I colori di Siracusa

Nel confezionare il diario del mio viaggio in Sicilia ho deciso di associare ad ogni tappa (o coppia di tappe, per quelle più veloci) un particolare che mi ha colpito. L'itinerario è stato ricchissimo, i tempi serrati, le camminate continue, le soddisfazioni enormi. Da qualche tempo, forse anche per effetto della prolungata immobilità connessa al lockdown, le vacanze per me hanno rappresentato il richiamo all'escursione, più che allo spiaggiamento, anche se, con un po'più di tempo a disposizione, non avrei rinunciato a un po'di mare.
 
Duomo di Siracusa, facciata (foto di Athenae Noctua)

Erano anni che accarezzavo la meta della Sicilia, per questo non ho voluto limitarmi ad un'area circoscritta ma darmi ad un'esplorazione dei luoghi che da sempre stuzzicavano maggiormente la mia curiosità. Questo ha significato percorrere molti chilometri anche una volta arrivata sull'isola, in un'esperienza on the road che mi ha permesso anche di osservare le particolarità di un paesaggio che cambia da zona a zona, di vedere il mare ma anche di scivolare fra i rilievi e scorgere in lontananza la cima fumante dell'Etna.
 
Siracusa dal mare - area della Fonte Aretusa (foto di Athenae Noctua)

Siracusa è stata la prima tappa: non solo era il luogo che più volevo visitare, ma, data l'opportunità di partire già a inizio luglio, ho potuto assistere ad una rappresentazione tragica (Agamennone di Eschilo, di cui parlerò in futuro) nel teatro greco, realizzando due sogni in una volta sola. 
 
Il Castello Maniace dal mare (foto di Athenae Noctua)

A Siracusa associo il dato dei colori: quello della pietra calcarea dell'area archeologica della Neapolis, il bianco di Piazza del Duomo, il blu del mare, il verde e il viola dalle mille sfumature delle grotte, la tavolozza delle tonalità delle spezie sui banchi del mercato.
 
Banco delle spezie al mercato di Siracusa (foto di Athenae Noctua)

Purtroppo, a causa dell'organizzazione di un grande evento privato, non tutti i punti di interesse erano visitabili e la stessa Piazza del Duomo era resa solo parzialmente agibile, ma gli elementi su cui concentrare l'attenzione non sono mancati.
 
Siracusa, Piazza del Duomo (foto di Athenae Noctua)

Siracusa si può dividere in due aree: la Neapolis, cioè la città nuova, entro la quale si trova il parco archeologico con le latomie, l'Orecchio di Dionisio, l'anfiteatro romano, l'altare di Ierone II e lo stesso teatro greco (in questo periodo occupato dalle strutture necessarie allo svolgimento del festival drammatico); l'isola di Ortigia, il primo nucleo abitato della città, sede dei più antichi luoghi di culto e ricca di fascino anche per effetto delle trasformazioni dei secoli successivi.

Parco archeologico della Neapolis, latomie (foto di Athenae Noctua)

Se Ortigia è indubbiamente più ricca di attrattive e se è vero che ovunque ci si volti si trova qualcosa di interessante, anche solo uno scorcio fra le stradine o un muro coperto di rampicanti, la Neapolis raccoglie il maggior numero di testimonianze sull'archeologia cittadina: nel visitare il parco archeologico è possibile e consigliabile optare per il biglietto cumulativo col vicino museo archeologico regionale Paolo Orsi, che ospita sculture, manufatti, vasellame e molti altri reperti provenienti da Siracusa e da altri siti siciliani, risalenti a un periodo compreso fra l'età del bronzo e l'epoca ellenistico-romana.
 
Parco archeologico della Neapolis, anfiteatro romano (foto di Athenae Noctua)

L'isola di Ortigia, collegata alla Neapolis attraverso due ponti, accoglie il visitatore direttamente nel porto, per poi attrarlo nei meandri dei suoi vicoli. Circondate da un mercato vivace e pervaso di odori mediterranei, le rovine del tempio di Apollo aprono la strada al cammino verso l'antica acropoli, oggi Piazza del Duomo. La chiesa è il risultato di una commistione di stili che ricalca la sua evoluzione storica: il primo impianto dell'edificio risale al V secolo a.C., quando Gelone fece erigere il tempio dedicato alla dea Athena; nel VII secolo l'edificio fu convertito al culto cristiano e trasformato nella cattedrale, con l'inclusione del colonnato dorico entro le pareti della nuova costruzione. Ciò che vediamo oggi è il risultato dell'ultimo intervento, realizzato nello stile del barocco siciliano su progetto di Andrea Palma nel XVIII secolo. Alla visita della cattedrale è possibile unire quella di parte del palazzo arcivescovile con la Biblioteca Alagoniana.

Cortile della Biblioteca Alagoniana, vista sulla Chiesa di Santa Lucia alla Badia (foto di Athenae Noctua)

Altri punti di interesse in Ortigia sono il Castello Maniace, costruito da Federico II di Svevia, che occupa l'estremità dell'isola, la Fonte Aretusa, una sorgente d'acqua dolce direttamente sul mare, entro la quale cresce il papiro e che deve il suo nome al mito tramandato da Ovidio nel libro V delle Metamorfosi, e la Giudecca, dove è possibile visitare l'ipogeo con il miqweh, il bagno alimentato dalla stessa falda della Fonte Aretusa nel quale, fino alla chiusura decretata dall'Inquisizione alla fine del XV secolo, si svolgevano i riti di purificazione della comunità ebraica.
 
Le scogliere di Siracusa (foto di Athenae Noctua)

Avendo un paio d'ore a disposizione, è preziosa anche l'esperienza di una gita in barca lungo le coste di Siracusa, che permette non solo di ammirare Ortigia dal mare, ma anche di osservare le grotte e le scogliere che la circondano, godendo dei colori della pietra, del maree dei coralli.
 
Barche nel porticciolo di Siracusa (foto di Athenae Noctua)
 
Si chiude qui la prima pagina del mio diario di viaggio. Rispetto al solito, sono stata parca di informazioni tecniche su edifici e monumenti, perché ho preferito lasciar parlare le immagini, ma per eventuali curiosità o suggerimenti c'è lo spazio dei commenti e risponderò con piacere.

C.M.

Commenti

  1. Ho fatto questa esperienza nel 2017, che pare essere un anno lontanissimo. Ho adorato questo viaggio nella Sicilia Orientale, ma devo dire in parte di essa, perché come minimo bisogna arrivare fino a Scicli per poter dire di aver visto questo versante. Mancano dunque ancora tante tappe al mio viaggio, chissà quando lo farò. Quello che mi frena è il caldo insopportabile dell'estate sicula, una cosa che ricordo davvero pesantissima. Meno male che il mio incanto dinanzi a queste bellezze superava il disagio. Dalle tue foto e dalle descrizioni, hai potuto apprezzare luoghi che anch'io amai molto all'epoca. Al teatro io vidi Le rane, mi farà piacere leggere il tuo resoconto dell'Agamennone. Aspetto la seconda tappa. :)

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    1. Anch'io ho ancora molto da vedere e, anche se avessi avuto a disposizione più di una settimana, quanti luoghi mi sarei comunque persa di un'isola che ad ogni porto, collina, borgo, città ha immensi tesori da rivelare!
      Il caldo è in effetti un grande ostacolo, anche se l'ho trovato più sopportabile che a casa, dove l'umidità è una costante e fa boccheggiare: all'inizio di luglio, tutto sommato, non ho sofferto troppo, pur essendoci state temperature record, anche a detta dei Siciliani incontrati. Un viaggio come questo sarebbe l'ideale a maggio o a settembre, ma, ahinoi, è un periodo fuori portata.
      La seconda parte del diario di viaggio uscirà venerdì, mentre per Agamennone devo ancora mettermi all'opera. Nel frattempo, ho prenotato anche un'Ifigenia in Tauride, un'altra produzione INDA di questa estate, al teatro romano di Verona a settembre!

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