La scomparsa di Stephanie Mailer - Joёl Dicker

Se siete alla ricerca di un giallo per l'estate, di un buon libro da ombrellone o da amaca che tenga compagnia ma non impegni troppo la mente, La scomparsa di Stephenie Mailer potrebbe fare al caso vostro. Scritto da Joёl Dicker, reso famoso da La verità sul caso Harry Quebert, questo romanzo è però più coinvolgente e gradevole del primo: ha un ritmo più sostenuto, un'intrigante alternanza di narratori che vivacizza gli eventi e personalizza i punti di vista e gode di tutti i benefici di una coralità di personaggi ben costruita.
L'atmosfera in cui si dipana il giallo non è lontana da quella di Harry Quebert: lo scenario è di nuovo una cittadina tipica della costa orientale degli Stati Uniti (siamo a pochi chilometri da New York), con quella patina di idealizzazione a cui anche le serie tv ci hanno abituati, ma teatro di numerosi omicidi. Le morti su cui indagano Anna Kanner, Jesse Rosenberg e Derek Scott, tuttavia, sono messe in moto dal riemergere di un cold case del quale si erano occupati, agli esordi della loro carriera, Rosenberg e Scott e che era costato loro enormi meriti ma anche una grossa perdita. Infatti nel giugno 2014, a pochi giorni dalla nuova edizione del festival teatrale di Orphea una giovane giornalista, Stephenie Mailer, informa Rosenberg di essere a conoscenza di alcune informazioni che dimostrerebbero che nel 1994, al termine delle indagini sull'omicidio del sindaco di Orphea Joseph Gordon, della moglie, del figlio e di Meghan Padalin, una giovane donna che faceva jogging nei pressi della loro casa, era stato arrestato l'uomo sbagliato. Il presunto colpevole, morto durante l'arresto, non può fornire alcun aiuto a Rosenberg, ma Stephenie sta lavorando ad un articolo che promette rivelazioni sensazionali. Ecco perché, quando Stephenie scompare nel nulla e nemmeno il direttore del giornale per cui lavora sa fornire spiegazioni sulle sue ricerche, Rosenberg, pronto al pensionamento, decide di continuare a lavorare fino ad accertare i fatti riguardanti la giornalista, quelli del 1994 e i nuovi omicidi che scaturiscono dalla riapertura del caso. Rosenberg convince Scott ad abbandonare il suo lavoro d'ufficio per affiancarlo, anche se questo significa per entrambi riaprire una ferita, e a loro si unisce Anna Kanner, appena trasferita da New York a seguito di un incidente nel corso di una rapina. La lista dei sospetti, anziché assottigliarsi, diventa più fitta pagina dopo pagina, trasformandosi in un labirinto di dubbi, segreti e moventi che si fa ancor più intricato quando nel cartellone del festival viene inserito il grottesco dramma di Kirk Harvey, capo della polizia di Orphea nel 1994 convertitosi all'arte, che promette proprio di svelare la verità sulla strage Gordon-Padalin: semplici cittadini, alcuni testimoni del dramma di vent'anni prima, si improvvisano attori e contribuiscono a rendere confuse le nuove indagini, a depistarle più o meno volontariamente e a moltiplicare le possibili soluzioni senza che nessuna riesca ad affermarsi sulle altre fino alle ultimissime righe del libro.
La scomparsa di Stephanie Mailer è dunque una storia affascinante, che cattura con il suo brillante gioco di alternanza fra passato e presente e con il rimpallo delle prospettive narrative: ben più incalzante di Harry Quebert, si lascia assaporare in poche ore e mantiene ben saldo il filo del ragionamento, mettendo il lettore nelle condizione di rilassarsi senza scervellarsi in collegamenti contorti e improbabili.

C.M.

Commenti

  1. La verità sul caso Harry Quebert mi era piaciuto molto. Sul romanzo oggetto del tuo post sono sempre stato un po' titubante perché ho letto in rete pareri discordanti, ma il tuo scritto mi ha convinto: lo leggerò.
    Buona serata.

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    1. Spero che il romanzo sia di tuo gradimento, intanto grazie della fiducia e buona lettura!

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