Nuovo Cinema Paradiso (Giuseppe Tornatore, 1988)

Non definitelo 'un vecchio film' perché, vi avverto, Nuovo Cinema Paradiso ha la mia età! Eppure sono arrivata all'altro giorno senza conoscere del lungometraggio di Giuseppe Tornatore altro che la fama internazionale e lo struggente tema musicale, tratto dalla colonna sonora composta da Ennio Morricone. Informazioni ovviamente lacunose, che ho avuto l'occasione di colmare grazie alla messa in onda di martedì su Rai Movie: una delle rare circostanze in cui la televisione si rende utile!


Il film racconta la storia di Salvatore di Vita (interpretato da Salvatore Cascio, poi da Marco Leonardi e, infine, da Jacques Perrin), che, cresciuto nel paesino Siciliano di Giancaldo con la madre e una sorella più piccola, coltiva una profonda amicizia con Alfredo (Philippe Noiret), il proiezionista del cinema parrocchiale, costretto dal prete a tagliare dalle pellicole tutte le scene d'amore. La narrazione avviene però in retrospettiva, poiché il film si apre con Salvatore che, ormai adulto e regista affermato residente a Roma, riceve una telefonata che lo avvisa della morte di Alfredo. Questa comunicazione risveglia in Salvatore, che non torna a Giancaldo da quando se n'era allontanato poco pià che ventenne, il ricordo delle vicende vissute durante l'infanzia e la giovinezza. Vediamo allora Totò (come lo chiamano tutti) imparare a maneggiare il proiettore, salvare Alfredo dall'incendio del cinema, effettuare le prime riprese e innamorarsi di Elena (Agnese Nano, poi Brigitte Fossey), da cui, però, presto lo dividono molte circostanze avverse e motivazioni che rimarranno sconosciute ad entrambi per anni.


Proprio la morte di Alfredo, che aveva insistito affinché Salvatore lasciasse Giancaldo e iniziasse una nuova vita a Roma, lontano da tutto e da tutti per potersi dedicare alle proprie passioni e non lasciarsi soffocare dalla monotonia e dal grigiore della vita del paesino, permette la ricomposizione della storia. Il ritorno permette infatti a Salvatore di incontrare per l'ultima volta Elena, nel frattempo sposatasi con un suo amico d'infanzia, che svela finalmente la verità sugli eventi di gioventù.
Il film è piuttosto lungo (vi sconsiglio di seguirlo, come ho dovuto fare io, seduta in cucina con i gomiti sul tavolo), ma mai noioso: i colori, le musiche, la successione di momenti comici e drammatici creano una narrazione scorrevole, fluida, in cui alle vicende vere e proprie si intrecciano profonde riflessioni su un tema sempre attuale: quello del futuro, delle scelte per la vita, delle occasioni vissute e di quelle perse.
La figura di Alfredo è fondamentale perché porta nel film una verità che nessuno vorrebbe mai ammettere, rivelando il pericolo dell'attaccamento ai luoghi dell'infanzia, ai ricordi e alle rassicuranti abitudini di tutti i giorni, fattori che possono minare la realizzazione di un sogno o la stessa scoperta delle proprie ambizioni. Eppure la durezza di questa ammissione si stempera nella consapevolezza che, anche abbandonando casa, al ritorno si può trovarvi qualcosa di nuovo, inaspettato e ancora pulsante, come quell'inaspettato dono che Salvatore riceve dalle mani della vedova di Alfredo e che ci accompagna lungo gli ultimi, commoventi minuti del film.

Vattinni, chista è terra maligna! Fino a quando ci sei ti senti al centro del mondo, ti sembra che non cambia mai niente. Poi parti. Un anno due, e quanno torni è cambiato tutto: si rompe il filo. Non trovi chi volevi trovare. Le tue cose non ci sono più. Bisogna andare via per molto tempo, per moltssimi anni, per trovare, al ritorno, la tua gente, la terra unni si nato. Ma ora no, non è possibile. Ora tu sei più cieco di me.

C.M.

Commenti

  1. Un film che manca dal mio personale bagaglio cinematografico... Dovrò presto porvi rimedio!!!

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  2. Uno dei miei film preferiti! Assolutamente da vedere! :)

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    1. Concordo, per noi Italiani è un caposaldo del cinema, e ora comprendo il perché!

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  3. Il film della mia vita.
    E ha un anno in più di me :D

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    1. Qui è tutto un svelarsi d'età! A pensarci bene, fa uno strano effetto pensare che ormai il film appartiene ormai al secolo scorso! In ogni caso, una gran prova di XX secolo! :)

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    2. Beh, la maggior parte di noi appartiene al secolo scorso!! Quando una volta ho spiegato ai miei cuginetti che sono nato nel 1987, mi hanno guardato come fossi qualcosa che appartiene ad un passato lontano da loro anni luce!! :)

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    3. La legittima diffidenza delle nuove generazioni... ma avranno tanto da imparare da noi vecchi degli anni '8o... :)

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  4. Sono critico con i film di Tornatore, molto critico siccome la realtà presentata dentro una cornice troppo spessa non la amo. E questo è uno dei tratti caratteristici di Tornatore. Ma hai scelto un film tra i meno incorniciati dei suoi... Ma pur sempre incorniciato.
    Questo e Stanno Tutti Bene sono forse quelli che preferisco. Stanno Tutti Bene certamente più di Nuovo Cinema Paradiso: "e ricorda: il vino si fa anche con l'uva!". Memorabile. Sul remake mi astengo perché è tutt'altra questione: altra regia, altra impostazione, poi c'è De Niro che basta per cambiare aspetto ad un film.

    Tornando a Tornatore, guardo più verso Bertolucci, se devo. Ma anche no. Luchetti certamente e un po' di Di Gregorio di sicuro, Ciprì/Maresco piuttosto (se cerco un'espressività veramente aperta - e per fare la pernacchia ai “totem del cinema” più o meno blasonato), insieme a Rezza :-)) E naturalmente Giordana, che preferisco a Tornatore per le inquadrature meno favolistiche e per l'attenzione e l'impegno sociale, che si questo punto è quattro spanne avanti rispetto a Tornatore. Oppure vado all'estero, che poi con Tornatore (e Bertolucci) è lo stesso, e mi guardo Cronenberg e Linch (Aronofsky forse forse lo passo pure, ma anche lì si avverte un'aria di cornice come la si avverte con Jarmusch), e così alla fine dico: ecco dei film con una cornice meno importante di quelle datemi da Tornatore, più discreta.

    Chissà (penso adesso): se T. avesse avuto le camere odierne avrebbe creato un siamese anticipatorio di Baarìa nel lavorare a Nuovo Cinema Paradiso? Non lo saprò mai.

    Quell'anno, se ricordo bene, andai a vedere Il Piccolo Diavolo preferendolo a Tornatore, e ci andai anche (soprattutto) perché era il periodo di Pacciani. Tornatore l'ho guardato quasi soltanto - e quasi sempre - in televisione, come hai fatto tu con Nuovo Cinema Paradiso, con la differenza che allora avevo un televisore in bianco e nero. Ora Tornatore lo si può guardare ancora meglio, ora che non ho più un televisore da almeno dieci anni, quante volte si vuole con il cpu. Anche in mezzo all'oceano ;-)

    Come vedi sono più o meno critico con T. e certamente non ti dispiacerà che si intervenga anche così, se si hanno gusti diversi e, credo di aver capito, conoscenze diverse. È anche vero che sono un po' più vecchio di te e questo vuol dire. Ma spero di essere sempre educato; forse un po' energico, ma neanche tanto, ma educato.

    Un saluto! :-)

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    1. Qui ciascuno può esprimere il proprio pensiero, l'educazione è fondamentale, e ti garantisco che la tua si coglie e si lascia apprezzare: legittimo muovere critiche o sollevare perplessità (altrimenti perché aprire un blog?), purché vi sia il rispetto per tutte le opinioni, quindi i tuoi interventi sono più che graditi!
      D'altra parte, hai rivelato importanti conoscenze cinematografiche, mentre io devo confessare di avere parecchie lacune sul fronte cinematografico italiano - e non: è mia intenzione colmarle nei prossimi anni, soprattutto perché, più scopro i grand film del passato, più mi rendo conto che non si può prescindere da molti di essi. Quindi terrò buoni i tuoi suggerimenti e le tue osservazioni.
      Grazie mille del contributo! :)

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  5. Mi è molto piaciuto questo film, l'ho visto più volte e mi piace sempre! In generale, apprezzo Tornatore, il cui intento non mi sembra quello di documentare la realtà, ma di costruire una storia intorno ad uno dei suoi aspetti, mettere il pubblico in contatto con un interrogativo, una scelta.

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    1. In questo film c'è riuscito benissimo, senza alcun dubbio!

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