzione artistica mondiale, un excursus che approfondisce poco e appare come una vetrina di spunti, ma che intende dimostrare come un testo che vanta ormai secoli di storia risulti ancora vitale, pieno di significati e di suggestioni, capace di adattarsi a forme di comunicazione diverse in momenti storici e tradizioni culturali differenti. Questa è la sezione meno accademica del testo, quella che strizza l'occhio al grande pubblico e abbandona il confronto specifico con i testi (comunque molto sobrio anche nei capitoli precedenti), ma è utile a dimostrare quanto un'opera letteraria, anche grazie alle semplificazioni e agli errori interpretativi cui è andata incontro, possa continuare ad essere produttiva e comunicativa anche per coloro che la leggono a grande distanza, in luoghi, lingue e contesti completamente diversi da quelli in cui è nata.

C.M.

Commenti

  1. Risposte
    1. Grazie per il contributo, Michela. Ora le opzioni di moderazione sembrano funzionare correttamente, resta un enorme dubbio su commenti che risultano pubblicati e che non lo sono e altri che invece ho approvato e sono scomparsi.

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