tag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post5371003914302895865..comments2024-03-09T21:42:45.231+01:00Comments on Athenae Noctua: Sicuri di voler iniziare? L'esordio letterario secondo Calvino e PaveseCristina Malvezzihttp://www.blogger.com/profile/09239002431071930195noreply@blogger.comBlogger9125tag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-64845074666585311422023-05-03T18:17:41.568+02:002023-05-03T18:17:41.568+02:00Ciò che Calvino dice dell'inizio "Il prim...Ciò che Calvino dice dell'inizio "Il primo libro sarebbe meglio non averlo mai scritto. Finché il primo libro non è scritto, si possiede quella libertà di cominciare che si può usare una sola volta nella vita, il primo libro già ti definisce mentre tu in realtà sei ancora lontano dall’esser definito;...];" mi trova solo parzialmente d'accordo. La sua (di Calvino) esperienza stessa di scrittura lo dimostra nel momento in cui le sue opere sono ognuna per sé "unica" e non ripetizioni di temi, di stili, di scrittura. In realtà l'inizio dello scrittore che scrive la prima opera non necessariamente lo definisce. Sono gli altri ( critici letterari, lettori...) che lo definiscono. Che Calvino abbia voluto sperimentare e sperimentarsi nelle diverse forme di scrittura è stata una precisa scelta volta ad esprimere con più efficacia possibile i contenuti che poi ha sviluppato. Parimenti Pavese ha ritenuto più efficace per la sua scrittura mantenere stili e temi già definiti nella prima opera. E' pur vero che a leggere diverse opere di scrittori vi si ritrova sempre qualcosa del nucleo del primo inizio, ma questo, credo, non dipenda dalla mancanza di libertà o di ingenuità o di stupore nei confronti della "prima volta", ma dall'atteggiamento caratteristico insito nello sguardo e nella mente di chi fa letteratura. Forse l'affermazione di Calvino ha a che fare più con la "prima scelta" che preclude tutte le altre scelte, con l'atto stesso della volontà sottesa a quell'atto. Ci sono scrittori che riescono ad avere altri sguardi nei loro libri successivi al primo. Maria Rosa Giannaliahttps://www.blogger.com/profile/17474292097941925523noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-25342082963381418022016-02-15T11:39:49.150+01:002016-02-15T11:39:49.150+01:00Bellissima questa tua definizione dell'inizio ...Bellissima questa tua definizione dell'inizio come "stato di grazia", trovo che renda molto bene l'essenza del messaggio di Calvino e Pavese.Cristina Malvezzihttps://www.blogger.com/profile/09239002431071930195noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-25250101658475641172016-02-15T11:29:54.838+01:002016-02-15T11:29:54.838+01:00L'inizio è uno stato di grazia. Ogni inizio ha...L'inizio è uno stato di grazia. Ogni inizio ha in sé qualcosa di irripetibile in ciò che segue. L'inizio ha il sapore di qualcosa cui ancora non si è dato una forma ma che agli occhi di chi esordisce appare già perfetto. L'inizio, concordo, ha in sé qualcosa di teneramente ingenuo, è come uno spazio nel quale ferve tutto l'ottimismo di cui si è capaci. <br />I migliori incipit sono quelli che sono rimasti memorabili e nei quali si concentra lo spirito, l'essenza di ciò che verrà dopo. Luzhttps://www.blogger.com/profile/13430946039012698686noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-74452938127827125112016-02-12T15:35:36.521+01:002016-02-12T15:35:36.521+01:00Sono d'accordo sull'importanza di mantener...Sono d'accordo sull'importanza di mantenersi ingenui, cosa che la maturazione e l'esperienza, tuttavia, rendono molto difficile. Probabilmente, anche qui, come per tanti altri aspetti della vita e dell'arte, la virtù sta nel mezzo, e l'artista sa equilibrare le scelte più ragionate con gli slanci più spontanei... :)Cristina Malvezzihttps://www.blogger.com/profile/09239002431071930195noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-37646651189821836342016-02-12T03:39:06.364+01:002016-02-12T03:39:06.364+01:00Io credo che l'esito dipenda dall'artista ...Io credo che l'esito dipenda dall'artista stesso (allargo il campo e penso anche ai musicisti, ai cantanti, ai pittori): la maturazione è necessaria e inevitabile, ma forse, per come è la mia sensibilità, un vero Artista è chi conserva un po' dell'ingenuità degli inizi, un toccasana per non ripiegarsi troppo su di sé, verso pericolose chiusure e ripetizioni ossessive e vuote, ahimè :P Ovviamente non ci sono percorsi univoci per tutti (e dunque meno male!), la mia è una considerazione assai generica!<br />Ciao Cristina (passo in consistente ritardo, ma ci sono eh! :D) a presto!Glòhttps://www.blogger.com/profile/09531959900893978064noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-64577398719188744472016-02-09T21:11:33.001+01:002016-02-09T21:11:33.001+01:00Accadrebbe sicuramente, e ci sarebbe altrettanto d...Accadrebbe sicuramente, e ci sarebbe altrettanto da riflettere, anche se, purtroppo, possiamo solo fantasticare su un possibile dialogo di un autore esordiente con il suo alter-ego adulto.<br />Anch'io sono dell'idea che un primo passo, anche fosse totalmente diverso dai successivi, vada fatto, ma, da perfezionista quale sono, non riesco a non pensare a quanto, una volta intrapresa un'attività, questa possa liberarsi, sfuggendo al controllo (che non è detto sia sempre un male, anzi). Ma è naturale che, per il fatto stesso di iniziare e voler arrivare, inevitabilmente bisogna correre dei rischi, investire energie e essere disposti a stupirsi dei risultati.Cristina Malvezzihttps://www.blogger.com/profile/09239002431071930195noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-45238450811142657972016-02-09T19:23:42.817+01:002016-02-09T19:23:42.817+01:00La parte più interessante di questo post per me è ...La parte più interessante di questo post per me è stata quella contenente la riflessione su come oggi "l'inizio" sia visto negativamente. Non ci avevo mai riflettuto ma è vero e lo trovo terribilmente triste: l'inizio di qualcosa è la parte che più dovremmo goderci, che dovremmo vedere come un'avventura che chissà come andrà. Invece la associamo a contratti sottopagati da stagisti, a situazioni di stallo che non è in nostro potere far evolvere. Questo è il lato più dannoso dell'epoca che stiamo attraversando, un inasprimento delle emozioni e un mancato interesse o curiosità di quel che verrà domani.<br />In campo letterario - così come nella vita poi, per come la vedo io - un autore non dovrebbe pentirsi del proprio esordio: quello era il primo passo, necessario come tutti i successivi ad arrivare al dopo. Capisco che ci si possa allontanare dalle idee di gioventù, che crescendo si cambi modo di guardare alla vita e al mondo, ma non per questo si deve rinnegare il prima. Chissà, se si andasse al contrario nel tempo magari sarebbe il giovane a rinnegare le posizioni del sé più maturo.Juliahttps://www.blogger.com/profile/03244677482508188276noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-56202096810072234682016-02-09T17:05:45.097+01:002016-02-09T17:05:45.097+01:00Infatti è straordinario notare i diversi atteggiam...Infatti è straordinario notare i diversi atteggiamenti degli scrittori: da una parte chi vuole sfuggire ad un "passato scomodo", dall'altra chi vede ogni progresso come positivo, senza per questo rinnegare i primi passi. Credo che l'instancabile sperimentalismo di Calvino spieghi anche la sua fuga da qualsiasi cristallizzazione, mentre un personaggio rigoroso come Pavese può aver sentito maggiormente l'insofferenza per qualche aspetto della letteratura cui non riusciva a dare la forma della vita.Cristina Malvezzihttps://www.blogger.com/profile/09239002431071930195noreply@blogger.comtag:blogger.com,1999:blog-7571514561409359532.post-15689418338447418712016-02-09T13:03:38.521+01:002016-02-09T13:03:38.521+01:00E' difficile dire la propria se dall'altra...E' difficile dire la propria se dall'altra parte ci sono personalità come Pavese o Calvino, soprattutto quando non al si pensa come loro.<br />Indubbiamente se un autore diventa celebra si metteranno a confronto le prime opere con le ultime, seguendo passo a passo la sua maturazione. E' così, è inevitabile.<br />Tuttavia non penso che questo debba scoraggiare un autore, perché se anche si 'pentisse' di aver pubblicato un primo libro nel quale non crede più con l'andare avanti degli anni, ciò che gli darà nuova energia sarà la volontà di dimostrare al pubblico di essere più di quel che era nel suo primo romanzo - spero di essermi spiegata, per quanto la frase sia ingarbugliata.<br />Sta nell'autore vedere il nuovo e la possibilità dove gli altri vedono un processo meccanico.PattyOnTheRollercoasterhttps://www.blogger.com/profile/06668085810644542583noreply@blogger.com