Il Maestro e Margherita - MichailBulgakov

Quando, almeno una decina di anni fa, lessi Il Maestro e Margherita, non ci capii un bel niente. Troppe vicende apparentemente sconnesse, troppi personaggi e troppi di quei lunghi nomi russi, tutti simili fra loro e difficili da pronunciare. Mi parve un romanzo all'insegna del non-sense, in cui troppe cose non tornavano e il livello di assurdità raggiungeva picchi troppo elevati.
Ma gli anni sono passati e Bulgakov non poteva non essere coinvolto nei mio progetto di rilettura. La fama del suo romanzo era troppo importante perché il mio giudizio si riducesse ad uno stizzito rifiuto dettato, probabilmente, dall'età. In questi due lustri abbondanti ho affinato i miei gusti letterari e accettato soluzioni, tecniche e contenuti che prima non mi sarei mai sognata di prendere in considerazione. Il brutto, lo strano, l'insensato, l'inconcluso sono entrati pian piano nelle mie corde, rendendomi gradevoli letture nuove.
 
Marc Chagall, L'ubriacone (1911)
 
Il romanzo fu pubblicato postumo nel 1967 (l'anno prima era apparsa una versione pesantemente censurata), ma la vicenda che in esso è narrata è ambientata negli anni trenta, in pieno regime stalinista. 
A Mosca giunge una colorita combriccola capitanata dal sedicente maestro di magia nera Woland, che non tarda a sconquassare la città con le sue malefatte: i suoi bizzarri assistenti Korov'ev (detto Fagotto), il gatto parlante Behemoth, Azazello e la strega-cadavere Hella irrompono nel mondo letterario e teatrale della capitale, facendo ammazzare o sparire i suoi più eminenti esponenti, dal presidente del MASSOLIT Berlioz al direttore del teatro di Varietà Rimskij. Non si tarderà a scoprire che Woland non è altri che Satana e che i suoi accompagnatori sono spiriti e demoni capaci di tutto. In seguito alla morte di Berlioz, poco prima predetta da Woland, il poeta Ivan Nikolaevič Ponyrëv vaga per Mosca nel tentativo di catturare il losco personaggio autore della profezia, ma, vittima dell'incredulità della polizia e dei suoi colleghi riuniti al circolo Griboedov, viene ricoverato in una clinica psichiatrica. Qui Ivan incontra il Maestro, autore di un romanzo su Ponzio Pilato censurato dal mondo della critica e della politica, che rimpiange la sua amata Margherita. Mentre, parallelamente alla storia di Woland e Ivan, ci viene narrata la versione di Pilato così come l'ha concepita il Maestro, facciamo la conoscenza di Margherita, che viene scelta da Woland per fare da regina al ballo del plenilunio di primavera e trasfigurata in una strega in grado di volare sui cieli di Mosca, rendersi invisibile e devastare l'appartamento di uno dei detrattori del suo amato Maestro, di cui spera di ottenere da Woland la liberazione.
Il romanzo di Bulgakov è caratterizzato da un intreccio di peripezie che spaziano dal comico all'orribile, dall'inquietante al ridicolo: Korov'ev e Behmoth, in particolare, compiono imprese che gettano Mosca nel panico, ma è nello spettacolo di magia allestito da Woland che avvengono le più incredibili meraviglie. Il diavolo è a Mosca e sarà incredibilmente la personalità che, attraverso Margherita, si apprezzerà di più nell'evolversi della storia, tanto che questa figura appare quasi il degno ma cortese rivale di Yeshua, evocato solo fra le pagine del romanzo del Maestro. Sebbene Woland e i suoi gettino scompiglio e provochino morti e pazzie a Mosca, egli punisce quella classe benestante che fa della letteratura e dell'arte un manifesto per esibire se stessa e le proprie contraddizioni e stabilisce cosa sia degno di essere pubblicato e cosa, invece, sia spazzatura da censurare e denigrare ancor prima della pubblicazione, anche a costo di provocare lo smarrimento di un grande talento capace di rivelare verità mai pronunciate (come la vera storia di Pilato, sospeso in un limbo da secoli).
 
Ne Il Maestro e Margherita si dipanano vicende paradossali e variegate, all'insegna della fantasia e dell'eccesso: di fronte alle sgangherate spettacolarizzazioni del genio maligno di Korov'ev e Behmoth non si può rimanere impassibili, non è possibile non immaginare precisamente tutte le particolari figure che Woland evoca per partecipare al ballo ed è spontanea la partecipazione al folle volo di Margherita nei cieli russi, anche se tutto ciò appare assurdo e apparentemente insensato. La ricerca di un significato, infatti, è cosa secondaria: Bulgakov non ha inteso offrirci una morale rassicurante o la punizione dei cattivi, ma ha voluto mostrarci la duplicità di un mondo che oscilla fra certezze e follia, bene e male, libertà e fatalità, controllo e caos, non senza allusioni di carattere satirico alla cultura sovietica.
Chiudendo questo romanzo, molti interrogativi rimangono comunque aperti. Ma non è certo possibile spiegare quanto di ciò che abbiamo letto corrisponda alla realtà degli accadimenti narrati dal testimone e alla vicenda di Ivan, che ne rimane forse l'unico interprete: Mosca, la Terza Roma, è stata per alcuni giorni una città non di santi, ma di diavoli, preda delle più allucinanti magie, eppure capace di tornare alla normalità non appena Woland se ne allontana. Come se, in fondo, anche il delirio appartenesse alla normalità... forse perché l'uomo è ben capace di provocarlo senza l'ausilio di alcuno spirito infernale?
Dunque, questo tipo terribile è in possesso di una forza inusuale!... Per esempio l'insegui, l'insegui e non è assolutamente possibile raggiungerlo... Ed è accompagnato da una bella coppietta, mica male pure loro, anche se ognuno a suo modo: uno spilungone con le lenti rotte e, inoltre, un gatto di dimensioni inverosimili che se ne va in giro in tram da solo. Oltre a ciò [...] s'è trovato di persona sulla terrazza di Ponzio Pilato, è una cosa di cui non si può dubitare. Che roba, eh? Bisogna arrestarlo immediatamente, altrimenti provocherà disgrazie indescrivibili.
C.M.

Commenti

  1. Anche io ho intenzione di rileggerlo. La prima volta non l'ho apprezzato ma sono sicura che al secondo sguardo questo romanzo mi dirà molto di più.
    Ciao Cristina.

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    1. Allora spero che anche per te la rilettura sia l'occasione per rivalutare questo libro: non lo porrei fra i miei preferiti, ma certamente mi è apparso sotto una luce migliore rispetto al primo impatto, e sono entrata molto di più fra le sue pagine.
      Un saluto a te, Maria, e buona rilettura!

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  2. E' uno dei miei dieci libri preferiti. L'ho letto varie volte e ho anche tutti i film che ne sono stati tratti. Bulgakov ne ha realizzate corso della sua vita otto versioni e ha continuato a revisionarlo fino al giorno della morte. Nella prima versione dell'opera i personaggi di Maestro e Margherita neanche esistevano .

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    1. Un romanzo sudato, insomma, come tanti capolavori: non potrei immaginarlo senza il Maestro e Margherita, soprattutto senza quest'ultima, la cui presenza giustifica le pagine più interessanti del romanzo. Spero di riuscire a vedere anch'io almeno uno dei film tratti dalle pagine di Bulgakov!

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    2. Se riesci, procurati la versione di Bortko del 2010. E' una serie tv russa di dieci episodi di livello eccezionale, dove sono riprodotte tutte le scene e tutti i dialoghi del libro.

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    3. Pardon. Non 2010 ma 2005. Ho dato i numeri ;)

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  3. "Quando, almeno una decina di anni fa, lessi Il Maestro e Margherita, non ci capii un bel niente." Non sai quanto mi consola questa affermazione, perché la stessa cosa è valsa per me! E per questa ragione l'ho miseramente abbandonato, mentre TUTTI mi ripetevano che era un libro straordinario, Sono passati 5 anni adesso, magari ci riprovo, con la speranza che la mia testa si sia evoluta un pochetto.

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    1. Voglio essere sincera con questi giudizi, per cui non ho timore a ribadire la mia totale delusione al primo impatto. Lo lessi seguendo un giudizio simile a quello che ha condizionato a te, uno dei tanti che mi hanno portata a leggere "troppo presto" libri che necessitano di una certa maturità letteraria, sia per la complessità dei contenuti che per la finezza della tecnica. Non c'è quindi da stupirsi se una seconda lettura cambia completamente giudizio, ma - aggiungo - nemmeno se esso rimane quello di partenza, dato che è anche legittimo non apprezzare tutto quello che la maggior parte della gente dice di un libro.
      In bocca al lupo con l'eventuale rilettura! ;)

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    2. Assolutamente, condivido pienamente i tuoi giudizi. Posso annoverare molti titoli da tutti definiti imperdibili, che a me non hanno fatto né caldo né freddo. Solo che allora, quando lessi Il Maestro e Margherita il dubbio che mi assalì è di essere stupida io a non capirlo! :D

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    3. Quella di essere stupidi di fronte alla non comprensione di grandi capolavori è una sensazione che dovremo sforzarci di ignorare e superare: innanzitutto perché è legittimo non recepire pienamente un messaggio (per svariati motivi, non escluso quello che un messaggio elogiato come profetico sia in realtà molto inferiore alle aspettative), in secondo luogo perché non possiamo essere sicuri che non siano altri a vantare presunte illuminazioni che non hanno mai avuto (del tipo di coloro che decantano grandi opere e non le hanno neanche mai lette o non le hanno capite e si mascherano dietro falsi apprezzamenti e giudizi altrui). Insomma, non dobbiamo certo vergognarci se non entriamo in sintonia con un'opera letteraria! :)

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  4. La mia lettura del Maestro e Margherita risale a 15-20 anni fa. Ricordo che lo avevo letto tutto d'un fiato, sebbene non abbia memoria di come quel libro mi fosse capitato tra le mani. Mi era piaciuto molto, soprattutto per il parallelismo tra le due storie, anche se ammetto che oggi faccio fatica a ricordare bene i dettagli.
    Credo che lo rileggerò (ormai leggendo i tuoi post, sto costruendo un elenco di riletture necessarie, vedi Pavese!). Grazie!

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    1. I particolari, in questo romanzo, sono così tanti che credo svaniscano in fretta: si accumulano in una nuvola e basta un soffio per disperderla... ma questo è un ottimo motivo per rinfrescare la lettura! :)

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  5. Questo libro l’ho adorato proprio per la satira fantasiosa e grottesca, a tratti esilarante, del regime stalinista e della società sovietica di quegli anni. Bella recensione, a testimonianza del fatto che le riletture spesso permettono di apprezzare ancora di più un testo.

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    1. Forse è proprio l'aspetto satirico ad avermelo reso indigesto quando ero "fanciulla": non potevo né capirlo né apprezzarlo, anche se ora, ultimata la rilettura, quello che mi colpisce maggiormente è la naturalezza di Bulgakov nella narrazione dell'assurdo, unita all'interessante rilettura dell'episodio evangelico e dei ruoli di Pilato e Woland.

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  6. Siamo tutti sulla stessa barca!!! Anche io ne sono incurosita, ma hanno detto in molti che sia di difficile comprensione, ed di quanto sia facile all'abbandono.Vedremo...

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    1. È un libro un po'controverso, bisogna partire con l'umiltà di rispettarne la particolarità, indipendentemente dal giudizio. È facile che "non piaccia", l'importante è essere consapevoli, se lo si sceglie, del suo non essere affatto piano e tradizionale...

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  7. sono una che abbandona con estremo cordoglio i libri, quindi sono parecchio indecisa sull'iniziarlo, non vorrei la sua difficoltà mi facesse desistere dal leggere

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    1. Capisco la perplessità, anch'io faccio do tutto per evitare di abbandonare i libri, ma preferisco tentare se la curiosità è alta, a costo di una delusione.

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  8. Ho letto il romanzo poco tempo fa, mi ha colpito moltissimo. Tanto che ho poi curiosato nel web (e una ricerca è stata galeotta, portandomi al blog di Ivano Landi :O che non frequentavo ancora) per approfondire. E mi son persa :O Ci sono bellissime interpretazioni, oltre a quella più immediata che riguarda la critica al sistema sovietico, che possono coesistere perfettamente. Affascinante! *__* Da leggere e rileggere nel tempo, sì!

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    1. E sicuramente da approfondire, anche seguendo i preziosi suggerimenti di Ivano Landi!

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    2. Ah, ecco perché prima mi fischiavano le orecchie ;)

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    3. Ti garantisco che era un segno positivo: solo cose belle si son dette! :)

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