Le streghe - Roald Dahl

Ora che mi metto a scrivere di un libro di Roald Dahl, mi sembra strano non aver dedicato al fantastico mondo di questo autore un post prima di oggi. Roald Dahl, infatti, è stato uno dei cardini letterari della mia infanzia, assieme a Bianca Pitzorno (con il comune denominatore delle inconfondibili illustrazioni di Quentin Blake), e sono molto contenta di aver avuto l'occasione di ritornare alle sue pagine grazie alla ripubblicazione dei libri editi da Salani per il centenario che ricorre quest'anno (finalmente ho recuperato Matilde) e ad un progetto scolastico che ha portato proprio Le streghe nella mia classe prima.

Non c'è nulla che sappia riportarci all'infanzia come un libro. I libri, del resto, ci trasportano ovunque, facendoci viaggiare nel tempo e nello spazio, ma la letteratura che si riscopre a distanza di anni ha una forza da fare invidia alla famosa madeline proustiana. Anche se delle storie lette in passato ricordiamo poco, è impossibile averne dimenticato le sensazioni, in particolare se sono state travolgenti. Con Le streghe mi è successo questo, come ogni volta che ho riletto Ascolta il mio cuore della Pitzorno. Il libro è la macchina del tempo più potente che esista.
L'unica cosa che è cambiata è la percezione della lunghezza della storia, che probabilmente ha a che fare con il motivo per cui le merendine confezionate mi sembravano enormi un tempo e minute oggi. Voglio dire che, nonostante anche alla prima lettura avessi letto rapidamente il libro, di nessun volume della mia infanzia ho il ricordo di averlo esaurito, come è successo in questi giorni, in un paio di sedute di mezz'ora. Naturalmente i ritmi di lettura che ho oggi non sono quelli che avevo a dieci anni, ma è sicuro che Roadl Dahl si fa sgranocchiare in fretta, tant'è vero che un alunno mi ha confessato lunedì di aver quasi finito il libriccino affidatogli il sabato.
E anch'io mi sono fatta una bella scorpacciata con Le streghe. Questo agile racconto di un ragazzino (l'io-narrante) che si imbatte in un raduno nazionale di streghe e viene a conoscenza dei loro loschi piani per sterminare tutti i bambini e che viene trasformato in topo proprio dalla Strega Suprema è una straordinaria favola moderna che insegna a riconoscere il male e a sconfiggerlo anche quando sembriamo troppo piccoli per opporci ad esso.
Illustrazione di Quentin Blake
Non è il miglior romanzo di Roald Dahl, che con Matilde ha forse toccato l'apice, ma resta un libro adatto ad ogni bambino e una tappa imprescindibile nel pellegrinaggio lungo i testi di Dahl. Fra le pagine de Le streghe viviamo momenti di tensione e spasso, specialmente nelle pagine iniziali, quando vengono descritte queste creature, apparentemente donne normali, costrette a portare delle parrucche pruriginose per nascondere la calvizie, le scarpe a punta per mascherare i piedi senza dita e i guanti per occultare gli artigli. Lì, insomma, dove si ammoniscono i bambini a stare attenti, perché anche la loro insegnante potrebbe essere una strega, che sorride mentre medita di polverizzarli.
Delle reazioni della classe a queste pagine e alla lettura spero di potervi parlare in seguito, per ora mi limito a consigliare questo testo ai genitori, fratelli, parenti e amici vari in cerca di una buona lettura per ragazzi e a suggerire anche ai lettori più stagionati di non farsi scappare un viaggio nel magico mondo di Roald Dahl, qualora non ne avessero ancora avuto il piacere.
«Tesoro mio», disse infine la nonna «sei sicuro che non ti dispiace essere un topo per tutto il resto della tua vita?»
«Sicurissimo», dissi, «Non importa chi sei né che aspetto hai. L'importante è che qualcuno ti ami».
C.M.

Commenti

  1. Di Roald Dahl, con mia grande vergogna, ho letto solo La fabbrica di cioccolato e L'ascensore di cristallo. Volevo però approfittare di queste nuove pubblicazioni della Salani per recuperare qualcosa, consigli? :)

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    1. I miei preferiti, oltre al già citato La fabbrica di cioccolato, sono Matilde, Le streghe e Il GGG. Di quest'ultimo è in uscita il film, quindi credo proprio che rileggerò anche questa avventura di Dahl! :)

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  2. Roald Dahl è uno scrittore sopraffino, tradotto assai bene nelle edizioni italiane. Sulle antologie non manco di sceglierne qualche brano, gustandone poi la lettura in classe. In genere è apprezzatissimo.
    Conosco questi "tuffi nel passato" e so cosa si provi dinanzi alle proporzioni delle cose, che appaiono del tutto diverse molti anni dopo.

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    1. Anch'io ne faccio uso a scuola: oltre a questa lettura, ho proposto un piccolo dettato da Matilde e in biblioteca consiglio di prendere altri suoi titoli... è un mito!

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  3. Questo è stato il mio primo Dahl, quindi ha un posto speciale nel mio cuore, lo ammetto:) Le streghe mi terrorizzavano, la scena nell'albergo, quando il protagonista spera di non essere visto, sono di grandissima tensione per un bambino. Come dici tu, forse non il migliore, ma molto bello lo stesso.

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    1. Infatti un alunno ha commentato subito "Ma questa storia mette anche un po'paura!". Vedremo poi i responsi, la partenza è stata ottima, come lo fu per me!

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  4. Dahl e la Pitzorno hanno forgiato anche la mia infanzia, con l'apporto di Quentin Blake. Che meraviglia!
    "Le streghe", tra l'altro, è uno dei miei Dahl preferiti. Avventuroso, spaventoso, fantastico eppure vero sotto tanti aspetti. Ricordo che il finale fu il mio primo incontro con il "dolceamaro" piuttosto che col lieto fine classico... insomma, una caterva di meravigliosi ricordi ed esperienze.

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    1. E anche questo dà valore al libro: le grandi storie per bambini (penso anche a quelle dei cartoni animati di una volta) sono anche l'occasione dell'incontro con delusioni, amarezze e parziali sconfitte. Anche qui sta il senso dell'educazione letteraria.

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