Il GGG - Roald Dahl

Probabilmente negli ultimi tempi do l'impressione di una regressione all'infanzia, dato che sto rileggendo diversi libri che mi hanno fatto compagnia quando ero bambina o ragazzina. Il fatto è che nei mesi scorsi si sono susseguiti diversi stimoli a rispolverare queste letture, come ho anticipato al tempo della recensione de Le streghe e Matilde di Roald Dahl. Un terzo, grande racconto di questo autore è ritornato sul mio comodino per l'uscita di un film che ne ha tratto Steven Spielberg. Sto parlando de Il GGG, sugli schermi dal 30 dicembre.

Il romanzo Il GGG venne pubblicato da Roald Dahl nel 1982 ed è per tutti noi lettori associato indissolubilmente alle illustrazioni realizzate da Quentin Blake, le quali si sono rivelate fondamentali per la trasposizione cinematografica, estremamente fedele al ritratto del gigante offerto da Roald Dahl.
GGG è l'acronimo del nome dell'unico gigante buono esistente sulla Terra: il Grande Gigante Gentile. Diversamente dai suoi simili, non raggiunge altezze colossali (è alto solo sette metri e venti) e non si ciba di esseri umani, quelli che, nella sua lingua pasticciata, chiama popollani; la sua dieta, infatti, è costituita esclusiavmente dai disgustosi cetrionzoli. Ben diversi sono i nove mostri che abitano nel Paese dei Giganti, il San Guinario, il Crocchia-Ossa, il Ciuccia-budella, l'Inghiotticicciaviva, il Vomitoso, il Trita-bimbo, lo Scotta-dito, lo Spella-fanciulle e lo Strizza-teste, che ogni notte vanno a caccia di popollani in tutto il mondo, facendo scorpacciate in particolare di bambini. Anche il GGG lascia ogni notte il Paese dei Giganti, ma con una diversa missione: soffiare con la sua lunga tromba nelle stanze degli esseri umani addormentati i sogni che cattura nel Paese dei Sogni e che conserva nella propria casa in barattoli di vetro.
Nel corso di queste escursioni notturne, il GGG viene visto dalla piccola Sofia, una zolfanella (così la chiama il gigante) di un orfanotrofio inglese; per scongiurare il rischio che la bambina spifferi l'esistenza dei giganti e il rischio di essere catturato e rinchiuso in uno zoo, il GGG allunga la sua grossa mano nella stanza di Sofia e la porta con sé nel Paese dei Giganti, svelandole i segreti della sua stranissima esistenza fra retini cattura-sogni, bollicine di Sciroppio e tentativi di migliorare il proprio modo di parlare, anche se questi costituiscono una delle ragioni della tenerezza del Grande Gigante Gentile. Ma il GGG è vittima della malvagità degli altri giganti, che lo tiranneggiano e, pur non essendo a conoscenza della sua esistenza, mettono a rischio Sofia, troppo difficile da proteggere, così l'enorme creatura e la bambina progettano un piano per sbarazzarsi dei giganti e salvare migliaia di vite umane. Per attuarlo, tuttavia, devono rivolgersi alla regina d'Inghilterra, e per convincerla occorre tutta l'abilità del GGG nel fabbricare sogni.
Sembra impossibile che un piccolo libriccino contenga in sé tante avventure e che queste ne siano solo una parte. Ma chi conosce Roald Dahl sa bene con quale immediatezza sia in grado rendere le sensazioni più complete e le descrizioni più magiche, terrorizzando e addolcendo, ma anche costruendo divertentissimi siparietti, qui affidati alla storpiatura delle parole, agli effetti scoppiettanti dello Sciroppio e ai tentativi dei valletti della regina di allestire la colazione per il GGG.

Il film di Spielberg non delude il lettore cresciuto con Dahl. La pellicola vede la giovanissima Ruby Barnhill nei panni di Sofia e il premio Oscar Mark Rylance (insignito della statuetta per il suo ruolo di non protagonista ne Il ponte delle spie dello stesso Spielberg) in quelli del GGG. 
Il testo di Dahl è ben conservato, soprattutto nelle battute più spassose, anche se la sceneggiatrice Melissa Mathison ha preferito variare alcune sequenze, introducendo la figura di un altro bambino che ha arricchito, prima di Sofia, la vita del gigante e modificando il finale. Nel film alcune sequenze descrittive sono state tagliate, altre ampliate, ma, nel complesso, l'effetto è estremamente godibile sia per i lettori di ieri che per gli spettatori di oggi: in sala era evidente la presenza di molti adulti che, come me, sono stati svezzati con i romanzi di Roald Dahl e che hanno riso assieme ai bambini; questi ultimi, poi, di tanto in tanto correggevano l'italiano del GGG, dimostrando che i giochi lessicali e il grammelot che Dahl ha messo in bocca al gigante sono ancora attuali e che sono stati rispettati nel doppiaggio. Certo, può lasciare un po'disorientati la sostituzione dei popollani con gli esseri urbani (una scelta che attualizza il testo) e dell'Ora delle Ombre con l'Ora delle Streghe, ma i fan di Roald Dahl saranno certamente pronti a passarci sopra, vista la grandiosità di un film chiamato a reggere un difficile confronto, come sempre accade con i libri che hanno incantato milioni di lettori. E, si sa, i più piccoli sono anche i più esigenti.
Non era un essere umano. Non poteva esserlo. Era quattro volte più grande del più grande degli uomini. Così grande che la sua testa sovrastava le finestre del primo piano. Sofia aperse la bocca per gridare, ma non emise suono. La gola, come il resto del suo corpo, era paralizzata dalla paura.
Non c'era dubbio che quella fosse l'Ora delle Ombre.
C.M.

Commenti

  1. Il film secondo me fa un grande onore al libro! Lo avevo letto da bambina e amato un sacco, e il film mi ha riportato proprio le stesse sensazioni che avevo provato leggendolo.
    E i centrionzoli sono proprio come me li ero immaginati :P

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    1. Vero! XD E poi mi ha colpito la precisione con cui hanno replicato la tavola e la seduta del GGG nella sala della regina! E' stato proprio come ritornare in quel mondo magico... :)

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  2. il tuo bel post mi ha incuriosito a leggere il libro

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  3. Ero molto curiosa di sapere la tua opinione sul film, perchè da amante di Dahl volevo andarlo a vedere ma avevo paura che ne avessero fatto un orrore. Felice che così non sia!

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    1. Qualsiasi film tratto da un libro che abbiamo amato ci mette di fronte a questo dilemma, ma qui siamo di fronte ad una pellicola davvero magica, anche con le sue piccole variazioni. Buona visione!

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  4. Il film di Spielberg l'ho trovato bello e molto fedele al libro, con delle scene cinematograficamente meravigliose (i sogni dei bimbi illustrati dalle ombre sulle pareti). Coraggiosa la scelta di trasporre (quasi) integralmente le sequenze girate dentro il palazzo reale, che tolgono un po' di ritmo ma sono esilaranti!

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    1. Hai ragione, la scena dei sogni è molto bella e rende bene un passaggio del libro che, se fosse stato fedele, sarebbe stato lento e ripetitivo. Interessante anche che sia quello il primo momento in cui vediamo il GGG soffiare i sogni, dato che all'inizio Sofia non glielo vede fare dalla finestra.

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  5. Ciao! Personalmente il film mi è piaciuto moltissimo! è fatto bene e ci ha fatto tornare bambini... e sotto le feste è d'obbligo :-)

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    1. Esatto, anzi, se fosse uscito proprio prima di Natale, l'atmosfera sarebbe stata ancor più incantata! :)

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  6. Se riesco a convincere Il Fidanzato domani che c'è la promozione del cinema a 2 euro vado a vederlo!
    Ammetto di essere un po' spaventata per come il film è stato trasformato, perché sono davvero affezionata al libro, ma mi fido della tua recensione :)

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    1. Ottima decisione, anch'io, se avessi potuto, avrei preferito andare di mercoledì, approfittando di questa promozione. Comunque non temere: gli adattamenti ci sono, ma sono minimi e più che altro consistenti in spostamenti di qualche sequenza. Buona visione! :)

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  7. Da grande fan di Dahl, temevo un po' per questa trasposizione (le ferite per le aggiunte alla "Fabbrica di cioccolato" con Johnny Depp non si sono ancora del tutto rimarginate), ma le tue parole mi hanno incuriosita. Lo guarderò al più presto! :)

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    1. Concordo, La fabbrica di cioccolato non ha reso giustizia al libro ed è risultato un film piuttosto grottesco. Ma qui siamo su tutt'altro pianeta, te lo garantisco! :)

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