All'ombra di Julius - Elizabeth Jane Howard

Elizabeth Jane Howard non ci ha abbandonati: oggi, 9 aprile 2018, è una data che allieta gli animi di tutti coloro che si sono emozionati fra le pagine dei libri della scrittrice inglese, perché, a pochi mesi dall'uscita di Tutto cambia, ultimo capitolo della straordinaria Saga dei Cazalet, arriva in libreria All'ombra di Julius, pubblicato ancora una volta da Fazi editore, nella traduzione di Manuela Francescon.

Le protagoniste di questo appassionante romanzo scritto nel 1965 sono tre donne: le sorelle Emma e Cressy e la loro madre Esme. Sono le tre donne della vita di Julius Grace, che le ha abbandonate per compiere una missione patriottica, scegliendo di rischiare la vita nel salvataggio dei soldati inglese nel cosiddetto miracolo di Dunkerque, nel 1940. Emma e Cressy erano due ragazzine, mentre Esme, al tempo, aveva una storia extraconiugale con Felix King, che potrebbe aver indotto Julius ad un gesto più disperato che patriottico. Ora, però, Cressy è rimasta vedova e non sa risolversi a troncare una relazione con l'ennesimo uomo sposato, Emma, concentrata sul suo lavoro editoriale, sembra completamente disinteressata al matrimonio, con conseguente apprensione della madre, ed Esme si crogiola nel ricordo dell'amore per Felix, valutando il peso della sua età nella relazione con l'uomo, molto più giovane, che ha annunciato una sua visita dopo vent'anni di lontananza. In un finesettimana degli anni Sessanta, nella casa di famiglia nel Sussex, le tre donne accolgono non solo Felix, ma anche il poeta Daniel Brick, che Emma invita d'impulso, senza badare al fatto di averlo appena conosciuto. Qui le storie delle tre donne si intrecciano ancor più indissolubilmente, inglobando nel loro tessuto le vite di Felix e Daniel e definendosi come esistenze all'ombra di un uomo che non esiste più: Esme, Cressy ed Emma sono condizionate da questo capofamiglia un po'eroe e un po'sprovveduto, l'una come moglie delusa dalle sue stesse aspettative, l'altra per il suo matrimonio avventato e l'altrettanto rapida scomparsa del marito, la terza per il suo rifiuto di legami sentimentali e la devozione al lavoro che era stato del genitore. Lo stesso Felix ha avuto una vita pesantemente condizionata dall'uomo con cui Esme era sposata, al punto da essere spinto dalla sua ingombrante figura ad un'esperienza altrettanto rischiosa, per la quale ha abbandonato la donna che amava. Felix e Dan, con la loro presenza e uniti ad altri due ospiti poco discreti che partecipano alla cena del sabato sera, obbligano le tre donne a fare i conti col passato e a pensare al loro futuro, ad interrogarsi su ciò che vogliono e a cercare di scrollarsi di dosso la pesante eredità di colui che, per tutti, è un eroe di guerra.
Parlare di questo romanzo senza svelare troppi particolari è un'impresa, perché Elizabeth Jane Howard ha disseminato piccoli indizi sul carattere e i segreti dei suoi personaggi in tutte le pagine, offrendoceli poco alla volta, come se Esme, Emma e Cressy si togliessero di dosso un velo di polvere capitolo dopo capitolo. All'ombra di Julius è un'altalena che oscilla fra il passato e il presente, ma che apre anche al futuro, quel dopo che ci è precluso e che si nutre delle possibilità su cui le tre donne riflettono, inevitabilmente confrontandole con ciò che si sono lasciate alle spalle.
All'ombra di Julius ci restituisce la travolgente vena narrativa della Howard, il suo gioco di svelamento psicologico, la sua capacità di descriverci gesti estremamente prosastici e i sentimenti più straordinari, quasi sfrontati. Chi ha amato i Cazalet, le loro storie tormentate, i loro barlumi di felicità, le atmosfere degli anni della seconda Guerra mondiale e del Dopoguerra e il talento di Elizabeth Jane Howard nel raccontare tutto ciò non potrà evitare di farsi trasportare anche da questo racconto, molto più breve ma altrettanto intenso, potente e lacerante. Un racconto dal quale, purtroppo, è difficile staccarsi e che con il suo finale apre più prospettive di quante ne contenga, facendo inevitabilmente emergere un moto di rivolta, quello che ci aggredisce sempre quando una grande storia giunge alla sua ultima riga.

Cressy sentiva che l’unico obiettivo da perseguire e poi mantenere con tenacia era l’amore; poi però le era stato d’intralcio il fatto di non avere le idee chiare su cosa fosse l’amore, e così si era ostinata a vederlo un po’ dappertutto, tanto per non sbagliare, o per sbagliare a colpo sicuro.
C.M.

Commenti

  1. Questa magnifica copertina e il suo contenuto campeggiano in diverse pagine e blog. Indubbiamente per chi ha amato la Howard è un romanzo imperdibile. Io sono ancora ferma al termine del primo volume dei Cazalet. Ne posseggo già i successivi due e devo riavermi da questa spossatezza. :)

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    1. Penso sia anche una straordinaria occasione per un primo incontro con l'autrice: per coloro che sono intimiditi dalla saga (o dalle saghe in genere), un romanzo più breve ma altrettanto coinvolgente come è questo potrebbe essere lo spunto giusto!

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  2. Il tempo è una caratteristica importante anche nel "Lungo Sguardo", fisicamente nei suoi personaggi (poi passato e presente a volte si confondono anche)e psicologicamente.

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    1. Dei titoli pubblicati in Italia, Il lungo sguardo è l'unico che mi manca: c'è qualcosa che mi frena nella trama, anche se la Howard ormai mi ha così avvinta che credo basterebbe il suo stile a farmi cambiare idea.

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    2. Ti consiglo di leggerlo Cristina! Non so come sia "Julius" ma "Il Lungo Sguardo" è molto più complesso e corposo dei Cazalet.

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    3. Addirittura?! Mi metti in crisi, insomma! :)

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  3. Beh, intanto, avete convinto me. Esito ancòra per quanto riguarda la Saga, ma "Il Lungo Sguardo" mi attira. Grazie.
    Che mi dite della biografia? Questa donna mi intriga più per il suo vissuto che per i suoi libri.

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    1. La Howard, in effetti, è estremamente interessante anche per questo. Io non amo le biografie, quindi non ho ancora avuto lo stimolo a leggere quella che le ha dedicato Artemis Cooper, ma ne ho sentito parlare molto bene!

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  4. Non so per quale contorto viaggio mentale, pianificando la lettura della Howard, ritorno ad un amore fulminante: Ivy Compton-Burnett. Hai mai recensito qualcosa di suo? Mi rendo conto che non è amata da tutti. "Amore" è un termine sbagliato, nel suo caso. Colpita allo stomaco. Cervello afflitto da invidia selvaggia per una padronanza linguaggio-pensiero-scrittura che va oltre e diventa simil-adorazione. I più la detestano. Amicizie sbagliate.

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    1. Non la conosco, ma, se hai qualche titolo da suggerire, lo terrò certamente presente.

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  5. Banalmente, ti direi: leggili tutti.
    "Madre e figlio", "Fratelli e sorelle", "Un dio e i suoi doni", "Servo e serva", "Più donne che uomini", "Una famiglia e la sua eredità"...
    Ti riporto estratti da "La Grande Signorina", di Natalia Ginzburg.
    "...li cercai tutti [i suoi libri]. So poco l'Inglese; leggevo quei romanzi con estrema fatica...non facevo che ripetermi che io, quei romanzi, non li amavo; che forse li esecravo... Ma ad un tratto capii che li amavo invece in modo furioso; che ne avevo gioia e consolazione; che vi potevo bere come nell'acqua di una fontana. Pure non c'era in essi né acqua né aria...
    Non riuscivo a vedere dove mai fosse in quei romanzi la poesia: eppure sentivo che ci doveva essere, se là si poteva, senza aria né acqua, respirare e bere, se si provava, nell'abitarvi, una felicità profonda, consolante e liberatrice....
    Il ritmo del suo scrivere non è né lento né rapido: è il ritmo eguale e senza scampo di chi sa dove deve andare. La sua pazienza è martellante ed infernale.

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    1. Questa testimonianza della Ginsburg mi rende ancor più curiosa. Grazie del suggerimento!

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