L'orologio da portare avanti

Ultimamente ho cercato di fuggire i notiziari per non dover assistere continuamente alle sfilate di ipocrisia che si sono moltiplicate dopo l'annuncio che in questo finesettimana Verona avrebbe ospitato il congresso delle famiglie (non uso le maiuscole per non dargli troppa importanza). Non tenevo affatto a veder rispuntare tutti quei moralisti che evidentemente la crociata anti-gender di un paio di anni fa non ha soddisfatto. Però anche stavolta il flusso mediatico è stato talmente forte che non ho potuto sottrarmi alla pioggia di assurdità che si sono sentite, e di fronte all'ipocrisia e all'oscurantismo di certe posizioni non si può proprio tacere.
Perché il problema del tradizionalismo (nel senso deteriore del termine) è che i conservatori si fanno reazionari e alzano le barricate pensando che aprire a nuove possibilità - peraltro garantite dalla nostra Costituzione e, a livello mondiale, dalla Dichiarazione universale dei diritti umani - significhi imporre anche a loro, alla loro vita quotidiana, al loro modo di vivere il cambiamento. Come a dire che riconoscere la varietà della parola famiglia equivalga a obbligare chi vuole costruire una famiglia tradizionale a orientarsi a progetti diversi oppure che concedere la possibilità di adozione ad una coppia omosessuale la tolga alle coppie eterosessuali.
Certo, secondo gli ultraconservatori genera più confusione sui rapporti fra i sessi l'avere due genitori maschi o femmine che vedere un padre che picchia la madre e quest'ultima che vive nel terrore, ma solo perché un'altra delle idee idiote che hanno ritrovato spazio in questi giorni è quella secondo cui la donna deve essere colei che custodisce il focolare domestico e non coltiva alcuna ambizione di realizzazione al di fuori della famiglia, meglio se con un paio di corna sulla testa che la facciano sembrare ancor più devota al marito. Idee che anche due anni fa venivano rivestite di una bella patina cattolica, come quella che anche in questi giorni ha spinto i congressisti a parlare degli omosessuali come dei malati che commettono peccati contro Dio. E io che pensavo che il cristianesimo sostenesse valori quali l'amore incondizionato per il prossimo e l'astensione da qualsiasi giudizio.
Del resto, penso che i veri cristiani fossero tutti altrove rispetto alla sala della Gran Guardia e che, anzi, inorridiscano nel vedersi associare a queste nuove forme di inquisizione, maschilismo e omofobia, non così diverse da quelle che, nei secoli, hanno portato sul rogo uomini e donne accusati di eresia e stregoneria o nei campi di concentramento tutti coloro che erano considerati geneticamente o moralmente inadeguati ad una certa idea di razza.
Il colmo dell'ipocrisia sta nella presenza di relatori e sostenitori che nelle loro esperienze familiari non hanno nulla di tradizionale, ma che amano così tanto la famiglia da essersene create due o tre e da avere già avviato nuove relazioni, disseminando figli qua e là. Scelte private che, personalmente, non mi interessano e non intendo giudicare, ma che certamente non rispecchiano le parole di cui questi signori si sono riempiti la bocca... da che pulpito, insomma. Se poi pensiamo che fra i promotori di questa assurda fiera si annoverano autorità civili che vanno dal Comune al Governo, si nota quanto siano deboli le tutele su cui alcuni gruppi sociali possono contare. Perché, anche se il programma della manifestazione può apparire in sé piuttosto innocente (pur con alcune espressioni che almeno un po' risultano inquietanti, come 'ecologia umana integrale'), abbiamo avuto prova del genere di mentalità di cui si fanno portavoce i partecipanti e gli organizzatori, che non hanno perso occasione per bollare come 'altro' e, quindi, 'secondario', quando non addirittura 'inaccettabile' qualsiasi nucleo di affetto costituito dalle cosiddette famiglie arcobaleno.
«La famiglia è l’istituzione sociale originaria che getta le fondamenta di una società moralmente responsabile» si legge nel manifesto del congresso. Una bella frase, che, però, associata al matrimoniocentrismo (quello uomo-donna, si intende), comporta evidentemente la negazione che una responsabilità morale possa emergere in famiglie di composizione diversa da quella padre-madre-figli e l'affermazione che la società del passato, chiaramente basata sulla famiglia tradizionale sia sempre stata moralmente responsabile, quindi migliore.
Trovo terrificante che nel 2019 la priorità del mondo politico italiano sia quella di mettere sul piedistallo un modello di famiglia e di escludere dalla riflessione legislativa tutti gli altri, che, pure, sono presenti, vivaci, attivi. Responsabilità morale o depravazione possono emergere in qualsiasi tipo di famiglia, rispetto e affetto o, per contro, maltrattamenti e scorrettezze si fanno largo fra coppie di sesso diverso e dello stesso sesso.
Fortunatamente ieri, a Verona, ha trovato spazio e ha raccolto grande successo anche la manifestazione di risposta al congresso delle famiglie, con la lunga sfilata del corteo per i diritti civili, segno che la sensibilità verso la parità sociale e civile è forte e non si lascia scalfire.
Viene però da chiedersi come sia possibile che trovino spazio e voce senza alcuna conseguenza dei fanatici apertamente omofobi, ostili all'altro, fermi su posizioni che le convenzioni internazionali ritengono obsolete, quando non addirittura contrarie al diritto di uguaglianza sancito a gran voce più di settant'anni fa.


Come si può ancora oggi pensare che la qualità delle relazioni familiari sia basata sul sesso dei componenti della famiglia? Come si può ancora oggi ritenere che l'aspetto centrale della questione femminile sia la proibizione dell'aborto (senza neanche valutarne le possibili ragioni) e la limitazione dell'impegno lavorativo delle madri e non il contrasto alla violenza sulle donne o alla disparità del trattamento economico delle lavoratrici rispetto ai loro colleghi maschi? Come si può ancora oggi condurre delle battaglie basate sulla presunta superiorità di alcuni esseri umani sugli altri, con motivazioni che peraltro sono incoerenti e palesemente smentite dalla realtà? Come si può ancora oggi concepire i disegni di legge di carattere sociale come strumenti di discriminazione e sanzione, anziché come mezzi di inclusione, tutela, promozione della coesione civica?
Persino Manzoni (Manzoni, eh), di fronte alla tradizionalissima famiglia secentesca della povera Gertrude, ha l'ardire di negare al genitore di lei, che le impone crudelmente il destino di monaca, il titolo di padre. Ecco, rendiamoci conto che esistono oggi tante persone che esprimono un pensiero ancor più arretrato di quello di un uomo decisamente conservatore come il Manzoni, che, se non altro, aveva la giustificazione di vivere nel XIX secolo.
A proposito di epoche, che oggi ci sia un orologio che richiede di essere portato avanti ben più di un'ora è evidente, ma non è corretto definire 'medievale' il congresso di Verona: il Medioevo è stato certo un periodo dominato da un pressante pensiero religioso e punteggiato da episodi di violenza contro la diversità, ma, sul piano delle discriminazioni, non è stato più feroce di altre epoche storiche. Ricordiamo che fra Cinquecento e Seicento l'Inquisizione ha istituito processi e acceso roghi in tutta Europa e non occorre aprire chissà quali testi specialistici per ricordarci dei Lager nazisti o di altri fenomeni di genocidio del secolo scorso. Due parole a favore del Medioevo vanno spese: smettiamo di vederlo come un'epoca oscura, perpetuando il pregiudizio settecentesco, e ricordiamoci che il Medioevo ci ha regalato splendide manifestazioni di genio artistico e culturale, che è stato il vero momento di incontro fra tutti quei popoli che avrebbero costituito le basi dell'Europa. Preoccupiamoci, invece, della pochezza di quella parte della società contemporanea che, pur conoscendo tutto quanto è accaduto dall'antichità ad oggi, anche nel Medioevo, e potendo quindi valutare aspetti negativi e segni di progresso nella storia dell'umanità, pur avendo di fronte a sé documenti sofferti che hanno riconosciuto a tutti gli esseri umani la libertà di espressione e realizzazione personale, non riesce a farne tesoro.
Quella società, insomma, che lascia liberi di esprimersi gli omofobi, i maschilisti e i terrapiattisti, senza peraltro produrre nulla che possa eguagliare la Cappella degli Scrovegni o la Divina Commedia.

C.M.

Commenti

  1. Un post bellissimo e che mi trova totalmente d'accordo con ogni parola che lo compone. Semplicemente, grazie per averlo vergato.

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  2. Ciao, Cristina,
    e grazie per questo tuo appassionato contributo,in cui prendi posizione in maniera ferma e decisa contro questo ngobile rigurgito di oscurantismo. Ancora più prezioso, poi, il fatto che tu ti serva della sola arma efficace in questi casi: la cultura, che nella sua accezione più alta è sempre strumento per indagare e comprendere il presente (o cultura non è). Quanto all'incapacità di produrre alti esiti artistici di questo squallido puritanesimo neomedioevale, chissà che lo scopo recondito non sia proprio quello di dedicare qualche altro capolavoro alle donne, nuovamente rinchiuse tra quattro mura, in qualità di ammenda al peccato de.....no, la Fortuna non c'entra. Questa volta la colpevole è, più che evidentemente, sempre la stessa: l'Ignoranza.

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    1. Grazie a te per questo contributo, che mi dà la conferma che, grazie al confronto e alla cultura, si possa trovare conforto rispetto a certi fenomeni preoccupanti. Ecco, sarebbe stato proprio interessante conoscere il parere di uomini medievali del calibro di Boccaccio: credo che, come sempre, i nostri contemporanei sarebbero stati surclassati dall'apertura di certe menti, in confronto all'ignoranza (hai ragione a dire che il problema è tutto lì) che ancora ottiene tanto seguito.

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  3. Un articolo che diffondo volentieri. Grazie, Cristina.

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