Le terre di confine hanno un'atmosfera particolare, colorata dagli
incroci linguistici e culinari e segnata da snodi storici che le rendono
protagoniste in ogni epoca. Questa è la sensazione che porto con me
dopo cinque giorni di escursioni nel Friuli Venezia Giulia passate fra
siti archeologici, musei, piazze, mare, colline e osterie. Senza
alcuna premeditazione, il filo conduttore è stato proprio il confine,
spazio di incontri, di scontri e di confronti: dall'epoca antica fino
agli inizi del terzo millennio, tutte le testimonianze storico-culturali
si sono concentrate attorno a questo elemento.
Trieste, Piazza Unità d'Italia |
La prima tappa del viaggio è stata Aquileia, città di fondazione romana, 'madre' della vicina Grado, scelta come rifugio dagli Aquileiesi dopo la calata di Attila, e di Venezia. A vederla oggi è difficile figurarsela fra il II e il IV secolo come una delle più popolose dell'impero romano, prestigiosa sede patriarcale e importantissimo snodo commerciale, ruoli di cui sono testimoni il grande complesso basilicale edificato fin dall'epoca paleocristiana e più volte ampliato e le rovine del porto fluviale.
Aquileia, Basilica di Santa Maria Assunta |
Aquileia, mosaico del fiocco (part.) nel Museo archeologico nazionale |
Cittadina tranquilla e poco affollata, Aquileia, dichiarata Patrimonio
Mondiale UNESCO nel 1998, custodisce dei tesori inestimabili di cui si
può godere senza provare la sensazione di essere pressati da una calca
di turisti. In una giornata si possono ammirare il mosaico
paleocristiano più grande giunto fino a noi, che ricopre il pavimento
della basilica, gli scavi a cielo a perto accessibili gratuitamente e il
museo archeologico, che conserva raffinate testimonianze della vita
quotidiana fra il I secolo a.C. e l'epoca dell'invasione unna
(straordinarie, oltre alle opere musive, le collezioni di vetri, monete e
soprattutto quella glittica); con un po'di fortuna, rivolgendosi
all'ufficio turistico, si può anche accedere alla domus di Tito Macro
con visita guidata.
Aquileia, area archeologica del porto fluviale |
Ad flendos tuos, Aquileia, cineres / non mihi ulle sufficiunt lacrimae, /desunt sermones, dolor sensum abstulit /cordis amari. / Bella, sublimis, inclita diuitiis, / olim fuisti celsa aedifitiis, /menibus clara, sed magis innumeris / ciuium turmis. (Paolino di Aquileia, Versus de destructione Aquileiae, vv. 1-8)
Non mi bastano le lacrime, Aquileia, per piangere le tue ceneri, mancano le parole, il dolore del cuore amareggiato mi ha tolto ogni sentimento. Un tempo sei stata bella, gloriosa per le tue ricchezze, nobile per i palazzi, famosa per le mura ma ancor più per le innumerevoli folle di cittadini.
Accanto ad Aquileia, con un passaggio dalla
provincia di Udine a quella di Gorizia, si giunge a Grado, oggi
importante centro balneare della regione ma anche luogo di interesse
culturale per le sue radici romane e paleocristiane, riconoscibili nella
basilica di Sant'Eufemia col suo battistero e nella laguna, fin
dall'antichità difesa naturale e spazio cruciale delle attività
economiche; quest'ultima merita un'escursione in barca per ammirare la
flora e la fauna tipiche di un ambiente che muta di ora in ora insieme
alle maree, ma offre anche l'opportunità di pellegrinaggio ai fedeli
interessati a raggiungere l'isola di Barbana, sede di un monastero
benedettino.
Laguna di Grado |
Da un un punto di incontro antico sono passata ad un
crocevia moderno visitando Gorizia, calcando la linea di confine
italo-slovena e scendendo sulle rive dell'Isonzo. La città offre, nella
sua discrezione, una sintesi di cultura italiana, tedesca e slovena,
simboleggiata dalla rocca che ospita il castello e la chiesetta di Santo
Spirito e che affaccia sulla città da una parte e sulla sua sorella
Nuova Gorica sull'altro.
Il punto di incontro più emozionante è però
Piazza Transalpina, su cui si apre la prima stazione slovena e nel
centro della quale troneggia il mosaico che segna il punto di incontro
fra i due Stati, commemorando l'abbattimento della frontiera avvenuto
nel 2004 con l'ingresso della Slovenia nell'UE.
Gorizia, castello |
Gorizia, l'Isonzo presso Parco Piuma |
Questo è l'Isonzo / e qui meglio / mi sono riconosciuto / una docile fibra / dell'universo (Giuseppe Ungaretti, I fiumi, vv. 27-31)
Gorizia, il confine tracciato in Piazza Transalpina |
Poche
ore di sconfinamento permettono di affrontare l'escursione delle grotte
di Postojna, il maggior complesso carsico d'Europa, che si estende per
24 km di gallerie sotterranee accessibili dal XIX secolo attraverso un
trenino sotterraneo che conduce il visitatore nel cuore del complesso,
alla scoperta delle straordinarie architetture prodotte dallo
stillicidio dell'acqua.
In un itinerario friulano degno di questo
nome non poteva mancare la visita al capoluogo di regione, la maestosa
Trieste, città mitteleuropea fra le protagoniste indiscusse della storia
del Novecento come centro culturale di primo piano e sofferto teatro di
vicende belliche.
Nell'avvicinarsi al centro, è d'obbligo una sosta al parco del castello di Miramare, residenza asburgica prima e sabauda poi; l'edificio è il simbolo dell'avvicendamento delle dominazioni austriaca e italiana, che rappresenta anche con i due ambienti che lo caratterizzano: se gli appartamenti di Massimiliano d'Asburgo e Carlotta del Belgio e il salone di ricevimento mantengono gli arredi originali (colpisce senza dubbio lo studiolo di Massimiliano, che riproduce le forme di quello della fregata Novara), mentre al primo piano gli ambienti sono quelli ammodernati da Amedeo di Savoia secondo lo stile dell'art déco.
Nell'avvicinarsi al centro, è d'obbligo una sosta al parco del castello di Miramare, residenza asburgica prima e sabauda poi; l'edificio è il simbolo dell'avvicendamento delle dominazioni austriaca e italiana, che rappresenta anche con i due ambienti che lo caratterizzano: se gli appartamenti di Massimiliano d'Asburgo e Carlotta del Belgio e il salone di ricevimento mantengono gli arredi originali (colpisce senza dubbio lo studiolo di Massimiliano, che riproduce le forme di quello della fregata Novara), mentre al primo piano gli ambienti sono quelli ammodernati da Amedeo di Savoia secondo lo stile dell'art déco.
Trieste, castello di Miramare |
Trieste conserva tracce del suo passato romano, rappresentato dal teatro nel centro storico e dall'arco di Riccardo, del I sec., e dalle rovine del foro sul colle San Giusto e dai propilei romani inglobati nel complesso della cattedrale, che testimonia l'importante presenza del vescovo Enea Silvio Piccolomini, poi papa Pio II. L'area di San Giusto ospita, oltre al castello e alla chiesa omonimi, un museo di antichità dedicato a Johann Joachim Winckelmann, che qui venne assassinato, e soprattutto l'area commemorativa dei caduti di guerra, parte del Parco della Rimembranza.
Dal
colle si scende nella città vecchia e alla vicina Piazza Unità
d'Italia, spettacolare terrazza affacciata sul golfo cittadino,
abbagliante con i suoi edifici bianchi di giorno e con le luci che ne
esaltano l'eleganza di notte. Delimitata dai palazzi della prefettura e
della regione lungo i lati e dal palazzo municipale sul fondo, col suo
affacciarsi sull'Adriatico, quasi tuffandosi in esso traime il Molo
Audace, simboleggia il ruolo-chiave avuto nei secoli. Qui sorge anche
uno dei locali storici della città, il famoso Caffè degli Specchi e con
pochi passi si possono raggiungere sia Piazza della Borsa, il centro
nevralgico della vita affaristica del periodo compreso fra la fine del
XIX secolo e l'inizio del XX sia il Canal Grande, sul quale si
affacciano la chiesa di Sant'Antonio Taumaturgo e la chiesa ortodossa di
San Nicolò.
Trieste ha una scontrosa / grazia. Se piace, / è come un ragazzaccio aspro e vorace, / con gli occhi azzurri e mani troppo grandi / per regalare un fiore; / come un amore / con gelosia. (Umberto Saba, Trieste, vv. 1-7)
Passeggiando per le strade
del centro è inevitabile incontrare i protagonisti della scena
letteraria triestina, da Italo Svevo, che accoglie chi passeggia in
piazza Hortis a James Joyce (che ebbe con la città un legame
strettissimo e ne abitò diversi palazzi), che sembra passeggiare sul
Canal Grande, e Umberto Saba, il quale sembra dirigersi verso la sua
libreria antiquaria, oggi gestita dal signor Mario Cerne, figlio del
collaboratore del poeta, Carlo. A ripopolare la città dei suoi grandi
autori è stato nel 2004 lo scultore Nino Spagnoli, mentre nel 2019 si è
aggiunta a questo gruppo di scrittori il Gabriele d'Annunzio immortalato
in Piazza della Borsa da Alessandro Verdi.
Trieste, libreria antiquaria Umberto Saba |
In posizione
decentrata ma facilmente raggiungibile con gli autobus cittadini è la
Risiera di San Sabba, impianto produttivo convertito durante la seconda
guerra mondiale in campo per la detenzione e l'eliminazione di
oppositori politici e partigiani e per lo smistamento degli ebrei e di
altri prigionieri verso i lager transalpini. Nel Dopoguerra divenne
centro di raccolta dei rifugiati politici e dal 1965 fu dichiarato museo
nazionale e trasformata secondo il progetto di Romano Boico, che ha
eliminato le parti più danneggiate e aggiunto alcuni elementi
significativi, come le alte pareti in cemento e gli elementi metallici
che individuano lo spazio del forno crematorio e della ciminiera
distrutti dai nazisti prima dell'abbandono del campo. Oggi sono
visitabili gli spazi di detenzione e il museo, che rende fruibili anche
documenti multimediali.
In pochi minuti da Trieste si può
raggiungere un altro luogo della memoria, il fronte dell'Isonzo, lungo
il quale sorgono numerosi monumenti e musei. Fra le località più note si
annoverano San Martino del Carso e il vicino Monte San Michele, resi
patrimonio nazionale dai versi di Giuseppe Ungaretti. Nel comune di
Sagrado, all'altezza di Cima Tre, sorge una zona monumentale
commemorativa del primo conflitto mondiale di cui fa parte il museo del
Monte San Michele, una piccola struttura che, accanto ad una ridotta ma
significativa raccolta di oggetti militari, offre degli strumenti
multimediali e in particolare due esperienze immersive: la visita alla
galleria cannoniera, sede del comando tattico della Terza Armata
dell'esercito italiano, con possibilità di fruire di un supporto in
realtà aumentata, e la visione di un filmato in realtà virtuale che
permette di calarsi in alcuni scenari bellici e di interagire con lo
spazio, scegliendo la propria prospettiva.
Monte San Michele, veduta della Valle dell'Isonzo |
Come questa pietra / del S. Michele / così fredda / così dura / così prosciugata / così refrattaria / così totalmente / disanimata /// Come questa pietra / è il mio pianto / che non si vede /// La morte / si sconta / vivendo (Giuseppe Ungaretti, Sono una creatura)L'ultimo spazio di confine visitato è stato Cividale del Friuli, cittadina fondata da Giulio Cesare con il nome di Forum Iulii ed entrata nel 2011 nella lista del Patrimonio UNESCO per l'importanza delle testimonianze artistiche longobarde, che comprendono il Tempietto longobardo, costruito nell'VIII secolo come cappella palatina nell'area sede della residenza del gastaldo divenuta poi sede del monastero di Santa Maria in Valle, il battistero di Callisto e l'ara di Rachtis conservate nel museo del Duomo e i reperti del museo archeologico.
Cividale del Friuli, Tempietto longobardo |
Qui si è concluso il mio viaggio friulano, che,
naturalmente, avrebbe potuto comprendere tante altre tappe ugualmente
interessanti e preziose e dal quale ritorno con bellissimi ricordi, e,
come sempre accade quando si percorre il nostro Bel Paese, con gli occhi
pieni di meraviglia... e qualche etto in più.
C.M.
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