The reader (Stephen Daldry, 2008)

Ritorno alla rubrica dedicata al cinema per parlarvi di The Reader. A voce alta, film diretto da Stephen Daldry nel 2008 e interpretato da una eccezionale Kate Winslet, insignita per il suo ruolo di protagonista del premio Oscar, Ralph Fiennes e David Kross. Avrei voluto, prima di vederlo, leggere il romanzo da cui è stato tratto, A voce alta, di Bernhard Schlink, pubblicato oltre dieci anni prima, ma sarei finita per rimandare all'infinito la visione ed era un film che mi incuriosiva troppo.

 
Siamo nella Germania del secondo dopoguerra: il quindicenne Michael (David Kross) si sente male sulla strada del rientro da scuola e viene soccorso da una donna (Kate Winslet) che vive sola nel palazzo in cui si è rifugiato e che lo accompagna a casa; qualche mese dopo, guarito, Michael torna a farle visita per ringraziarla e, in pochi giorni, i due diventano amanti, nonostante la grande differenza d'età che li divide e, unita al comportamento schivo e tormentato di Hanna - questo il nome della donna - provoca non di rado incomprensioni. Ma nella relazione si innesta un'abitudine piena di tenerezza: Michael, che ha con sé un libro, su richiesta di Hanna, ad ogni incontro legge per lei alcune pagine: Omero, Čechov, Lawrence, Tolstoij, Lessing accompagnano i loro incontri d'amore, portando nell'appartamento di Hanna storie e sentimenti. Fino al giorno in cui Hanna abbandona il suo appartamento e recide ogni contatto con Michael.
Otto anni dopo, nel 1966, Michael è studente di giurisprudenza ad Heidelberg e si trova ad assistere ad un processo a sette sorveglianti delle SS accusate di omicidio sulla base delle testimonianze di due donne, madre e figlia, scampate alla morte nel corso delle marce cui i nazisti costringevano i deportati durante l'avanzata dei russi verso occidente. Fra le imputate, Michael riconosce Hanna e dentro di lui si accende un conflitto che lo porta ad interogarsi sul proprio passato, sulla vera natura della donna e sull'opportunità di rivelare l'unico segreto che, taciuto dalla stessa Hanna di fronte alla corte, potrebbe scagionarla dalle peggiori accuse, attenuando la sua pena.
Hanna non nega la propria responsabilità nei confronti dei prigionieri e non manifesta, fino alla condanna, segni di pentimento o rimorso, ma non ha, al di fuori del segreto celato con tanta tenacia, alcun modo per dimostrare che ella non era la sola responsabile della morte delle trecento donne poste sotto la sua sorveglianza. E Michael non può che domandarsi fino a che punto una delle responsabili delle peggiori atrocità commesse nella storia dell'umanità meriti un soccorso. 
Solo dieci anni più tardi, divenuto ormai avvocato, sposato, divorziato e padre di una bambina, Michael (Ralph Fiennes) si risolve a compiere un ultimo atto d'affetto in memoria di un amore che, in fondo, non ha scelto, ma lo ha travolto. 
 
The reader è un film struggente, una storia che, narrata come una lunga analessi da parte di Michael, scava nella lacerazione generata da un amore forte, dilaniante, tenero, a volte rabbioso, in una storia in cui si intrecciano gioia e momenti di terribile frustrazione, fino alla scoperta delle accuse e al nuovo incontro di Michael con Hanna, che afferma con forza come, anche di fronte a enormi cambiamenti e all'emergere di evidenze che portano a mettere in discussione l'universalità dei concetti di giusto e sbagliato, l'amore appartenga alla sfera delle emozioni che non si possono dominare e soffocare.
Michael, serbando il segreto di Hanna, in parte salvaguarda il bisogno di lei di non vergognarsi di fronte alla corte che la giudica, in parte non vuole offrire l'assoluzione ad atti rispetto ai quali Hanna non si è dichiarata innocente. The reader, nel complesso, non cerca assoluzioni e non è, a ben guardare, una storia sulle vicende legate ai campi di concentramento, come si evince dagli ultimi dialoghi. The reader è una storia sull'amore (e non d'amore) e sul disorientamento che esso può provocare, una narrazione nella quale il giudizio politico ed etico non è richiesto.


C.M.

Commenti

  1. Ricordo questo film. Ottimi gli interpreti, che danno volto a questa storia senza vincitori né vinti. La definirei una storia "sospesa"...

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    1. Una buona definizione, anche perché sono tante le domande che rimangono sul finale...

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  2. ''è una storia sull'amore (e non d'amore) '' è un pezzetto della tua recensione che mi ha colpito tantissimo! Forse perché non ci sono molti libri così ^^ Comunque spero di avere presto l'occasione di guardarlo :P

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    1. Sì, perché definirla "storia d'amore" sarebbe riduttivo e non permetterebbe di cogliere la vera portata del conflitto dei protagonisti, soprattutto quello di Michael. Un film da vedere sicuramente! :)

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  3. Bellissimo, questo film mi ha segnata profondamente. Grande articolo, grazie!

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