The Danish Girl (Tom Hooper, 2015)

La rubrica di cinema mancava da un po', complice il fatto che in estate l'attrattiva delle sale non è così forte e in televisione si vedono più che altro repliche. Questo fino a due sere fa, quando, in prima visione tv, è andato in onda The Danish Girl, film diretto da Tom Hooper e tratto dal romanzo di David Ebershoff La Danese. In realtà la vicenda rappresentata è ispirata alla vera storia di Lili Elbe, la prima persona sottopostasi ad un intervento per il cambio di sesso.
Nella Copenaghen del 1929 Einar Vegener (Eddie Redmayne) e la moglie Gerda (Alicia Vikander), entrambi artisti, vivono apparentemente felici, finché Einar non inizia a manifestare un forte disagio nei confronti del proprio corpo e del proprio sesso. La richiesta di Gerda di posare per lui in abiti femminili, avanzata dapprima per la necessità di sostituire una modella e poi per divertimento, scatena una crisi di identità in Einar, che si identifica sempre più in Lili Elbe, la ragazza che impersona per Gerda, e si allontana progressivamente dalla propria natura maschile. Il senso di isolamento e disarmonia nei confronti della società e i sensi di colpa verso quella che lui stesso teme essere una perversione o una forma di schizofrenia si fanno sempre più acuti, minando anche la relazione con Gerda. Questa, tuttavia, è l'unica persona che comprenda realmente la condizione di Einar: Gerda ama a tal punto il marito che è disposta a rinunciare a lui per permettergli di agguantare la felicità; è lei che, a Parigi, dove giunge trascinata dal successo dei ritratti di Lili, entra in contatto con il dottor Warnerkros, che si offre di operare Einar per renderlo definitivamente Lili attraverso una serie di interventi. Einar non rifiuta nemmeno conoscendo i rischi e provandone i dolorosi effetti.
The Danish Girl ha numerosi pregi, a partire dalla delicatezza con cui affronta un tema spinoso non solo ai tempi della reale vicenda di Lili Elbe ma anche oggi: senza pietismi né toni sensazionali, Tom Hooper ha ricostruito un profondo dramma interiore, rendendo con intensità il disagio di Lili, donna intrappolata nel corpo di un uomo, magistralmente interpretata da Eddie Redmayne, che, forse, avrebbe meritato l'Oscar cui era stato candidato. 


Ma bellissimo è anche il personaggio di Gerda, affidato ad Alicia Vikander, lei sì giunta a stringere tra le mani la pregevole statuetta, giustamente attribuita alla sua interpretazione struggente, emozionante e fuori dalle righe: la Vikander restituisce tutta la modernità e la forza emotiva di una donna che il contesto storico e sociale avrebbe voluto profondamente diversa, che rinuncia al desiderio di diventare madre di un bambino per farsi un po'gentrice di Lili, che viene alla luce soprattutto grazie alla sua determinazione. 
Ma, come dicevo, The Danish Girl ha diversi punti di forza, dall'uso della fotografia ai quadri paesaggistici della vario
pinta Copenaghen o dei suoi stupefacenti scenari naturali, simboleggianti un desiderio di libertà da conquistare a caro prezzo e per questo impossibile da intrappolare anche in una tela. E poi ci sono i costumi raffinatissimi, che hanno valso a Paco Delgado un'ulteriore nomination all'Oscar.
Un film, dunque, che sa emozionare e far riflettere e che, in fondo, non parla precisamente del principio all'autodeterminazione sessuale, ma, in modo più ampio, dell'inalienabile diritto alla libertà in ogni forma, sottolineando i grandi sacrifici che spesso la lotta per una libera scelta comportano, ma anche ricordando a tutti noi che il vero amore sta nel riconoscere la legittimità di tale slancio, anche quando ci rende tristi e ci obbliga ad una straziante rinuncia.


C.M.

Commenti

  1. Il film è delicatissimo, ed entrambi i personaggi sono giganteschi, nel loro ruolo. Mi è piaciuta moltissimo la forza di Gerda, che nonostante le difficoltà, non ha mai smesso di amare il marito e di sostenerlo.

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    1. Hai ragione, sono entrambi due colossi, ma anch'io, fra i due, sono rimasta più colpita dalla straordinaria figura di Gerda.

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  2. Aspettavo la tua recensione e sono contenta che sia piaciuto anche a te. Meritatissimo l'Oscar ad Alicia Vikander e secondo me anche Redmayne se lo sarebbe meritato. Però l'aveva già vinto l'anno prima... e forse la giuria era stufa delle battute su Leonardo Di Caprio ;)

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    1. Ho anch'io questa sensazione! :) Premetto che non ho visto né La teoria del tuttoRevenant, quindi non so dare un giudizio sulle performance che hanno portato Redmayne e Di Caprio ai rispettivi Oscar, ma questa interpretazione di Lili Elbe è una prova forse insuperabile.

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    2. Ho visto anche Revenant e secondo me Di Caprio ha avuto il merito di interpretare bene un personaggio che aveva molte limitazioni (per metà film è ferito e non parla). Bravo, ma io ho preferito comunque l'interpretazione di Lili Elbe che ha fatto Redmayne. Anche solo per la scena davanti allo specchio, l'Oscar se lo sarebbe meritato tutto!

      Per quanto riguarda "La teoria del tutto", secondo me era un Oscar più che meritato. Non ho visto tutti gli altri film concorrenti di quell'anno, ma il lavoro di Redmayne sul suo corpo per interpretare un malato di sla è stato davvero impressionante.

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    3. Mi fido della tua opinione professionale, poi spero di vedere presto entrambi i film e le relative interpretazioni!

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  3. Pensa che l'ho visto ignorando la trama: mi ha stupito, colpito e allibito. Davvero bello, ha affrontato con grande gusto un tema spinosissimo, che si presta a cadute di stile che per fortuna non ci sono state. Molto intenso.

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    1. Pur conoscendo la trama, devo dire che anch'io ho provato le tue stesse emozioni: è un film che va ben oltre le possibilità di descrizione.

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  4. Ho visto questo film al cinema e l'ho letteralmente adorato! Ottima realizzazione e interpreti fantastici. Anch'io ho sperato fino all'ultimo (anche se ormai già si capiva come sarebbe andata) che l'Oscar andasse a Eddie Redmayne.

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    1. Pazienza, rimane la non trascurabile consapevolezza che Hooper ha schierato (e confermato) un attore da premio Oscar!

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  5. Devo assolutamente recuperare questo film, ormai l'hanno visto tutti tranne me (sono una pessima persona) :(
    Però mi hanno parlato male del libro, dicendomi che non è scritto bene. Tu hai intenzione di leggerlo?

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    1. Io purtroppo ho saputo del libro dopo aver visto il film, per cui ho già infranto la regola del rimandare la visione a dopo la lettura. Considerando però che: 1) seguendo questa regola mi sono preclusa diversi film che devo ancora recuperare e 2) il romanzo già di per sé è ispirato ad una storia vera su cui mi sono già documentata... beh, non ne sento il bisogno. Non che un film possa sostituire in automatico un libro (per carità, non direi mai "A che serve? Ho visto il film!"), ma non sono particolarmente attratta dal testo in rapporto ad altre letture ben più desiderate, tanto più se mi dici che non ne hai sentito parlare bene. Insomma, per dirla come Calvino, dato che pochi giorni fa ho risploverato alcune sue considerazioni, immagino che La Danese rientrerebbe fra i "Libri Che Se Tu Avessi Più Vite Da Vivere Certamente Anche Questi Li Leggeresti Volentieri Ma Purtroppo I giorni Che Hai Da Vìvere Sono Quelli Che Sono"! :)

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  6. Se non l'avete già letto allora vi consiglio "la luce suglio oceani" libro di Stedman, acrittrice australiana. Da questo libro è tratto il film omonimo che Vickander ha presentato alla mostra del cinema di venezia poco fa: il film non replica la completa perfezione si The Danish Girl, ma anche qui l'attrice dimostra grandi capacità

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  7. a me è piaciuto tantissimo: l'unico piccolo neo è forse che all'inizio è un po' lento, ma poi quando acquista velocità diventa magnetico

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    1. Non ho notato questa lentezza, ma forse è tutto funzionale alla storia, perché si può spiegare con l'esitazione di Einar di fronte al cambiamento... in ogni caso, l'importante è che l'insieme ne esca vincente! :)

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