Segnalibri #12

L'appuntamento di oggi con i Segnalibri decreta ufficialmente la fine delle vacanze e, quindi, della lettura assidua: con la ripresa della scuola (eh sì, noi insegnanti, anche se qualcuno non l'ha ancora capito e anche nell'estate 2023 ha continuato a blaterare dei famosi "tre mesi di ferie", siamo già al lavoro) il ritmo si attenuerà inevitabilmente e probabilmente anche il blog risentirà degli impegni.
I libri di cui parlo qui sono i due che mi hanno tenuto compagnia in spiaggia e sull'aereo per Creta e ritorno: I rondoni di Fernando Aramburu e La sorella di Mozart di Rita Charbonnier, due testi che mi hanno avvinta, ma sui quali alla fine ho avuto giudizi molto diversi.
 

I rondoni è il romanzo con cui ho per la prima volta avvicinato la penna dell'acclamatissimo Fernando Aramburu. Racconta la storia di Toni, un professore di filosofia di Madrid che ha deciso di redigere un memoriale nel corso dell'anno che lo condurrà alla morte: ha infatti stabilito esattamente la data del proprio suicidio e fra le pagine fa il punto su un'esistenza segnata da tante amarezze e al tempo stesso confeziona una sorta di lascito per chi gli sopravvivrà e che in nessun caso potrà avere di lui un'immagine migliore di quella che si è fatto mentre viveva. Toni ha sulle spalle un divorzio tormentato, un figlio problematico costantemente alla ricerca di denaro, una madre inferma, un fratello con cui non è mai andato d'accordo e un lavoro che svolge da anni stancamente e che disprezza da molto tempo. Ha deciso di porre fine alla propria esistenza, reclamando il sacrosanto diritto di ciascuno di concluderla se non più nulla da dare: giorno dopo giorno abbandona pezzi della propria biblioteca per la città e si confida con l'unico amico, Bellagamba, che condivide con lui ampie parti della visione della vita umana e che fa riemergere dal passato di Toni una donna da lui respinta. Fra un incontro e l'altro Toni inserisce frammenti di flashback che illuminano alcuni momenti della sua vita, in particolare il rapporto fra i genitori, la morte del padre, gli screzi col fratello Raul, il fastidio dei suoceri, le liti con la moglie Amalia, l'emergere delle difficoltà cognitive e comportamentali del figlio Nikita, le esperienze sessuali, gli episodi più sgradevoli verificatisi durante le lezioni.
I rondoni (Guanda, traduzione di Bruno Arpaia) si è rivelato una lettura piacevole e scorrevole, tuttavia per buona parte delle settecento pagine del racconto il suo protagonista mi ha spinto a distaccarmene. Le riflessioni di Toni sulla vita, sulla felicità, sulla ricerca dell'essere umano sono molto profonde, ma colui che le genera è un personaggio fastidioso, che non nutre un briciolo di stima per nessuno, morbosamente attaccato al sesso, malfidente, amareggiato dai maltrattamenti che subisce ma mai disposto a smussare i propri comportamenti per rendersi meno sgradevole, anzi orgogliosamente fermo nel suo contemptus mundi. Il narratore autodiegetico, che a tratti mi ha ricordato un moderno e ben meno reticente Zeno, rende la ricostruzione di ogni avvenimento parziale e potenzialmente inaffidabile, tratto accentuato proprio dal carattere del personaggio. Verso la conclusione del romanzo la prospettiva cambia un po', forse perché ci si rassegna ad accettare Toni per come è e, tutto sommato, si finisce per accettarne la coerenza e il desiderio di non presentarsi migliore di come appaia. Il mio giudizio complessivo è quindi tiepido, non all'altezza delle aspettative che la sintesi di copertina aveva nutrito; va però detto che ho già altri due libri di Aramburu in lista, perché comunque la prosa e la capacità narrativa di questo scrittore sono indiscutibili.
 
Molto più veloce, sciolta e brillante è stata invece la lettura de La sorella di Mozart di Rita Charbonnier (Marcos y Marcos), un romanzo che ricostruisce la storia di Maria Anna Walburga Ignatia Mozart, detta Nannerl, sorella del più famoso Wolfgang Amadeus. Musicista appassionata, Charbonnier dedica a questa figura una celebrazione che la storia le ha negato relegandola nell'ombra del genio del fratello; lo fa con un racconto largamente ispirato a vicende reali, con il contrappunto dell'invenzione narrativa che le permette di scavare nei sentimenti di una talentosa strumentista e compositrice che da giovanissima si è esibita con il fratello, ma ha poi dovuto rassegnarsi a impartire lezioni di cembalo per la scelta del padre di puntare tutto su Wolfgang Amadeus, nella convinzione che la scrittura musicale non sia attività destinata alle donne. Quello di Nannerl è un talento soffocato, calpestato come quello di tanti brillanti artiste del passato, ma che lo stesso Wolfgang Amadeus ha sempre riconosciuto. La narrazione del rapporto d'infanzia dei due Mozart è tenera e fiabesca, soprattutto per l'affettuoso legame che li porta a identificarsi come re e regina del Regno di dietro e che li spinge a giocare con le note e con le partiture; subentrano poi le difficoltà di un'adolescenza e di una maturità che portano Wolfgang all'apice del successo e dell'apprezzamento e limitano l'espressione, i sogni e le aspirazioni di Nannerl, che non solo deve finanziare con le sue lezioni i costosi viaggi del fratello ma subisce le conseguenze della vita gaudente e libertina da lui condotta a Salisburgo.
Agile, appassionato e ricco di informazioni storiche e culturali, La sorella di Mozart è una delle migliori letture dell'estate e, finora, dell'anno. Ad ogni riga emergono l'attaccamento di Charbonnier al personaggio protagonista e il suo amore per la musica, che sa descrivere in maniera magistrale, travolgente e precisa: sembra di vedere i gesti, le espressioni, l'abbandono di Nannerl al flusso delle note quando suona, si può pesare il valore di ogni giudizio musicale da lei espresso. Inoltre il romanzo è uno struggente inno al talento soffocato di una donna, di tante donne con lei, uno straordinario ritratto che restituisce dignità ad un personaggio che, se non ha goduto della fama dell'altro Mozart, ha però contribuito in maniera determinante al successo della sua memoria presso i posteri, curando l'edizione di tutte le sue composizioni e permettendo la sopravvivenza del genio di Wolfgang Amaedus oltre la breve vita del fratello.

C.M.

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