The butler - un maggiordomo alla Casa Bianca (Lee Daniels, 2013)

Scritto e diretto da Lee Daniels, The butler condensa in due ore di emozione la vera storia di Eugene Allen (che nel film diventa Cecil Gaines), afroamericano sfuggito alla schiavitù nelle piantagioni e divenuto il maggiordomo personale di sette presidenti statunitensi, da Eisenhower a Ronald Reagan. A partire dalla vicenda personale di questo personaggio viene ripercorsa, attraverso le decisioni dei capi di Stato e la figura del figlio di Cecil, Louis, la storia per la conquista dei diritti civili da parte dei cittadini americani neri, dalle proteste contro le scuole miste di studenti bianchi e neri ai massacri perpetrati dal Ku Klux Klan, dalla movimentazione di Martin Luther King alle prese di posizione di Kennedy, dalla degenerazione delle proteste non violente all'elezione di Barak Obama.
 
 Accanto a Cecil Gaines, interpretato da Forest Whitaker, e a sua moglie Gloria, cui dà il volto Ophra Winfrey, afflitti dai problemi di molte famiglie e in perenne contrasto con le idee rivoluzionarie di Louis, sfilano i maggiori inquilini della Casa Bianca fra il 1957 e il 1986: Eisenhower (Robin Williams), Kennedy (James Mardsen), Johnson (Liev Schreiber), Nixon (John Cusack), e Reagan (Alan Rickman); particolare rilievo assumono, inoltre, le first ladies Jackie Kennedy (Minka Kelly) e Nancy Raegan (Jane Fonda). Non mancano, inoltre, riferimenti ai simboli della lotta per i diritti dei neri: Martin Luther King, Malcom X e Nelson Mandela.
Il film evidenzia gli stretti e imprescindibili legami fra le grandi dinamiche sociali e le storie personali, i drammi delle famiglie dietro agli stravolgimenti della storia, collocandosi in quella particolare tradizione cinematografica che fa luce sulle storie degli afroamericani; The butler, infatti, si conquista un posto speciale accanto a film dai toni più o meno leggeri come Pomodori verdi fritti alla fermata del treno (1991), The great debaters (2007), The help (2011), costituendosi come uno straordinario documento storico e biografico. Stupisce che non abbia ottenuto nemmeno una nomination all'Oscar, ma possiamo stare certi che l'eco di questa storia e dei suoi fantastici interpreti si farà sentire a lungo.

C.M.

Commenti

  1. Io sono ancora traumatizzata dal maggiordomo di "Quel che resta del giorno", non so se sono pronta :)

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  2. Ciao complimenti per il tuo blog..
    Nuova fallower
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  3. È il film recente che più voglio vedere, soprattutto dopo aver spuntato dalla lista The Wolf Of Wall Street. Già il trailer era commovente...

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    1. E io, in parallelo, voglio vedere The Wolf of Wall Street!

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  4. Un buon film, decisamente. Girato bene, ottimi attori (grande Whitaker) e ricostruzione storiche accurate. Forse un po' monotono nel ritrarre il contrasto padre-figlio, sarebbe stato più interessante approfondire l'indagine umana sui vari presidenti. Il finale è un po' troppo celebrativo su Obama. Comunque una pellicola che merita, anche più di altre fin troppo celebrate.

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    1. Credo che sia la marginalità del lato umano dei presidenti sia l'enfasi sull'elezione di Obama siano il risultato della scelta di seguire la vicenda attraverso la prospettiva del protagonista, che mette in luce gli incredibili passi avanti compiuti dai maltrattamenti nelle piantagioni alla salita al governo di un presidente di colore... la vedo come sottolineatura emozionale, più che politica. In ogni caso, il film ne esce, come hai giustamente detto, in maniera davvero pregevole.

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  5. Veramente un bel film, commovente e fatto bene. Anch'io, come hai sottolineato tu, mi stupisco che non abbia avuto nessuna candidatura agli Oscar.
    Un film che merita, ma che purtroppo è passato un po' in sordina.

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    1. Hai ragione, ha avuto, anche al di là della mancata nomination, una risonanza davvero limitata che sembra inspiegabile sia per la profondità del tema sia per alcune performance eccezionali e partecipazioni eccellenti...

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