Ascolta il mio cuore - Bianca Pitzorno

Doveva prima o poi arrivare il momento: questo blog non sarebbe mai stato davvero il riflesso della sua proprietaria, se non avessi pubblicato un post dedicato al libro della mia infanzia, nonché uno dei miei preferiti in assoluto. Insomma, uno dei volumi che salverei per il post-apocalisse.
Sto parlando del romanzo più letto e amato della scrittrice sarda Bianca Pitzorno, Ascolta il mio cuore. Un libro in cui l'autrice ha riversato molto della propria esperienza scolastica, testimoniando lo stato del sistema educativo elementare nel secondo Dopoguerra e gli squilibri sociali annessi, ma senza far mancare ai suoi giovani (e non giovani) lettori il gusto di una storia graffiante, ironica, talvolta spassosa.

A richiamare per antitesi Cuore di Edmondo de Amicis, il romanzo di Bianca Pitzorno è scandito secondo i mesi del quarto anno di scuola elementare delle protagoniste Prisca Puntoni, Elisa Maffei e Rosalba Cardano, alle prese con una nuova maestra, che fin dal primo giorno si rivela oltremodo rigida, classista, spocchiosa e vendicativa. La maestra Sforza, infatti, non solo tratta con infinita compiacenza e pazienza le alunne che provengono dalle migliori famiglie del paese, ma fa di tutto per liberarsi di Iolanda e Adelaide, due bambine estremamente povere che contaminano la sua classe e che l'insegnante sottopone a continue vessazioni. La fissazione di Arpia Sferza - come viene soprannominata la maestra - per l'igiene, l'ordine e le marce serrate alla fine della mattinata si traduce in grida e sferzate di bacchetta per porre fine alle quali Prisca, Elisa e Rosalba profondono le energie dell'intero anno scolastico. Ma non è solo la terribile insegnante a suscitare l'ostilità delle tre eroine e a far battere come un tamburo impazzito il cuore di Prisca ad ogni ingiustizia: la sua stessa superbia è riflessa negli atteggiamenti di quelle che le bambine chiamano Leccapiedi, apitanate da Ester Panaro, in prima linea nelle lusinghe alla maestra e nelle angherie verso le compagne più deboli. Ecco perché, non appena si affaccia la possibilità di fare giustizia, le Prisca, Elisa e Rosalba architettano un piano che, nelle loro giovani menti, ha la portata di un colpo di stato e rende accettabile anche sacrificio.
Il romanzo è percorso da uno spirito di avventura che trasforma una comune vicenda sui banchi di scuola in un ciclo di peripezie che si vorrebbe non finissero mai: ci sono le sfide di Prisca e di Elisa alla maestra, i tentativi delle tre eroine di sostenere Adelaide e Iolanda, il sogno della protagonista d diventare scrittrice e i racconti in cui trasforma la maestra in mille antagonisti diversi per la soddisfazione di farle fare una brutta fine, le vicende della particolare famiglia di Elisa, con lo zio Leopoldo che, dopo la morte del fratello e della cognata, ha vinto ai dadi la custodia della nipote, nonché la singolare infatuazione di Prisca per Leopoldo stesso.
Ciò che rende appassionante e indimenticabile la storia di Ascolta il mio cuore sono l'irriverenza delle protagoniste e di Prisca in particolare, lo stile che oscilla fra lo straniamento e l'ironia e la centralità del desiderio dei bambini di ritagliarsi un proprio spazio, ribellandosi alle imposizioni troppo rigide e soprattutto alle ingiustizie. Le tre bambine, nella loro ingenuità ma anche nell'attaccamento a principi che non sono disposte ad accantonare, insorgono di fronte all'ostilità della maestra per le compagne sfortunate agli insulti e alle discriminazioni palesi che le Leccapiedi e anche molti degli adulti che dovrebbero intervenire in difesa dei più piccoli sono invece disposti a sostenere e giustificare in ogni modo. La loro è una battaglia contro un gigante, contro un sistema intero in cui, nonostante il cambiamento dei tempi, vige ancora la legge del più forte e chi non ha fortuna di avere una famiglia altolocata è destinato a soccombere.
Se per un bambino Ascolta il mio cuore può apparire la storia di una coraggiosa impresa di liberazione, una sorta di Risorgimento dei bambini (e non a caso ino dei suoi racconti Prisca trasforma la maestra in un crudele generale austriaco), al lettore adulto il romanzo rivela tutte le storture e la gravità di un mondo che, anche dopo la guerra e le sue brutture, ha tardato a riconoscere l'uguaglianza di tutti e ad abbandonare l'istinto alla discriminazione e che non ha ancora del tutto superato questa vile tendenza.
Ho letto Ascolta il mio cuore almeno dieci volte da quando, nel 1998, ho acquistato in una libreria di Verona la mia edizione Oscar junior di Mondadori, impreziosita delle illustrazioni di Quentin Blake. La scelta di questa lettura è stata determinata dalla presenza di mia madre e ancora oggi per me quello è stato il momento di svolta della mia vita di lettrice. Grazie a questo meraviglioso romanzo ho sperimentato lo straordinario potere dei libri, strumenti in grado di farci provare le emozioni più disparate, di farci ridere e commuovere, di farci svagare e arrabbiare, ma anche di spingerci a riflettere e a non trattare mai con superficialità quelle che sembrano questioni da bambini, perché, si sa, la letteratura per l'infanzia - quella buona, quella vera - è sempre più che un banale raccontare, ha in sé la capacità di educare.
E voi avete letto questo romanzo? Quale considerate il libro della vostra infanzia o la pietra miliare della vostra crescita di lettori? 

Non era facile, dopo tre anni e mezzo di carriera scolastica all'insegna dell'obbedienza, della gentilezza e della buona educazione, trasformarsi all'improvviso in una scolara insubordinata e ribelle. Tanto più che la natura aveva fornito Elisa di un'indole mite, affettuosa e accomodante, molto diversa da quella polveriera sempre sul punto di scoppiare che era il carattere di Prisca.
Per comportarsi male bisognava dunque fare un programma dettagliato, stabilire delle regole e applicarle con la massima determinazione. Non era consentito distrarsi neppure un istante.
Prisca, entusiasta all'idea della carneficina, aiutò l'amica a escogitare le cose più tremende, quelle che, a loro avviso, dovevano per forza fare uscire dai gangheri la maestra.
C.M.

Commenti

  1. Io sono cresciuta con la Alcott, Twain, Rodari, Verne e la cosa più bella che ti può capitare quando rileggi questi testi (che non sono mai prettamente dell'infanzia) è quando ti accorgi che hai lasciato lì una parte di te stessa e scoprire che questa esiste ancora.

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    1. E non è facile capire fino a che punto quella parte di noi, durante l'infanzia, si sia riconosciuta fra quelle pagine e quanto, invece, sia diventata nostra proprio per effetto di quelle letture.

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  2. Devo inserirlo fra i consigli ai ragazzini di prima media, mi pare perfetto. Della Pitzorno ho letto il bel romanzo "La bambinaia francese", che ho trovato ben scritto e parecchio stuzzicante per i suoi legami con "Jane Eyre". Il libro del mio cuore è "Le mille e una notte". Si tratta di un'edizione Mursia molto bella, che mi fu donata al compiere dei sei anni. Ebbi altri libri prima ma mi innamorai di quel tomo magnificamente rilegato. Per non parlare delle sue storie appassionanti, che lessi come si mangiano le ciliegie. :)

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    1. Di Bianca Pitorno ho letto diversi libri (La bambinaia francese,
      però, mi manca), anche se nessuno ha avuto un impatto forte come questo. Il tuo riferimento al libro non solo per il suo contenuto ma anche per l'aspetto esteriore mi ha fatto pensare a quanto siano importanti anche le sensazioni tattili, i colori, le forme o l'odore di un volume per stabilire un legame, soprattutto quando si è giovani lettori.

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  3. Ho sentito parlare molto bene di questa scrittrice ma per il momento non ho letto nulla di suo. La tua ottima recensione mi ha ulteriormente convinto a leggere prima o poi qualcosa di suo. Qual è il tuo romanzo preferito della Pitzorno? Da dove mi consigli di cominciare?

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    1. Proprio Ascolta il mio cuore è il mio libro preferito fra quelli dell'autrice (ma uno dei preferiti in assoluto), ma ho amato molto anche La casa sull'albero e Tornatras; quest'ultimo, insieme a Diana, Cupido e il commendatore, costituisce una sorta di miniserie, ma senza particolari legami. Molto bello anche Sulle tracce del tesoro scomparso, che ha fatto vincere all'autrice il premio letterario del mio paese d'origine (Premio Castello), grazie al quale è stata nostra ospite un paio di volte. Non ho però letto proprio tutto, chissà quante altre meraviglie mi sono persa!

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