I romagnoli ammazzano al mercoledì - Davide Bacchilega

Pensavo che avrei trovato un giallo, invece mi sono imbattuta in un romanzo di cui fatico ad individuare chiaramente il genere. Ma, attenzione, questo non è un difetto. Dopo tre anni dalla lettura di Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati, sono tornata alla narrativa di Davide Bacchilega, immaginando che I romagnoli ammazzano al mercoledì (Edizioni Las Vegas) fosse una sorte di seguito e che di nuovo sarebbe stata inscenata un'intrigante indagine su qualche crimine.
I due romanzi sono, in un certo senso, collegati, ma per pochi elementi riducibili all'ambientazione in una Romagna non sempre in fiore e al personaggio di Ermes Donati (col suo Jack Russel Arrigosacchi), allora protettore di prostitute, ora titolare di un locale in cui si organizzano scommesse e si gioca d'azzardo. Ermes si è infatti stancato del suo lavoro precedente e, ben lungi dall'intenzione di darsi a qualche attività legale, si distingue come un pezzo grosso della criminalità romagnola, con tanto di tirapiedi e contatti con altre organizzazioni. I suoi interessi si intrecciano, anche se non sempre direttamente, a quelli della nipote Irma, mediocre poetessa alla ricerca di un'occasione per sfondare nel mondo letterario, del giornalista Stefano Guerra, in perenne stato di sospensione fra l'accettazione dell'esistenza da single e cronista di sagre locali e la tentazione di affrontare una svolta, del seduttore seriale Ruben Fontana, mago della truffa ai danni delle signore attempate, e l'ex pugile Raul Chiodi, che, dopo un passato da campione, non si rassegna a restare fuori dai giochi. Chi si mette nei guai, chi cerca vendetta, chi sfida la sorte senza coscienza dei limiti, chi vuole solo sopravvivere, chi aspetta l'occasione della vita, chi, in fondo, ha un nobile proposito: in un avvincente sistema di relazioni che si delinea pagina dopo pagina, ognuno svela i propri scopi, le proprie carte, i propri punti di debolezza, mentre sulle teste di alcuni di loro incombe la vendetta degli altri, che dovrà consumarsi di mercoledì, il giorno in cui nessuno si aspetterebbe di morire.
Inanellando una serie di situazioni grottesche e grazie ai suoi personaggi cinici e spacconi, Davide Bacchilega regala nuovamente al suo lettore una storia dominata dall'ironia e dall'assurdo e originale anche nella costruzione, perché il giallo - ammesso che poi di giallo si possa parlare - non muove dal delitto alla soluzione, ma, come si può arguire dalla struttura dei capitoli, che procedono dal giovedì di una settimana al giovedì della successiva, dalla definizione del quadro criminale al momento di massima tensione.

C.M.

Commenti

  1. Sono stata immediatamente attratta dal tuo post perché, come te, credevo che questo libro fosse un giallo proprio giallo. Ne leggo relativamente pochi, ma se trovo delle trame che mi intrigano, mi butto.

    Il sottotitolo riportato in copertina, in ogni caso, è eccezionale:
    "Devi rischiare tutto, se vuoi vincere il minimo indispensabile"
    Mi ci riconosco, soprattutto per quanto riguarda gli aspetti lavorativi.

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    1. Infatti il bello di questa storia è scoprire i moventi delle azioni dei diversi personaggi: nulla è come sembra, il gioco non è solo gioco e la truffa non è solo truffa. Bacchilega ha saputo creare una storia intrigante con personaggi complessi, anche se apparentemente il tono della narrazione potrebbe far pensare che sia tutt'altro.

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