Un diffuso detto ci ammonisce: "Il male è fonte solo di altro male". E nel capolavoro di Alexandre Dumas (padre) si respira tutta la gravità di questa constatazione, perché dal malvagio torto inferto al giovane Emond Dantès germina solamente una lunga e inesorabile catena di violenze. Dopo la rocambolesca fuga dalla durissima esperienza della prigionia nel Castello d'If, Edmond, improvvisamente arricchitosi seguendo le indicazioni per l'individuazione di un leggendario tesoro avute dal suo vicino di cella, Faria, scopre le trame dell'inganno che lo hanno separato dagli affetti più cari e progetta un'ingegnosa e contorta macchina vendicativa, che lo obbliga ad assumere diverse identità per raggiungere con il proprio odio tutti gli ingranaggi.

L'esistenza poliedrica che Edmond fabbrica per sottrarsi al dolore degli anni di carecere e della perdita degli affetti (il padre, morto, e l'amata Mercedes, divenuta moglie di uno dei nemici di Edmond) non basta tuttavia a placare l'animo del conte, che avverte nel profondo l'ingiustizia nel suo piano di distribuzione del dolore e della morte. L'unica, vera, fuga dalla sofferenza, l'unico appagamento dell'esistenza strappata al Castello d'If è per Edmond la realizzazione della gioia di due innamorati, Maximilien Morrel e Valentine Villefort, per cui manifesta un profondo impegno, e l'aiuto dato alla giovane principessa greca Haydée, sottratta alla schiavitù: le due missioni sono in realtà premesse del suo piano vendicativo, eppure Edmond, col progredire della storia, dimostra un sincero attaccamento ai tre protetti, guadagnandosi così la possibilità di godere di una parte della gioia che credeva di aver definitivamente perduto.
Non esito a collocare Il conte di Montecristo sull'Olimpo dei classici, addirittura sulla vetta, e non solo per la piacevolezza della storia, ma anche per la capacità dimostrata da Dumas di saper trattenere il lettore sul filo della suspense dalla prima all'ultima pagina, facendolo entrare in simbiosi con il racconto e regalandogli un caleidoscopio di emozioni contrastanti.
C.M.
Non esito a collocare Il conte di Montecristo sull'Olimpo dei classici, addirittura sulla vetta, e non solo per la piacevolezza della storia, ma anche per la capacità dimostrata da Dumas di saper trattenere il lettore sul filo della suspense dalla prima all'ultima pagina, facendolo entrare in simbiosi con il racconto e regalandogli un caleidoscopio di emozioni contrastanti.
C.M.
Ecco, Dumas è una delle famose eccezioni: in genere ho un rifiuto per gli scrittori francesi, ma ho sempre letto volentieri i Dumas. Il Conte di Montecristo, poi è davvero intrigante. Mi hai fatto venire voglia di tirarlo giù dal “doppiofondo” dello scaffale.
RispondiEliminaUn libro che vale mille riletture! :)
EliminaChi si priva della letteratura francese si priva del buon 30% dei capolavori della letteratura mondiale. Comunque un'ottima recensione per un ottimo romanzo!:) uno dei miei preferiti
RispondiEliminacammy
Anche nel mio caso si tratta di uno dei miei preferiti, o forse del mio preferito; e ti dirò che, dato che per leggerlo l'avevo preso in prestito, ora ne voglio una copia tutta mia perché non può assolutamente mancarmi! :)
EliminaQuesto voglio assolutamente leggerlo. È una lacuna che deve essere colmata al più presto! Per quanto sia abbastanza importante, come mole intendo, non mi sembra sia così pesante.
RispondiEliminaProprio così: nonostante la notevole consistenza, scorre via che è un piacere e in poche ore ci si ritrova increduli di averlo finito! :)
EliminaDevo dire che I Dumas mi hanno sempre spaventata, come i russi, gli inglesi e il resto dei francesi. Però, quando ero iscritta all'università, mi sono dovuta sorbire per l'esame di storia moderna La collana della regina. L'impressione è quella che hai avuto tu: i Dumas sanno raccontare.
RispondiEliminaSono due maestri, infatti! Poi vabbè, io ho un debole proprio per quegli autori e per i romanzi ottocenteschi, quindi sono anche lievemente di parte! :)
EliminaMancano anche a me i Dumas. Complimenti per la recensione Cristina, hai fatto una sintesi veramente colta e pregevole. Si vede che apprezzi molto i classici.
RispondiEliminaGrazie, Alessandra! D'altronde, quando ci si trova al cospetto di simili monuenti o si resta annichiliti oppure si esplode in una manifestazione di entusasmo! :)
EliminaAdoro Dumas e ho adorato questo libro, e tu con la tua recensione sei riuscita a cogliere tutte le sfumature del libro e del personaggio di Edmond.
RispondiEliminaVeramente una splendida recensione.
Ti ringrazio, e aggiungo che i bei libri aiutano molto a fare delle buone recensioni! ;)
EliminaConcordo, se un libro è bello e appassiona non riesco a smettere di parlarne.
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