Resta con me - Elizabeth Strout

Ho incontrato - letterariamente - Elizabeth Strout poco più di due anni fa, leggendo Olive Kitteridge, uno dei libri più belli che mi siano capitati per le mani nel 2017, e poi, a distanza di pochi mesi, Tutto è possibile. Nel mezzo l'ho incontrata di persona al Festivaletteratura, durante un incontro nel quale dialogava con Lella Costa, e in quella occasione ho capito che Elizabeth Strout merita di essere conosciuta non solo per i suoi libri ma più in generale per ciò che può e sa comunicare anche nel corso di un evento.

«Ho il sospetto che il massimo che possiamo sperare, e non è una speranza da poco, è di non arrenderci mai, non smettere mai di concedere a noi stessi il permesso di sforzarci di amare e di ricevere amore».
Quest'anno Fazi ha ripubblicato in una nuova edizione il secondo romanzo della scrittrice del Maine, Resta con me, che ha per protagonista il reverendo Tyler Caskey, pastore di West Annett, nel Maine. Tyler ha da poco perso la moglie, Lauren, una donna dapprima piena di entusiasmo e tenerezza, poi di difficoltà, disagio nei confronti della propria casa e della comunità della cittadina e anche di debiti; Lauren si è ammalata di cancro e alla sua morte la figlia minore, Jeannie, viene affidata da Tyler alla nonna paterna, mentre la maggiore, Katherine, di cinque anni, si è chiusa in un silenzio infrangibile e ha iniziato a manifestare atteggiamenti oppositivi che suscitano timore nella maestra, nella psicologa della scuola e nelle catechiste. Ad aiutare Tyler nella gestione della casa c'è Connie Hatch, che si prodiga per la famiglia del pastore come se fosse la propria, fino a far nascere dei pettegolezzi, ma non è la presunta esistenza di una relazione fra Connie e Tyler a costituire il vero tormento della donna, che ben presto sarà al centro di uno scandalo ben peggiore. Tyler trascina i propri giorni in preda allo sconforto, perché assieme alla moglie ha perso tutti i suoi punti di riferimento: non riesce più a coinvolgere i fedeli nei suoi sermoni, è un genitore solo, non sa come affrontare il disagio della figlia né l'invadenza di una madre che vuole a tutti i costi trovargli una moglie, è assediato dalla richiesta assurda di Doris Austin, che desidera un nuovo organo e dalla maestra di Katherine, dalla psicologa e dal preside della scuola che, incredibilmente insensibili di fronte alla situazione sua e della bambina, parlando di lei liquidando il suo problema con sentenze psicanalitiche o suggerendone l'inclusione in una classe speciale, per poi passare il tempo a sparlare di lui al telefono. Tutti sembrano non preoccuparsi d'altro che di giudicare Tyler, di sottolineare la sua inadeguatezza sia come genitore che come guida spirituale, di nascondersi dietro alla maschera perbenista tipica degli anni '50, ma nessuno si cura di comprenderlo o di sostenerlo veramente.
Anche in questo romanzo, come in quelli che ho letto precedentemente, ho ritrovato la straordinaria capacità di Elizabeth Strout di indagare i sentimenti dei suoi personaggi senza esprimere alcun giudizio morale: pagina dopo pagina, è come se lei si mettesse lì, seduta davanti a uomini e donne, registrando le loro azioni e le loro parole. In Resta con me diventa particolarmente importante la dimensione della prospettiva dei protagonisti ma anche dei personaggi secondarie o coloro che sono poco più che comparse: sebbene Tyler sia l'indiscusso protagonista del romanzo, la Strout non parteggia per lui, non esclude le ragioni degli altri e si cura di mettere in luce come ciascuno possa interpretare in modo diverso uno stesso fatto o uno stesso comportamento, facendoci capire quanto sia facile sbagliare nel giudicare il prossimo e quanto sia pericoloso mettere se stessi davanti agli altri, ignorando la sofferenza che chiunque porta dentro di sè e che in alcuni momenti può diventare più forte di qualsiasi formalità e può arrivare a prostrare un essere umano.
Anche se mi è occorso qualche capitolo per entrare in sintonia con la narrazione e comprendere le relazioni fra Tyler e gli altri personaggi (cosa che non mi era successa con Olive Kitteridge, per il quale fu amore a prima riga), sono riuscita comunque ad apprezzare molto Resta con me, il suo intreccio, le sue riflessioni e, come sempre, anche l'ottima prosa dell'autrice, della quale intendo leggere anche gli altri romanzi. E, quindi, con quale mi suggerite di proseguire?
Gli alberi lungo il fiume avevano l’aria di chi era stato sorpreso mezzo svestito. C’era ancora qualche foglia, ma ne erano cadute abbastanza perché lo sguardo potesse spingersi oltre i tronchi, verso il cielo; c’era una sensazione di nudità incombente. Tyler abbassò il finestrino dell’auto perché l’aria fresca gli inondasse il viso, e l’odore aspro dell’autunno gli portò alla mente il ricordo di se stesso da giovane, fermo sul campo da football, un attimo prima del fischio di inizio- Aveva pensato: sono un uomo grande, e farò grandi cose.
C.M.

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