Il Van Gogh ritrovato

Sarà visibile da domani al Van Gogh Museum di Amsterdam il dipinto Tramonto a Montmajour, solo di recente attribuito a Vincent Van Gogh grazie a nuovi metodi di analisi. Era dal 1928 che non veniva alla luce un'opera del pittore olandese, anche se la proposta di autenticare il Tramonto era già stata avanzata al Van Gogh Museum nel 1991, ma negata in quanto gli elementi non furono ritenuti sufficienti e la tela non presentava la firma dell'autore.

V. Van Gogh, Tramonto a Mont Majour (1888).

Il dipinto risale all'ultimo periodo trascorso da Van Gogh ad Arles, precisamente al 1888, due anni prima della morte, sebbene il tratto pittorico, definito il 'segno di un momento di transizione' (così Meedendorp, uno degli studiosi che lo ha analizzato), abbia per lungo tempo portato a non riconoscere la mano dell'artista. A vent'anni di distanza, la possibilità di confrontare il Tramonto con i cenni contenuti nei resoconti epistolari dell'autore e di ricorrere a più sofisticate analisi chimiche dei pigmenti, ha permesso di identificare la tela con l'opera catalogata. Il rinvenimento sulla tela del numero 180, inoltre, ha permesso un raffronto con il catalogo ufficiale del 1891, dove, allo stesso numero, è appunto registrato l'olio Sole al tramonto ad Arles.
Il paesaggio raffigurato è collocato in un'area campagnola della Provenza dominata dall'abbazia benedettina di Montmajour (in alto a sinistra), citata in diverse lettere dell'artista; allo stesso contesto geografico risale il dipinto Arles, le rocce, che ha in comune con il Tramonto anche il tipo di tela e l'anno di produzione e che, per questo, è stato un elemento di confronto importante.

V. Van Gogh, Le rocce (1888), Museum of Fine Arts di Houston

La storia di Tramonto a Montmajour, di epilogo felice, è stata tormentata fin dalla sua creazione: Van Gogh, forse già in preda al malessere che lo avrebbe portato a spararsi, la disconobbe come un fallimento (in quello stesso periodo distrusse molte delle proprie opere), e il dipinto, fortuitamente salvatosi, fu venduto come opera di un artista minore. Il ritrovamento della tela è avvenuto in un attico norvegese, dove era arrivata grazie all'imprenditore Nicolai Christian Mustad, che l'avrebbe comprata nel 1908 dal mercante Maurice Fabre; di essa non si seppe nulla fino 1970, anno della morte dell'acquirente.
Coloro che entreranno nel Van Gogh Museum dal 24 settembre, dunque, potranno godere di questa nuova scoperta, rimasta ignota per 115 anni, immergendosi in un paesaggio quasi inedito e scoprendo un nuovo lato di un artista tanto incline all'innovazione quanto votato al disagio.



C.M.

Commenti

  1. Mi piacerebbe, un giorno, visitare il museo dedicato all'artista: non sono un'esperta di arte ma c'è qualcosa nei suoi dipinti che mi attrae!

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    1. Posso solo dirti che aver visto qualche dipinto di Van Gogh al Museo d'Orsay e alla mostra "Da Botticelli a Matisse" allestita a Verona l'anno scorso è stato davvero eccezionale: si vede ad occhio nudo la consistenza pastosa dei pigmenti e pensare che dietro i colori sgargianti e le linee tratteggiate velocemente ci sia una personalità malinconica come quella dell'artista olandese sembra impossibile. Ecco perché anch'io spero di vedere il museo a lui dedicato!

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  2. Credo di essere uno dei pochi ad essere andato più volte ad Amsterdam e ad aver sempre preferito il Van Gogh Museum ai coffe shops! Vale davvero la pena passare una giornata davanti ai "Girasoli" o ai "Mangiatori di patate". Adesso evidentemente c'è un ragione in più. Molto bello questo "Tramonto"! Non possono davvero esserci dubbi sulla firma.

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    1. Se andassi ad Amsterdam sicuramente ti imiterei: certe opere d'arte vincono su qualsiasi altra cosa, e trovarsi davanti i capolavori che hanno fatto la storia dell'arte, ma anche quelli meno noti, è un'emozione che lascia basiti... almeno, per me è così!

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  3. Van Gogh mi è sempre piaciuto moltissimo, sono felice che nel mondo ci sia un suo dipinto in più. Mi affascina moltissimo la faccenda dei pigmenti... chissà quali analisi avranno effettuato, insomma, Van Gogh aveva una ricetta supersegreta per le sue tinture, utilizzata solo da lui? oppure ha utilizzato degli ingredienti tipici del territorio di Arles. questa faccenda fa molto csi....

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    1. Un po' come accade per i manoscritti, che, nel tentativo di rintracciare elementi distintivi, sono spesso stati gravemente danneggiati. Per la pittura la questione sembra molto più interessante, soprattutto per la consistenza che hanno i tratti di Van Gogh (spesso ai pigmenti si trovani mischiate le setole dei pennelli, tanto erano densi e difficili da stendere)... l'idea che poi possa aver attinto da ingredienti provenzali è davvero accattivante.. chissà! :)

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