Un ultimo viaggio a Holt: ecco cos'è La strada di casa, ultimo romanzo
che mancava ai lettori italiani per completare il dialogo con il suo
autore, Kent Haruf. Pubblicato da ormai un anno da NN con l'immancabile
traduzione di Fabio Cremonesi, che è diventato ormai per noi la voce
ufficiale di Haruf, questo romanzo, come si legge nella scheda
dell'editore, è stato però scritto prima dell'amatissima Trilogia della
Pianura, eppure si rivela particolarmente adatto ad accompagnarci nel
distacco dalla cittadina del Clorado e dall'umanità che la popola.
La
strada di casa, infatti, è la storia di un abbandono, di un congedo
drammatico, incontovertibile: quello di Jack Burdette, che ha lasciato
Holt dopo essersi reso protagonista di diversi imbrogli e di una vera e
propria truffa dalle gravi conseguenze, abbandonando una giovane moglie
con i figli. La vicenda di Jack, narrata dall'amico Pat Arbuckle, è una
catena di delusioni, inganni, cuori spezzati: quello della sua storica
fidanzata, Wanda Jo Evans, quello dei compagni della cooperativa
agricola che gli riconosce tanta fiducia da nominarlo direttore, ma
anche quello di Jessie Miller, che seduce durante una trasferta di
lavoro e riporta a Holt come sua moglie. Dove passa Jack Burdette
nascono problemi e si aprono ferite ed ecco perché, al suo inaspettato
ritorno a Holt, lo accoglie l'ostilità generale e Pat non può che
sentire minacciati i propri sentimenti per Jessie, per la quale è stato
per anni l'unico supporto e l'unica sicurezza. Jack Burdette
sconquassa l'esistenza di tutti coloro che incontra, col suo fascino
irresistibile si fa ammirare, seduce, sembra promettere tutto ciò che di
meglio la vita possa offrire, ma nel suo cammino dissemina gesti
improvvisi per i quali non concede spiegazioni né scuse. Nemmeno quando
la vita delle sue vittime inconsapevoli, tradite unicamente dal suo
magnetismo, sembrano ritrovare in equilibrio, Jack torna a turbarle e a
sconvolgerle.
In questa elegia di Holt due sono le figure che catturano la sympatheia del lettore: oltre a Jessie Burdette, che si è lasciata tutto alle spalle per inseguire Jack a Holt, ha una sua grandezza drammatica il personaggio di Wanda Jo Evans, che sacrifica se stessa, le proprie ambizioni e l'amor proprio per farsi la devota ancella di Jack, nell'attesa della fatidica proposta di matrimonio. Anche Pat, superata con fatica una storia familiare naufragata in seguito ad una tragedia, si trasforma da narratore a vittima dell'arroganza e della forza di Jack, alla quale sembra che nulla e nessuno possa opporsi.
Ancora una volta, dunque, Holt si fa teatro di esperienze brucianti, di sogni infranti, di intense storie d'amore, di passione e di sofferenza, di tutte quelle manifestazioni dell'esistenza umana che Haruf ha dato prova di saper affidare alle pagine e che senza dubbio ci mancheranno.
In questa elegia di Holt due sono le figure che catturano la sympatheia del lettore: oltre a Jessie Burdette, che si è lasciata tutto alle spalle per inseguire Jack a Holt, ha una sua grandezza drammatica il personaggio di Wanda Jo Evans, che sacrifica se stessa, le proprie ambizioni e l'amor proprio per farsi la devota ancella di Jack, nell'attesa della fatidica proposta di matrimonio. Anche Pat, superata con fatica una storia familiare naufragata in seguito ad una tragedia, si trasforma da narratore a vittima dell'arroganza e della forza di Jack, alla quale sembra che nulla e nessuno possa opporsi.
Ancora una volta, dunque, Holt si fa teatro di esperienze brucianti, di sogni infranti, di intense storie d'amore, di passione e di sofferenza, di tutte quelle manifestazioni dell'esistenza umana che Haruf ha dato prova di saper affidare alle pagine e che senza dubbio ci mancheranno.
All'inizio gli abitanti di Holt non si allarmarono per la sua scomparsa. Al contrario, ne furono piuttosto divertiti. La presero come una specie di scherzo, come un altro dei suoi gesti repentini e bizzarri, che nel tempo sarebbe stato giustificato, o quantomeno compreso, come l'ennesima puntata della leggenda da cui era costantemente accompagnato in città.
C.M.
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