Di cosa parliamo quando parliamo dei Cazalet

Il 15 settembre uscirà il terzo volume della saga dei Cazalet firmata da Elizabeth Jane Howard: dopo il successo e la meraviglia de Gli anni della leggerezza e Il tempo dell'attesa, finalmente i lettori che si sono appassionati alle avventure di Polly, Louise, Clary e della loro numerosa famiglia potranno gustare Confusione e - c'è da scommetterci - divorarlo per poi mettersi subito ad attendere gli ultimi due volumi.
Ma di cosa parliamo quando parliamo della saga dei Cazalet? Qual è l'elemento magico che fa presa sul lettore, trascinandolo fra Londra e la tenuta di Home Place nel Sussex, facendolo sentire parte della storia e facendolo affezionare ai suoi protagonisti? Come riesce Elizabeth Jane Howard ad esercitare questa malia?


Per me la risposta sta nella sua capacità di ricreare le atmosfere inglesi, nella limpidezza delle descrizioni di luoghi e gesti, nell'assoluta naturalezza che nasconde un meticoloso lavoro di trama e ornamento. Sebbene i personaggi principali siano le donne della famiglia Cazalet, in particolare le più giovani, quelle che, nei primi due testi, si immergono nell'adolescenza, questa fortunata serie è caratterizzata da una coralità diffusa che non relega mai alcuno sullo sfondo o, per meglio dire, quando fa emergere le voci secondarie accanto alle principali, non produce alcuna infrazione dell'armonia.
Seguendo le vicende dei Cazalet, ci ritroviamo nella campagna verdeggiante, sulle spiagge di sassi, fra le boutique londinesi, seduti in platea o in palchetto a teatro, sospesi ad ascoltare i comunicati di guerra alla radio, in viaggio sui mezzi pubblici della città, accoccolati nelle stanze dai vetri oscurati per sottrarne la vista ai bombardieri notturni o comodi su una poltrona a sorseggiare il tè. Ogni singolo tassello narrativo ci restituisce infatti ritratti, paesaggi, suoni e perfino sapori, grazie alla maestria narrativa di un'autrice ancora troppo poco conosciuta.
Ma, per farvi capire che non si tratta di divagazioni, ecco alcuni dei passaggi più suggestivi.
Appese i tre abiti di cotone che sua madre le aveva fatto portare e ficcò tutto il resto in un cassetto, eccetto i libri, che sistemò con cura sul comodino: "Grandi speranze", perché Miss Milliment l'aveva assegnato come lettura per le vacanze, "Ragione e sentimento", perché era più di un anno che non lo rileggeva, un buffo vecchio libro dal titolo "The Wide, Wide World", perché Miss Milliment le aveva raccontato di aver scommesso con un'amica che, in qualsiasi pagina lo si aprisse, la protagonista era in lacrime. E infine naturalmente il suo amato Shakespeare.
Qui Louise è appena arrivata a Home Place e attende con trepidazione l'arrivo della cugina Polly per dare tono ad un'estate altrimenti pullulante di adulti o bambini. Ma questo è anche uno dei brani che ci introducono nella biblioteca dei Cazalet, che amano molto la letteratura inglese (Louise adora Shakespeare in quanto aspirante attrice), ma leggono anche quella americana: ne Gli anni della leggerezza la giovane zia Zoë è immersa nella lettura di Via col vento, diffuso fra le signore inglesi per un passaparola degno di un best seller, mentre fra le pagine più belle de Il tempo dell'attesa troviamo la confessione di affetti commosso di Clary per la giovanissima Beth di Piccole donne.

H. Lebasque, Terrazza a Pradet
Vicino al cancello dell’orto c’era un grosso cespuglio di fiori viola simili a dei lillà, ma più appuntiti. Intorno c’era un nugolo di farfalle: bianche o arancioni con macchie bianche o nere, piccole farfalle azzurre, e poi ce n’era una giallo limone, con sottili venature scure, la più bella di tutte, pensò. Stette a guardarle per un po’ e si rammaricò di non sapere i loro nomi. In certi momenti si spostavano senza requie da un fiore all’altro, soffermandosi appena un istante. Probabilmente dopo un po’il nettare si esaurisce, pensò e allora devono provare e riprovare finché non ne trovano uno ancora pieno.
Decise che sarebbe venuta spesso a trovarle: alla fine avrebbero imparato a conoscerla, anche se sembravano così lontane dal mondo degli umani… un po’come i fantasmi o le fate che, beati loro, non avevano bisogno delle persone.
Le pagine ambientate nel giardino di Home Place hanno tratti di pura poesia, come si vede da questo piccolo scorcio de Gli anni della leggerezza che ha per protagonista la giovane Cary, ma anche dalla passeggiata di Polly tra i biancospini e vicino al laghetto che in primavera si contorna di primule e in estate fa sbocciare le orchidee ne Il tempo dell'attesa.
E poi, come dicevo, ci sono i quadretti balneari, nei bambini giocano e strillano mentre le donne della famiglia si dedicano alla lettura, finché Il tempo dell'attesa non mette i Cazalet di fronte al triste spettacolo dei soldati che srotolano il filo spinato sulla spiaggia per contrastare eventuali invasioni tedesche.
Cooden non era certo la spiaggia ideale per i bambini, pensava Villy mentre muoveva i fianchi sui ciottoli tondi alla ricerca di un tratto di frangiflutti più comodo per la sua schiena. Persino in una giornata così calma e assolata l'acqua del mare era gelida, una distesa d'acciaio senza fine che però, nei loro pressi, si gonfiava in una bolla color acquamarina che si sollevava e si avventava contro il ripido bagnasciuga sfrangiandosi e sciogliendosi di nuovo nel verde, risucchiata dall'onda successiva.
H. Lebasque, Tre donne al mare

Elizabeth Jane Howard dedica la sua attenzione a scene di vita quotidiana, non ha bisogno di ricorrere a grandi colpi di scena per tenere avvinto il lettore: sa esercitare il potere della complicità, sa dosare gli ingredienti per far amare i suoi personaggi e le atmosfere in cui sono calati. Ecco, di questa maestria narrativa parliamo quando parliamo del Cazalet.
Il pensiero del Natale le diede un senso di disagio, di tristezza. Lo aveva trascorso come tutti gli anni a Home Place e, sebbene ognuno facesse del suo meglio perché sembrasse un Natale come gli altri, non lo era stato, ed era difficile dire cosa ci fosse di diverso, almeno in ciò che contava veramente. Ognuno aveva appeso la calza, ma dentro non erano stati messi i mandarini e Lydia aveva pianto credendo che si fossero scordati della sua. Niente mandarini, niente arance, niente limoni, perciò non ci furono le tortine alla crema di limone che la Duchessa faceva sempre il giorno di Santo Stefano: piccole cose che però messe insieme facevano la differenza.
C.M.

Commenti

  1. Hai individuato perfettamente il potere magico di questa saga e della sua autrice, sono perfettamente d'accordo con te! Le atmosfere sono tutto nella saga dei Cazalet e la Howard riesce a descriverle con grazia e maestria incantevoli.
    Sto facendo il conto alla rovesci anch'io per il terzo volume...Torneremo a confrontarci prossimamente ;)

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    1. Eh, sì, ci sarà molto da dire anche su questo nuovo romanzo, ne sono sicura! :)

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  2. La Howard è riuscita a smascherare tutti quei drammi che si nascondevano sotto il perbenismo della società vittoriana e di ciò che ne restò dopo la guerra.

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    1. I drammi e anche le ipocrisie, le apparenze, e la stucchevolezza delle abitudini borghesi eredi di quella tradizione... credo che, procedendo nella narrazione, con la crescita delle generazioni più giovani, si avvertirà sempre più questo aspetto.

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    2. Che scrittrice! Mentre altri romanzieri si occupavano di cosa era cambiato nella politica e nella società dopo la guerra, lei si occupava di cosa era successo nella famiglia, nella gioventù e nei rapporti tra i sessi. Anche se questa volta, purtroppo, dovrò accontentarmi dell'ebook, viste le mie finanze...Però è la prima volta che mi ritrovo così appassionata ad una saga familiare...

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    3. E la sua attenzione al mondo femminile, ai suoi cambiamenti, ai suoi stereotipi osservati o infranti è un valore aggiunto, sebbene, purtroppo, temo sia uno dei motivi per cui un'ottusa critica ancora poco aperta al riconoscimento pieno delle scrittrici non ha consacrato la Howard alla fama e alla stima che merita.

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  3. E ancora una volta sei riuscita a farmi scoprire delle letture davvero interessanti! Lo aggiungo subito alla wishlist :)

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  4. Ho acquistato i primi due volumi e presto inizierò questa appassionante avventura da lettrice.
    Dalle tue descrizioni trovo che questa saga sia la versione letteraria di una bella serie tv, "Downton Abbey", che ho amato molto.

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    1. Molti di coloro che stanno leggendo la saga della Howard e che seguono Downton Abbey, in effetti, hanno proposto una correlazione fra i due. Per parte mia, devo recuperare questa serie che, a detta di chi mi conosce, dovrebbe piacermi!

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