Scritto e diretto da Lee Daniels, The
butler condensa in due ore di emozione la vera storia di Eugene Allen
(che nel film diventa Cecil Gaines), afroamericano sfuggito alla
schiavitù nelle piantagioni e divenuto il maggiordomo personale di sette
presidenti statunitensi, da Eisenhower a Ronald Reagan. A partire dalla
vicenda personale di questo personaggio viene ripercorsa, attraverso le
decisioni dei capi di Stato e la figura del figlio di Cecil, Louis, la
storia per la conquista dei diritti civili da parte dei cittadini
americani neri, dalle proteste contro le scuole miste di studenti
bianchi e neri ai massacri perpetrati dal Ku Klux Klan, dalla
movimentazione di Martin Luther King alle prese di posizione di Kennedy,
dalla degenerazione delle proteste non violente all'elezione di Barak
Obama.
Accanto a Cecil Gaines, interpretato da Forest
Whitaker, e a sua moglie Gloria, cui dà il volto Ophra Winfrey, afflitti
dai problemi di molte famiglie e in perenne contrasto con le idee
rivoluzionarie di Louis, sfilano i maggiori inquilini della Casa Bianca
fra il 1957 e il 1986: Eisenhower (Robin Williams), Kennedy (James
Mardsen), Johnson (Liev Schreiber), Nixon (John Cusack), e Reagan (Alan
Rickman); particolare rilievo assumono, inoltre, le first ladies Jackie
Kennedy (Minka Kelly) e Nancy Raegan (Jane Fonda). Non mancano, inoltre,
riferimenti ai simboli della lotta per i diritti dei neri: Martin
Luther King, Malcom X e Nelson Mandela.
Il
film evidenzia gli stretti e imprescindibili legami fra le grandi
dinamiche sociali e le storie personali, i drammi delle famiglie dietro
agli stravolgimenti della storia, collocandosi in quella particolare
tradizione cinematografica che fa luce sulle storie degli afroamericani;
The butler, infatti, si conquista un posto speciale accanto a film dai
toni più o meno leggeri come Pomodori verdi fritti alla fermata del treno
(1991), The great debaters (2007), The help (2011), costituendosi come
uno straordinario documento storico e biografico. Stupisce che non abbia
ottenuto nemmeno una nomination all'Oscar, ma possiamo stare certi che
l'eco di questa storia e dei suoi fantastici interpreti si farà sentire a
lungo.
C.M.
Io sono ancora traumatizzata dal maggiordomo di "Quel che resta del giorno", non so se sono pronta :)
RispondiEliminaUna figura minacciosa? :)
EliminaCiao complimenti per il tuo blog..
RispondiEliminaNuova fallower
Passa nel mio blog e partecipa al mio contest
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Grazie mille e benvenuta! :)
EliminaÈ il film recente che più voglio vedere, soprattutto dopo aver spuntato dalla lista The Wolf Of Wall Street. Già il trailer era commovente...
RispondiEliminaE io, in parallelo, voglio vedere The Wolf of Wall Street!
EliminaUn buon film, decisamente. Girato bene, ottimi attori (grande Whitaker) e ricostruzione storiche accurate. Forse un po' monotono nel ritrarre il contrasto padre-figlio, sarebbe stato più interessante approfondire l'indagine umana sui vari presidenti. Il finale è un po' troppo celebrativo su Obama. Comunque una pellicola che merita, anche più di altre fin troppo celebrate.
RispondiEliminaCredo che sia la marginalità del lato umano dei presidenti sia l'enfasi sull'elezione di Obama siano il risultato della scelta di seguire la vicenda attraverso la prospettiva del protagonista, che mette in luce gli incredibili passi avanti compiuti dai maltrattamenti nelle piantagioni alla salita al governo di un presidente di colore... la vedo come sottolineatura emozionale, più che politica. In ogni caso, il film ne esce, come hai giustamente detto, in maniera davvero pregevole.
EliminaVeramente un bel film, commovente e fatto bene. Anch'io, come hai sottolineato tu, mi stupisco che non abbia avuto nessuna candidatura agli Oscar.
RispondiEliminaUn film che merita, ma che purtroppo è passato un po' in sordina.
Hai ragione, ha avuto, anche al di là della mancata nomination, una risonanza davvero limitata che sembra inspiegabile sia per la profondità del tema sia per alcune performance eccezionali e partecipazioni eccellenti...
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