Piccolo diario mitteleuropeo: Vienna

Per il ponte di Carnevale mi sono regalata la realizzazione di un piccolo sogno di viaggio, volando a Vienna, bellissima capitale della Mitteleuropa. Attratta soprattutto dalle atmosfere primonovecentesche, riconducibili alle avanguardie e soprattutto alla Secessione, ho poi apprezzato molto più di quanto mi aspettassi anche le tappe imperiali del mio viaggio, fra palazzi e tesori asburgici. 

Vienna, palazzi intorno al parco del Belvedere

So individuare con estrema chiarezza il momento in cui è nato in me il desiderio di visitare Vienna: era il mio quinto anno di liceo e nel corso delle lezioni di storia dell'arte hanno cominciato ad affacciarsi nella mia mente le opere di Klimt, Schiele e Klinger, contornati da affreschi sulla Finis Austriae entro i quali emergevano i nomi di Joseph Roth e la sua Cripta dei Cappuccini e di Stephan Zweig. Sono passati gli anni e ho finalmente letto direttamente le opere di questi scrittori, adagiandomi nel clima di decadenza e di fermento d'inizio Novecento attraverso i romanzi La marcia di Radetzky e Il mondo di ieri, che hanno fatto crescere in me la voglia di questo viaggio.
All'arrivo a Vienna io e mio marito ci siamo muniti immediatamente della Vienna City Card, un pass per tutti i mezzi pubblici, utile anche per ottenere alcune riduzioni nei principali musei cittadini e in alcuni negozi, della validità di 24, 48 o 72 ore. Così equipaggiati, ci siamo messi subito ad esplorare la città, diretti prima di tutto alla Secessione: veder spuntare fra gli edifici la sua inconfondibile cupola dorata mi ha fatto fare un tuffo nel passato, nel pieno di quella lezione in cui per la prima volta ho ammirato il Fregio di Beethoven di Gustav Klimt. Anche se proprio quest'opera era il motivo principale del mio interesse, è stato l'edificio in sé a incantarmi maggiormente: senza nulla togliere allo straordinario dipinto dedicato alla Nona, che, come tutti i lavori di Klimt, ricchi di smalti, foglie d'oro e inserti, non riceve mai giustizia da alcuna foto, ho apprezzato soprattutto l'architettura esterna del palazzo, con i motivi Liberty della facciata che hanno influenzato il volto di tanti altri edifici viennesi.

Vienna, palazzo della Secessione

Vienna, Palazzo della Secessione - ingresso

Percorrendo in direzione della Secessione la Ringstrasse, la celebre strada voluta da Francesco Giuseppe a seguito dell'abbattimento delle mura per collegare il centro cittadino, la residenza imperiale della Hofburg e le zone prossime alle vecchie fortificazioni, ci siamo imbattuti nella Weiner Staatsoper, il monumentale teatro sorto come primo grande edificio del nuovo complesso urbano; inaugurato nel 1869, esso costituisce uno dei principali luoghi della cultura musicale viennese, insieme alla Musikverein. A proposito, il legame di Vienna con la musica è tanto forte che ovunque si aggirano venditori di biglietti di concerti alla ricerca di pubblico e non è raro che le passeggiate siano accompagnate dal ritmo dei valzer e delle più note musiche operistiche.

Vienna, palazzi in stile Liberty

Il primo giorno abbiamo pranzato nel vicino Naschmarkt, nel quale ci siamo trovati per caso (nello sfogliare la guida mi era proprio sfuggito), finendo dritti nel significato più profondo di Mitteleuropa: qui, infatti, fra chioschi di falafel, salsicce, spezie, gulasch, verdura, dolci e frutta candita, si comprende immediatamente come Vienna sia stata e sia tuttora crocevia di tante culture e tradizioni e di come sia vincolata all'Europa nordorientale ma anche alle regioni balcaniche.

Vienna, Kunsthistorisches Museum

Vienna, Kunsthistorisches Museum - ingresso

Nel pomeriggio ci ha ospitati il grandioso Kunsthistorisches Museum, che sapevo essere un punto di riferimento per l'altra grande parte della storia dell'arte che dai tempi dell'Università collegavo a Vienna: le collezioni di arte classica, soprattutto romana. Il poderoso edificio si affaccia su uno dei lati di Maria-Theresien Platz, di fronte al Naturistorisches Museum; entrambi i musei sono il risultato della passione degli Asburgo per il collezionismo. Il Kunsthistorisches Museum cattura l'attenzione fin dall'ingresso nel grande salone sormontato da una grande cupola, coperto di un meraviglioso pavimento a intarsi bianchi e neri e con la sua scalinata monumentale, sulla quale campeggia Teseo in lotta col centauro di Antonio Canova. A sinistra dell'ingresso si accede alla stupefacente Kunstkammer, che ospita le cosiddette arti minori ma che costituisce l'aspetto più particolare del museo: qui sono conservati olifanti e altri oggetti realizzati in osso e avorio, coppe e vasi di onice, prodotti di oreficeria come la straordinaria saliera di Benvenuto Cellini, orologi, automata e strumenti astrologici. A destra si accede invece alla sezione di arte egizia e orientale, mentre al piano intermedio è ospitata la collezione classica greco-romana, nella quale campeggiano i busti degli imperatori e alcuni dei più raffinati esempli di glittica. Qui la mia attenzione è stata totalmente assorbita dal capolavoro della Gemma augustea, con il suo gioco di colori blu e bianco al servizio della celebrazione della dinastia giulio-claudia. La sezione più ammirata del museo è però la pinacoteca, che ospita dipinti di Raffaello, Bruegel, Tiziano, Vermeer, Rubens e molti altri esponenti dell'arte moderna.


Vienna, Kunsthistorisches Museum - olifanti nella Kunstkammer

La domenica è stata il giorno più impegnativo. La giornata è iniziata con un'intensa visita allo Schloss Schönbrunn, residenza estiva degli Asburgo, proclamata Patrimonio dell'umanità in quanto esemplare manifestazione dell'architettura barocca e del concetto di Gesamtkunstwerk (opera d'arte totale) per la mescolanza di tecniche nelle decorazioni. Gli interni, interessanti soprattutto come documento della storia di Maria Teresa d'Austria e di Francesco Giuseppe, che qui morì nel 1916, descrivono tutta la complessità del cerimoniale di corte e lungo il percorso nel piano nobile si possono scoprire tanti particolari della vita degli Asburgo e delle loro abitudini quotidiane. I giardini esterni, che in inverno sicuramente perdono molto del loro fascino, sono costellati di siepi e roseti e statue neoclassiche. Il retro del palazzo ospita un parco che, nella sua impostazione longitudinale, ricorda quello della Reggia di Caserta: inframmezzato da una fontana monumentale, esso prosegue verso il punto più alto della tenuta, dove sorge il padiglione della Gloriette, da cui si può ammirare tutta Vienna.

Vienna, Schloss Schönbrunn

Vienna, Schloss Schönbrunn - Gloriette

Nel pomeriggio ci siamo spostati verso la Hofburg, dedicandoci alla visita della Augustinerkirche per ammirare il monumento funebre di Maria Cristina d'Asburgo realizzato da Antonio Canova per volontà del consorte Alberto di Sassonia-Teschen. La duchessa, figlia prediletta di Maria Teresa d'Austria, è sepolta, come quasi tutti i membri della famiglia imperiale, nella Cripta dei Cappuccini, ma il marito, che ella ha avuto il privilegio di poter scegliere, ha voluto a sua memoria questo straordinario complesso marmoreo, di cui forse pochi conoscono l'ubicazione, dato che la chiesa non è così affollata come ci si aspetterebbe sulla base della notorietà dell'opera.

Vienna, Augustinerkirche - monumento funebre di Maria Cristina (A. Canova)

Vienna, Augustinerkirche - monumento funebre di Maria Cristina, part.

La Augustinerkirche, che è stata la chiesa di corte e che ha ospitato, fra i tanti matrimoni illustri, quelli di Napoleone e Maria Luisa e di Francesco Giuseppe ed Elisabetta di Baviera (meglio nota come Sissi), si affaccia, quasi mimetizzandosi, sulla Josephplatz, dalla quale si accede anche alla Biblioteca nazionale. Quest'ultima, come la chiesa stessa e come le scuderie e la Scuola di equitazione spagnola, fa parte del complesso della Hofburg, residenza imperiale asburgica. La sala di rappresentanza della Österreichische Nationalbibliothek, realizzata in stile barocco nella prima metà del XVIII secolo, è una tappa imperdibile per gli appassionati di biblioteche storiche: gli scaffali ingombri di volumi, i grandi mappamondi, le statue e il ricco apparato di decorazioni ne fanno un luogo ricco di suggestioni.

Vienna, Österreichische Nationalbibliothek - sala di rappresentanza

Vienna, Österreichische Nationalbibliothek - sala di rappresentanza

Lungo il percorso che collega Josephplatz a Michaelerplatz, dalla quale si accede agli appartamenti asburgici, si incontra la Schatzkammer, il museo che ospita i tesori imperiali. Non avevo incluso questa parte del complesso della Hofburg nel mio itinerario, eppure è stata una delle esperienze più interessanti del viaggio: la collezione di scettri, corone, abiti degli imperatori dall'epoca carolingia fino alla fine della monarchia asburgica permette una vera e propria immersione nella storia e nelle tradizioni che hanno alimentato il mito del Sacro romano impero.

Vienna, Josephplatz

Vienna, Schatzkammer - particolare del mantello imperiale

Il lunedì mattina è stato consacrato ad una visita al Belvedere superiore, il palazzo che ospita una collezione di arte che va dall'epoca medievale a quella contemporanea, entro la quale spiccano i dipinti di Friedrich, Van Gogh, Monet, Klimt (Il bacio e Giuditta, per citare solo i più celebri), Schiele, Segantini, Munch. L'esperienza più appagante della visita al Belvedere è però risultata quella nella sala allestita per accogliere fino al 15 maggio il gruppo scultoreo di Leopold Kiesling Marte, Venere e Cupido. L'opera, realizzata in marmo sotto l'influenza di Canova e commissionata a Kiesling per intercessione dello stesso scultore italiano, fu realizzata fra il 1805 e il 1809, nell'imminenza del matrimonio di Napoleone e Maria Teresa, che doveva rappresentare la fine della guerra e l'instaurarsi della pace. Immersa in una sala completamente buia, la scultura ne emerge in tutto il suo splendore, con una perfetta definizione delle masse e dei dettagli, eppure sfuggendo agli sguardi della gran parte dei visitatori del Belvedere.

Vienna, Belvedere superiore

Vienna, Marte, Venere e Cupido, part. (L. Kiesling)

Nel pomeriggio abbiamo smesso di staccare biglietti e ci siamo portati verso il Danubio, ammirando le colorate facciate del complesso della Hundertwasserhaus nel quartiere di Landstrasse, per poi fermarci al Prater, il grande polmone verde di Vienna, per assaporare l'atmosfera del suo parco di divertimenti e, soprattutto un giro sulla Riesenrad, la grande ruota panoramica cittadina.

Vienna, Hundertwasserhaus - facciata
 
Vienna, Hundertwasserhaus - cortile

Vienna, ponte sul Danubio

Abbiamo lasciato all'ultimo giorno la visita degli appartamenti imperiali della Hofburg, con il museo delle argenterie di corte (con i suoi centrotavola grandi quanto un appartamento) e l'esposizione dedicata a Sissi, per poi dirigerci in Stephanplatz per visitare il maestoso duomo in stile gotico, notevole soprattutto per il pulpito realizzato da Anton Pilgram, per il poderoso campanile e per il suo tetto in tegole di maiolica, disposte a disegnare l'aquila asburgica.

Vienna, Stephansdom

Abbiamo dovuto rinunciare ad entrare nel Volksgarten e al museo dell'Albertina (dove è custodito il dipinto del leprotto di Albrecht Dürer che ha originato uno dei simboli della città), nonché alle esibizioni dei cavalli lipizziani, perché prima di lasciare Vienna volevamo visitare la Kapuzinergruft, la Cripta imperiale, dove sono sepolti molti membri della famiglia Asburgo, fra cui Maria Teresa e il consorte Francesco Stefano, Francesco Giuseppe con Sissi e il figlio suicida Rodolfo, ma anche Zita, l'ultima imperatrice, rientrata dall'esilio nel 1982 e morta sette anni dopo. Scavata al di sotto della Chiesa dei Cappuccini, la cripta ospita sepolcri monumentali in stile barocco ricolmi di teschi con funzione di Memento mori e fanciulle velate e documenta l'evoluzione dello stile e la semplificazione delle forme, fino alle tombe spoglie degli ultimi imperatori. Le pareti spoglie di questo luogo di riposo e la monocromia dei monumenti stridono con lo sfarzo dei palazzi, con le pareti rivestite di arazzi e velluti, di stucchi e ritratti, con i lampadari un tempo sovraccarichi di candele: qui si comprende davvero il concetto di Finis Austriae, di una grandezza che si è via via spenta ma che ha costituito le basi di una nuova nascita.

Vienna, Kapuzinergruft

Ma il tour storico-artistico non è stato l'unica soddisfazione di questo viaggio mitteleuropeo, che ha avuto la sua buona dose di tappe gastronomiche: accanto alle salsicce, ai bretzel dolci e salati, alle insalate di patate e ai crauti in stile tirolese non sono mancati assaggi di gulash, crespelle al prosciutto e rafano, la tradizionale Wiener Schnitzel, lo strudel e il Kaisershmarrel, una sorta di frittata dolce tagliuzzata e servita con uvetta, zucchero a velo e composta di prugne o frutti rossi e che si dice essere stata il piatto preferito di Francesco Giuseppe.

Vienna, Riesenrad nel Prater

Quattro giorni non sono di certo sufficienti per visitare Vienna, ma basta poco per entrare nell'atmosfera cittadina, nei suoi giri di valzer, nei suoi profumi, nella sua storia. La capitale mitteleuropea si fa visitare con calma, senza la pressione di grandi folle che premono sui mezzi pubblici o incalzano per le strade. Vienna va a dormire presto e presto chiudono i musei (dato da tenere presente, visto che gli ultimi ingressi sono intorno alle 16.00-16.30, almeno in inverno), ma questo invita a percorrerne le strade dopo un corroborante riposo, pronti a salire immense scalinate e a perdersi fra le sale labirintiche dei suoi palazzi.

C.M.

Commenti

  1. Grazie per questo articolo Cristina; ho potuto sognare un poco visto che Vienna, dopo Parigi, è la città che più amo. Sarei contentissima di visitare la Hofburg e in particolare le stanze di Sissi: dove faceva palestra, dove si faceva pettinare i capelli e i suoi abiti originali!

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    1. Sugli abiti devo purtroppo darti una delusione: quasi tutti quelli presenti nel museo di Sissi sono delle riproduzioni, perché gli originali, per motivi di conservazione, non possono essere esposti; in verità ho trovato poco coerente la scelta di intitolare una parte della Hofburg "Museo di Sissi", visto che sono ben pochi gli oggetti appartenuti alla principessa. Restano comunque gli appartamenti imperiali da apprezzare, e non è certo poco!

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