Lettere da Babbo Natale - J.R.R. Tolkien

Il Natale ha ispirato grandi pagine della letteratura mondiale: da A Christmas Carol di Charles Dickens, racconto di cui costituisce il grande protagonista, la sua influenza nella narrativa non ha cessato di farsi sentire, anche solo in forma di brevi apparizioni. Uno dei più singolari testi dedicati al Natale esce direttamente dalla penna di J.R.R. Tolkien: a trasformare una particolare corrispondenza privata in un fantasioso romanzo epistolare è stata un'operazione postuma firmata da Baillie Tolkien, la seconda moglie di Christopher Tolkien, terzogenito dello scrittore.

Grazie a questo singolare lavoro è arrivato fino a noi Lettere da Babbo Natale, una raccolta delle originali lettere che ogni anno Tolkien faceva recapitare ai suoi figli in risposta alle loro missive per il vecchio barbuto. Per oltre vent'anni il creatore di Arda ha curato una tenera corrispondenza per conto di Babbo Natale, inventando per i figli John, Michael, Cristopher e Priscilla le rocambolesche avventure del signore rossovestito e dei suoi collaboratori.
Anno dopo anno, dal 1920 al 1943, i giovani Tolkien venivano informati dei preparativi del Natale, dell'immagazzinamento dei regali, delle operazioni di simistamento e scrittura dei biglietti, dei disastri combinati dal goffo e pigro Orso Bianco del Nord alle diaboliche trame dei goblin intenti a scavare le loro tane sotto la casa di Babbo Natale. In breve tempo Babbo Natale e la sua allegra combriccola erano diventati una sorta di famiglia di lettera, giacché spesso Tolkien immaginava che anche Orso Bianco e l'elfo Ilbereth scrivessero a loro volta parte delle lettere, sostituendo la loro grafia (quella di Orso Bianco incerta, sgrammaticata e in cerca di un nuovo alfabeto) a quella tremolante del vecchio Babbo Natale.
Miei cari ragazzi,
quest'anno tremo più del solito. Colpa dell'Orso Bianco del Nord! È stata la più grande esplosione del mondo e il fuoco d'artificio più incredibile che si sia mai visto. Il Polo Nord è diventato tutto NERO, le stelle si sono sparpagliate in gran disordine, la Luna si è rotta in quattro pezzi... e l'Uomo che abita su di essa caduto nel giardino sul retro di casa mia. Si è divorato parecchi dei miei cioccolatini natalizi prima di dire che si sentiva meglio e di arrampicarsi su per riparare la Luna e rimettere le stelle al loro posto.
Il risultato è un vivace carteggio che, pur mancando delle lettere dei giovani Tolkien, pure ci dice molto delle loro vicende, dai progressi nella lettura alla crescita che, inevitabilmente, li conduce, poco alla volta, sempre più lontano dal vecchio abitante del Polo Nord. L'autore de Il Signore degli anelli non si limita, però, a inventare le storie di Babbo Natale: elabora la sua grafia e si tiene ad essa fedele, aggiunge dei disegni colorati che illustrano i racconti per renderli più chiari ai bambini, immagina che Orso Bianco intercetti le missive e aggiunga commenti finalizzati a giustificarlo o a ridicolizzare il vecchio e punteggia il tutto di ironia, come quando, per il Natale del 1937, fa dire a Babbo Natale che aveva pensato di inviare ai giovani Tolkien degli Hobbit di seconda ristampa, ma che si era poi ricreduto, immaginando che per casa ne avessero già qualche copia. Non mancano, tuttavia, pagine malinconiche, concentrate negli anni fra il 1939, durante il quale anche gli abitanti del Polo Nord devono affrontare una decisiva battaglia contro i goblin, con Orso Bianco che diventa un eroe, e il 1943, l'anno dell'ultima, commovente lettera a Priscilla.
Mia carissima Priscilla,
sono contentissimo che anche quest'anno tu non ti sia dimenticata di scrivermi. Il numero dei bambini che mantengono la corrispondenza con me sembra diventare sempre più piccolo: credo proprio che sia a causa di questa guerra orribile; così, una volta terminata, le cose torneranno a migliorare e io sarò di nuovo occupato come sempre. In questo momento, però, c'è un numero davvero enorme di persone che ha perduto la propria casa, oppure che è stato costretto ad abbandonarla; sembra che metà del mondo abiti nel posto sbagliato.
Leggendo Lettere da Babbo Natale si torna un po'bambini: inevitabile sorridere delle disavventure del vecchio portatore di doni, impossibile non sbellicarsi di fronte alle pazzie di Orso Polare e difficile è anche non stare in agitazione per quest'ultimo quando, messosi all'inseguimento dei goblin, si perde nelle caverne. Questo piccolo libriccino trasmette l'immenso attaccamento di Tolkien all'universo fantastico e ad una forma di scrittura che, lungi dal farlo apparire come il grande autore che il mondo conosce, lo presenta qui come un padre che vuole nutrire di sogni e avventure i suoi figli, senza per questo celare loro che, al di fuori dell'ovattata realtà dei loro vagheggiamenti natalizi, molti loro coetanei vivono situazioni complesse e pericolose. Le storie di Babbo Natale parlano di allegria, di fatica, di sacrificio, di amicizia e di affetti, ma preparano i giovani Tolkien anche al distacco e alla consapevolezza, prima o poi, arriva il momento in cui le belle favole sono destinate ad essere archiviate come tali.
In questi giorni di attesa delle feste Lettere da Babbo Natale è una compagnia calda e preziosa, adatta a ristorare lo spirito, a far brillare gli occhi dei piccoli e a far sopportare gli ultimi giorni di lavoro ai grandi che attendono di potersi godere qualche giorno di riposo.
Mia cara Priscilla,
auguri per un Natale davvero felice! Penso che quest'anno appenderai la tua calza per l'ultima volta; spero proprio che lo farai, dato che mi sono rimasti ancora alcuni regalini per te. Dopo questa lettera dovrò dirti più o meno "addio"; voglio dire che ovviamente non mi dimenticherò di te. Qui noi conserviamo sempre i vecchi numeri dei nostri vecchi amici e così le loro letterine; e più avanti negli anni speriamo di tornare una volta che loro saranno cresciuti e avranno delle case tutte proprie con dentro dei bambini.
C.M.

Commenti

  1. Che testo stupendo! Ho sempre pensato che quando un autore o autrice riesce a creare dalla sua fantasia un mondo così dettagliato, magico,visionario, in cui si uniscono storie con altrettante storie, debba meritare grande considerazione e genialità; soprattutto mi è molto piaciuto il particolare delle vicende che crescono piano piano insieme ai ragazzi. Ottimo spunto di lettura, è da qualche anno che non intraprendo più una lettura natalizia!

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    1. Come lettura natalizia lo consiglio davvero: è l'equilibrato insieme di fiaba e quotidianità che rende magiche le feste!

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  2. Non sono un grande fan di Tolkien ma questo libro mi incuriosisce molto. Sopratutto permette di aprire un scorcio dell'uomo Tolkien e della figura mitica dietro di lui. Grazie per la condivisione.

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    1. È una lettura interessante per tanti aspetti: per i suoi lettori accaniti è un tassello della sua fantasia che va conosciuto, per chi non lo apprezza particolarmente o non lo conosce, invece, un'occasione per avvicinarlo al di là delle pagine più famose.

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