Ormai lo sapete: se devo leggere un giallo, lo leggo durante l'estate, magari alternandolo a qualche classico, meglio se sotto l'ombrellone. Quest'anno ho portato in vacanza Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati di Davide Bacchilega (Las Vegas edizioni), che ho letto in spiaggia o a bordo piscina. Del resto l'ambientazione è quella della Romagna, familiare a molti Italiani e particolarmente evocativa nei mesi della villeggiatura... ma è una Romagna diversa quella che esce dalle pagine di questo romanzo.

Più piccolo è il paese, più grandi sono i peccati è un romanzo coinvolgente, ironico, amaro e ben costruito, che contiene molti spunti di riflessione sul modo di intendere la cronaca e sugli aspetti molto meno seducenti che i fatti di sangue comportano. Attraverso le figure di Michele e di Mauro conosciamo entrambi i lati della morte: quello della notizia sensazionale che tiene incollati ai notiziari e quello meramente biologico, macabro, disgustoso di identità da ricomporre e cui restituire la dignità che hanno perduto nel diventare oggetto di notizie. La scrittura di Davide Bacchilega è fluida, brillante, retta da scontri verbali e turpiloquio, ma anche da lunghi monologhi che rendono conto del pensiero e dei moventi delle azioni di tutti i personaggi coinvolti, dalle vittime ai sospetti, dai figli rimasti orfani a chi teme un'incriminazione.
Insomma, in questo giallo c'è un po'di tutto e a tutto viene dato il giusto spazio, il giusto tempo, il giusto tono. Consigliatissimo per gli amanti dei gialli venati di umorismo e per chi non ha mai visto o non riesce ad immaginare la Romagna d'inverno, quella che appare quando si chiude l'ultimo ombrellone.
C.M.Quando si pensa alla Romagna, da fuori, è probabile che vengano in mente immagini simpatiche: la piadina farcita, l'orchestra Casadei, la tabaccaia di Amarcord. Però a quest'aria satura che c'è in inverno non ci pensano mai quelli di fuori. Non si immaginano questa nebbia che si stringe come un cappio attorno alla terra, senza mollarla, fino a strangolarla. Hanno in mente, quelli di fuori, solo spiagge affollate, ombrelloni colorati e pedalò al largo. Ma quelli che ci vivono in questo groviglio soffocante sanno bene che la Romagna non è sempre in fiore.
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