Due libri su Aldo Manuzio

Ogni filologo, anzi ogni bibliofilo deve essere grato ad Aldo Manuzio, primo grande imprenditore della stampa e dell'editoria: sebbene la sua fama non eguagli quella di Gutenberg, è ragionevole affermare che, senza le edizioni aldine, l'Umanesimo, il mercato del libro, le forme della comunicazione della letteratura sarebbero stati ben diversi da come li conosciamo.
A questo personaggio ho già dedicato un post in cui si riassumono le principali informazioni sulla sua vita e sulla sua attività di stampatore; oggi torno a Manuzio per presentarvi due libri che documentano il suo percorso in forme completamende diverse.
 
 
Il primo testo, che è poi quello cui intendo dedicare l'attenzione maggiore, è Lettere prefatorie a edizioni greche, una raccolta delle prefazioni ai diversi testi pubblicati da Manuzio fra il 1495, anno della pubblicazione della Grammatica greca di Costantino Lascaris e del poemetto Ero e Leandro di Museo, fino al 1514, l'anno di stampa del lessico bizantino Suda e di quello di Esichio (V-VI secolo), col prezioso intervento di Marco Musuro sull'unico manoscritto disponibile, e dei Deipnosofisti di Ateneo, anch'esso curato da Musuro. Le prefazioni sono in forma di lettere dedicatorie agli studiosi o a specifici personaggi cui Aldo è legato, meritevoli di aver supportato il suo lavoro, di avergli fornito i preziosi manoscritti da emendare e stampare o, semplicemente, di essere cultori di alti valori morali e soprattutto delle belle lettere e, quindi, di collaborare alla rinascita intellettuale che per Manuzio rappresenta la speranza di un riscatto dalla drammatica situazione delle guerre d'Italia.
Attraverso le prefazioni qui raccolte emergono la passione, l'impegno, la fatica e talvolta la frustrazione di Aldo Manuzio, sempre consapevole dell'importanza del suo progetto ma costantemente impegnato a giustificarsi per i ritardi di un lavoro di cui non tutti comprendono la difficoltà e per gli errori di stampa che lo portano a promettere correzioni e aggiornamenti. Si avverte nello stampatore l'urgenza di ultimare un lavoro interminabile, di vederne i frutti, di coglierne le soddisfazioni, un'ansia che lo conduce a lamentare più di una volta il male che si è procurato con la missione intrapresa, con quel tormento interiore tipico di chi nutre un amore immenso per l'attività che svolge e che vorrebbe perfetta. C'è poi l'immensa gratitudine per chi apre a lui e ai suoi collaboratori la propria collezione di libri per favornirne la circolazione, elogiato per la filantropia che, sola, può permettere la riscoperta delle voci antiche; all'opposto, Aldo critica pesantemente gli «affossatori di libri» che, invidiosi della sua opera di divulgazione, sono avari e preferiscono far ammuffire i libri nelle loro biblioteche piuttosto che condividerli, vantandosi dell'unicità di un pezzo piuttosto che temendola.
Lettere prefatorie a edizioni greche è pubblicato da Adelphi a cura di Claudio Bevegni; il volume è arricchito da una nota introduttiva di Nigel Wilson, coautore di Scribes and Scholars (noto in Italia col titolo Copisti e filologi), preziosa per comprendere il percorso sottostante le lettere e che, quindi, sarebbe interessante leggere intramezzandola alle prefazioni dei testi via via elencati. Il volume è sicuramente uno strumento interessante per i cultori della filologia, ma è accessibile anche a chi non abbia una preparazione specifica nella disciplina, grazie al ricco apparato di note e all'introduzione stessa: qualsiasi amante dei libri può avventurarsi nella carriera di Aldo Manuzio senza il timore di essere gettato in un mondo sconosciuto senza bussola.
Un'alternativa ben più generale ma a suo modo curiosa è il graphic novel Aldo Manuzio di Andrea Aprile, illustrato da Gaspard Njock e edito da Tunué. La storia a fumetti segue la vicenda biografica di Aldo Manuzio, arrivando, con una selezione di alcuni momenti, all'ideazione della stampa in ottavo, che renderà i testi più facilmente trasportabili e meno costosi; vengono toccati anche i rapporti di Aldo Manuzio con Giovanni Pico della Mirandola e col maestro Battista Guarino e la difficile situazione dell'Italia travagliata dalla guerra. Il fumetto parte da un'idea interessante e avrebbe il grande pregio di trasformare una figura poco nota nel protagonista di un prodotto di facile circolazione, eppure il soggetto non è sviluppato in maniera efficace: intrecciato ad una storia parallela ambientata nei nostri giorni, non esplica in modo chiaro i legami che ha con i personaggi di quest'ultima, lasciando in sospeso gli snodi della vicenda e correndo verso un finale frettoloso. Di Aldo Manuzio, in fin dei conti, si impara più dallo scritto in chiusura di Antonio Polselli che dal romanzo illustrato in sé, ma il graphic novel rimane un mezzo curioso per un primo approccio alla figura dello stampatore bassianese.
Queste sono le mie proposte per avvicinare Aldo Manuzio, una figura degna di una notorietà ben maggiore di quella che gli viene tributata. Non è infatti responsabile della sola circolazione dei testi classici, ma ha dato un fondamentale contributo anche alla stampa degli autori del Trecento toscano e dei suoi contemporanei. E, in fin dei conti, è merito suo se dai massicci incunaboli siamo arrivati a testi di formato... tascabile!

È davvero difficile impresa, studiosi delle belle lettere, stampare libri latini correttamente, ancora più difficile stampare libri greci in modo accurato, difficilissima stampare senza errori sia gli uni che gli altri in questi tempi difficili. In quale lingua io stesso mi impegni a stampare libri, e in quali frangenti, lo vedete. Da quando ho intrapreso questa difficile attività (sono ormai entrato nel settimo anno), potrei asserire, con tanto di giuramento, che in questi anni non ho avuto neppure un'ora di completa tranquillità. Il nostro è un progetto bellissimo e utilissimo: tutti lo dicono e lo ripetono all'unisono con parole di elogio. Sarà certamente così: io, però, ho trovato il modo di procurarmi un tormento proprio mentre desidero esservi di giovamento e fornirvi dei buoni libri.

C.M.

Commenti

  1. Amo da sempre questa figura chiave dell'editoria antica. Ne sentii parlare diffusamente durante il corso di Biblioteconomia in Vaticano, la passione degli insegnanti accese in me una certa curiosità verso Manuzio, che però non ho mai "dissetato" a dovere. Il libro Adelphi è molto interessante, ma penso di prendere l'altro. Oltretutto bisognerebbe far diventare Manuzio un "personaggio" da studiare a scuola. Ci vorrebbero progetti ad hoc. Stupende le sue parole, traspare tutta la passione di quest'uomo del passato.

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    1. Io credo che approfondirò la conoscenza del personaggio e della storia dei libri a stampa: la mancanza di un corso di questo genere è fra le cose che rimpiango degli anni universitari. Fammi sapere, se ti dedicherai al fumetto di Andrea Aprile.

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