Il concorso dei "meri errori tecnici"

La legge 107/2015 (che tutti conoscono con la grottesca etichetta di buona scuola e di cui abbiamo già sfatato i falsi miti) annunciava entro la fine dell'anno 2015 l'indizione di un concorso per l'assunzione a tempo indeterminato del personale docente a partire dall'anno scolastico 2016/2017. Tale concorso, riservato agli insegnanti abilitati, è stato bandito soltanto alla fine del mese di febbraio 2016, trovandosi quindi già fuori legge.
Il MIUR non considera minimamente significativo il fatto che una buona parte dei partecipanti abbia già sostenuto selezioni definibili concorsuali in quanto abilitati con la procedura del TFA (Tirocinio formativo attivo), corso con accesso programmato regolato dal superamento di 3 prove (test - scritto - orale), di esami intermedi per cui erano date al massimo due tentativi, di un tirocinio con annessa valutazione da parte di due tutor (uno nella scuola e uno entro l'università di competenza) e di una prova finale del tutto simile a quella di un concorso ordinario per docenti, con la discussione, oltre che di un precedente elaborato, di un argomento didattico estratto poche ore prima della prova. Considerando che «si ha concorso quando tutti coloro che hanno certi requisiti possono concorrere e il numero dei posti è significativamente inferiore al numero dei concorrenti» (così Bernardo Giorgio Mattarella si esprimeva il 27/11/2007 nell'articolo In difesa del pubblico concorso), il TFA è assimilabile ad una procedura concorsuale.


A vacillare, pertanto, sono le premesse stesse del concorso, che denotano una totale ignoranza del funzionamento delle procedure di formazione dei docenti da parte del Ministero che li amministra. Basterebbe questo a rendere l'assurdità della questione, ma le disavventure degli ultimi mesi vanno ben oltre.
La prima stortura balzata all'occhio alla lettura del bando è stata quella dei posti messi a concorso, che ha smascherato anche l'incapacità del MIUR di far di conto o, se preferite, che i TFA sono serviti solo a far affluire quanta più pecunia possibile nelle casse delle università. I TFA, infatti, avevano selezionato gli studenti ripartendo i posti su base regionale in base al fabbisogno di docenti previsto per i successivi anni. Qual sorpresa notare che per una classe di concorso che ha messo a disposizione 60 posti e ha sfornato nell'anno 2015 58 abilitati ha messo a disposizione 64 posti! Bilancio in positivo, direte, peccato che ci siano anche abilitati nel 2013 e abilitati con procedure PAS da sistemare. Si tratta solo di un esempio, ma, di fatto, i TFA, anche in un solo anno, hanno abilitato nel complesso più docenti di quelli cui il concorso può garantire stabilizzazione in un triennio. In poche parole, lo Stato, con il TFA, ha giudicato idonei insegnanti che lo Stato stesso, con il concorso, giudicherà non idonei.
Il testo, inoltre, annunciava la pubblicazione dei calendari d'esame per il 12 aprile 2016, cosa che è di fatto avvenuta. Dichiarava altresì che gli Uffici Scolastici Regionali (USR) avrebbero dovuto comunicare agli iscritti le sedi delle prove scritte con un limite massimo di 15 giorni dallo svolgimento della prova stessa. Così è stato, peccato che il MIUR non legga nemmeno i comunicati che emana. All'articolo 7, comma 2 del bando, infatti, si specificava che gli USR avrebbero contestualmente indicato la distribuzione dei candidati nelle aule in ordine alfabetico. La divisione degli iscritti, invece, si è basata sul criterio mai visto dell'età anagrafica, con i candidati ripartiti sì in ordine alfabetico nella singola aula, ma solo dopo una suddivisone nelle aule per anno di nascita. Malgrado l'insensatezza del criterio, di criterio si trattava, e almeno per una volta la puntualità è stata rispettata. Ma. C'è un ma. Fra il pomeriggio e la tarda serata del 16 aprile i singoli USR hanno cominciato a pubblicare nuovi elenchi, stavolta in puro ordine alfabetico, stravolgendo i precedenti e provocando non poche difficoltà a chi aveva già prenotato trasporti e alloggi. Il disagio logistico, comunque, non è il maggior problema: con questa variazione non sussiste il limite massimo dei 15 giorni fra comunicazione della sede e svolgimento degli esami, che si terranno il 28 aprile. A questo punto, oltre che un bando fuori legge, ci si ritrova con una procedura concorsuale che viola al bando. L'illegalità nell'illegalità.
In tutto ciò, ai candidati si richiede, oltre che la conoscenza perfetta di tutte le materie di insegnamento (compresi quegli argomenti che a scuola non entrano proprio), la competenza didattica e metodologica, la conoscenza di tutte le normative passate e presenti della scuola italiana e delle linee di indirizzo europee, oltre che un livello di padronanza di una lingua straniera di livello B2. E i commissari quali requisiti devono avere? Secondo il DM 96/2016, bastano 5 anni di ruolo (che sembra saranno abbassati per penuria di aspiranti commissari). Non si fa cenno al possesso verificato delle stesse competenze richieste ai concorrenti: praticamente il commissario che valuta può essere meno preparato del candidato che viene valutato. Altra violazione delle norme costituzionali legate ai pubblici concorsi.
Almeno è finita qui? Neanche per idea! Il MIUR non ha mai accolto la richiesta avanzata dai candidati e dai diversi gruppi che li rappresentano di disporre di un facsimile dei quesiti delle prove scritte per orientare la preparazione e la formulazione delle risposte. Ancor più grave è che non siano stati resi noti nemmeno i criteri di valutazione e non venga depositato, assieme al testo della prova, un modello unico di riferimento per tutte le commissioni di tutta Italia della risposta attesa per ciascun quesito. Nuova violazione del principio di trasparenza richiesto non solo nei pubblici concorsi, ma anche in ogni forma di valutazione erogata nelle strutture di istruzione.
Questa infinita Odissea ha prodotto una serie di imbarazzanti interventi correttivi giustificati come «meri errori tecnici» (queste le parole usate per giustificare l'improvviso cambio della calendarizzazione). Il punto è che di errori non si tratta. I vergognosi ritardi, la totale inconsapevolezza del funzionamento del complesso e faticoso sistema di reclutamento dei docenti e il continuo pressappochismo non sono classificabili come errori: sono segni di una totale mancanza di rispetto, oltre che per una categoria di persone e professionisti già tartassata, per la Scuola intera, che è la palestra dei Cittadini di domani, quindi per lo Stato stesso e per la Costituzione, che definisce le procedure concorsuali in modo ben più serio del gioco con cui le ha confuse il Governo. Una simile incuria non è accettabile ed è sintomatica dello stato della Scuola italiana e della considerazione generale di cui gode questo settore cui il Governo, all'indomani del suo insediamento, aveva dichiarato di voler riservare l'assoluta priorità.

C.M.

Commenti

  1. hai perfettamente ragione, Cristina

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    1. Sono situazioni in cui si preferirebbe non averne. Grazie di essere passati.

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  2. C'è qualcosa di profondamente kafkiano in tutto ciò. Dal grottesco, al labirintico, all'assurdo, si trovano davvero tutte le sfumature possibili!

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    1. Francamente credo che certe assurdità non potessero partorirle nemmeno Kafka, Pirandello e Beckett messi insieme.

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  3. ...mi pare di ricordare un disco, Banana republic...?
    Altro che toccare il fondo, qua stiamo scavando!

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    1. Hai detto bene, vien solo da chiedersi quanto ancora si possa cadere in basso!

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  4. Tra Fantozzi e Brancaleone.

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    1. A proposito di Fantozzi, per il concorso e il modo in cui è gestito calza a pennello lo stesso commento fatto a proposito della Corazzata Potëmkin.

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  5. Pensa che per il concorso del 2012 si erano riciclati il bando del '99, in cui si parlava di "tema" per la seconda priva, che in realtà è stato sostituito con le 4 o 5 domande aperte. Anche lì le ingiustizie e gli errori non si contavano, ma vincere un concorso è per sempre... :-) In bocca al lupo!

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    1. Qui addirittura nel bando si fa cenno a prove preselettive (che, invece, come specificato in seguito nello stesso documento, non sono previste), il che mi fa sospettare che anche qui si sia riciclato.
      Ti ringrazio per l'augurio, anche se in questo caos la fiducia nella buona sorte scende sotto terra... crepi il lupo, comunque!

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  6. Credo che mai come in questo momento siano accaduti disguidi, ripensamenti, aggiustamenti, giri vari che hanno costretto i tanti abilitati a svolgere un nuovo concorso. Se da un lato è vero che questo governo ha ereditato decenni di cattiva politica scolastica, è altrettanto vero che tende a scoraggiare e falcidiare le migliaia di aspiranti che ormai sono stremati.
    Ho l'esempio, nella scuola in cui lavoro, di una ragazza, brava insegnante di Lettere alle prese come te con questa insidiosa vicenda, nominata sul sostegno. Stremata per il tanto lavoro con grandi disabili (abbiamo non lontano il Villaggio Litta, ultimamente salito alle cronache per violenze ai danni degli ospiti)verso i quali ha molto rispetto ma per i quali non si sente "portata" perché casi estremi. Intanto studia, frequenta i corsi, l'attende la nuova prova. Non è giusto tutto ciò. Assolutamente.

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    1. Con il sostegno si apre un'altra incresciosa questione: chi, come la tua collega, ha scelto questo ancor più difficile incarico non si vede riconosciuto alcun punteggio aggiuntivo per il servizio prestato (mentre per le graduatorie di seconda fascia era previsto il trasferimento del punteggio nella classe di insegnamento della propria disciplina) e chi sta conseguendo l'abilitazione speciale in questi giorno non ha avuto l'autorizzazione ad iscriversi al concorso con riserva: aziché incoraggiare chi si assume questo delicato compito e permette letteralmente che migliaia di ragazzi più o meno svantaggiati godano del diritto all'istruzione, lo Stato li mortifica ulteriormente.

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    2. Sospetto fortemente che non ci sia né ci sia stato in passato alcun esperto di didattica nei team dei Ministeri che si sono avvicendati su riforme scolastiche. Materia astrusa, incomprensibile agli stessi addetti ai lavori, che commettono per questo errori clamorosi.

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    3. Non solo non ci sono esperti di didattica, ma neanche qualcuno che si sia dato la pena di leggicchiare qua e là la normativa sui concorsi e di osservare la decenza minima...

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