Il principe - Niccolò Machiavelli

È probabilmente l'opera più provocatoria della letteratura italiana e una delle più discusse a livello mondiale: Il principe di Niccolò Machiavelli ha una risonanza direttamente proporzionale all'impopolarità e alla scomodità delle affermazioni di cui è costellata.
Chi è un buon principe? Forse un uomo puro, onesto, trasparente, generoso, caritatevole, clemente, leale? Non scherziamo: non è ad un santo che lo scrittore fiorentino ritiene ragionevole affidare le sorti di uno Stato, tanto più in un'epoca di crisi profonda e di fronte alla constatazione che l'umanità è dominata da un egoismo che genera falsità, inganni, violenze. In uno scenario tanto cupo, occorre una figura autorevole, capace di riconoscere ciò che è moralmente giusto per attuarlo quando possibile, ma sostituirlo con comportamenti duri, estremi, falsi quando necessario, al solo fine di rendere saldo il suo Stato e sicuro e pacifico il suo popolo. Un regnante degno di tale nome - è questa la via che, in cerca della riconciliazione con i Medici dopo l'esperienza nel governo repubblicano, Machiavelli addita a Lorenzo, futuro duca di Urbino - deve non partirsi dal bene, potendo, ma sapere intrare nel male, necessitato.
 
Siamo nel 1513, nel pieno delle Guerre d'Italia e dei drammatici avvenimenti che ne scaturiscono: mentre la penisola è preda delle ambizioni e delle brame dei sovrani europei, Machiavelli cerca un uomo che sia in grado di distinguersi dai principi ignavi, irresoluti e vigliacchi che trascinano gli Stati italiani alla rovina. Non è dunque un ideale regnante uscito dalla tradizione degli specula principis medievali quello che può portare un significativo cambiamento e fronteggiare le naturali tendenze umane che spingono verso la disgregazione e la lotta.
Nei ventisei capitoli del suo trattato, Machiavelli, ricorrendo ad un'analisi rigorosa fondata sul dilemma e su situazioni emblematiche della storia, passa in rassegna le diverse forme che può assumere un principato, le condizioni attraverso le quali si può instaurare e le difficoltà che possono emergere nel mantenerlo, forte dei dati ricavati con una lunga esperienzia delle cose moderne (l'essere stato testimone di molti fatti del suo tempo) et una continua lezione delle antique (l'acquisizione della memoria storica). Dalla lettura di storia e attualità procede ogni deduzione di Machiavelli, convinto che ogni fenomeno si ripresenti uguale in epoche diverse, perchè immutabile è la natura umana, e che, pertanto, chi si propone di esercitare un controllo sugli uomini debba prendere atto di questa verità effettuale della cosa e solo su di essa modellare il proprio comportamento.
Arcinoto è il ritratto del principe che egli fornisce: come un centauro, egli deve sapere quando usare la sua parte umana, che riconosce le migliori doti morali, l'equilibrio e la moderazione, e quando assecondare la propria metà animale, ricorrendo alla forza del lione e all'astuzia e scaltrezza della golpe, se questi mezzi moralmente esecrabili lo richiedono. Non è, come superficialmente si dice, che il fine giustifichi i mezzi: a Machiavelli non interessa giustificare alcun comportamento (dove per giustificare si intende una attenuazione di un giudizio morale), ma sottolinearne la legittimità, anzi la doverosità, quando esso si rivela necessario. Ad un'analisi che contrappone morale e immorale (quella degli specula e degli exempla, appunto) si contrappone un esame crudo, cinico, strategico, basato sugli unici criteri di utile e dannoso. In questa dimensione, che è quella della scienza politica e non della filosofia etica, si deve muovere il principe.
Il modello di virtù delineato da Machiavelli per il principe è dunque quello di una camaleontica flessibilità, che porti il principe ad adeguare atteggiamenti e decisioni a ciò che ogni situazione richiede e in particolar modo ai rivolgimenti che possono venire dalla Fortuna, quel fiume pronto a straripare che solo un uomo attento, pronto e lungimirante può evitare che scateni una catastrofe.

C.M.

Commenti

  1. Ricordo di averlo studiato alle superiori e che mi colpì molto per il ragionamento arguto che espone!

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    1. Quest'anno per la prima volta sono riuscita a leggerne in classe ampie parti e devo dire che, anche nelle posizioni che suscitano più disaccordo, si è rivelato capace di catturare l'attenzione, quindi mi ritrovo in quello che scrivi. Machiavelli è attento e pungente, sicuramente da conoscere e studiare.

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