Sguardi impudenti: lo scandalo Manet

Nel 1863 il trentunenne Édouard Manet presenta un dipinto al Salon dell'Accademia delle belle arti, esposizione artistica parigina a cadenza biennale, ma se lo vede rifiutare per motivi sia etici che tecnici: la sua opera, oltre che di cattiva esecuzione, è considerata offensiva rispetto alla morale comune, perché ritrae due giovani donne, una delle quali nuda, che si intrattengono sulle rive di un fiume con due gentiluomini. Il suo quadro è fra gli oltre quattromila che in quell'anno vengono respinti dagli accademici, ed è in compagnia delle opere di Manet, Pisarro e molti altri artisti che vengono esposte al Salon dés Refusés, voluto da Napoleone III, con una scelta che viene considerata convenzionalmente il punto d'origine dell'Impressionismo.
Inizia così la storia del dipinto forse più noto di Manet, la Colazione sull'erba.

É. Manet, Le déjeuner sur l'herbe, olio su tela (1862,1863), conservato al Musée d'Orsay di Parigi

Non ottiene un'accoglienza più calorosa l'altra opera che Manet realizza nello stesso anno, il ritratto di donna nuda intitolato Olympia, il cui soggetto è evidentemente una prostituta parigina reduce da una notte di passione alla quale vengono porti da una serva i doni floreali di un amante. Anche Olympia, come l'anonima donna in primo piano nella Colazione, fissa lo spettatore del dipinto.
La volontà dell'artista di stabilire un rapporto diretto fra lo spettatore e lo sguardo della donna, quindi con la donna stessa, deve aver colpito profondamente la società parigina: l'attenzione del pubblico è evidentemente attratta dagli occhi delle protagoniste nude dei due dipinti e distolto con prepotenza dagli altri elementi.
Certo, non è la prima volta che l'arte ospita figure di nudi femminili, ma quelli ritratti da Manet non sono corpi di divinità, né di giovani e morigerate borghesi, bensì di cortigiane che si mantengono grazie alla loro bellezza e al loro fascino, che esercitano non solo sugli amanti raffigurati accanto a loro (come nella Colazione) o solo evocati (dal mazzo di fiori di Olympia), ma, proprio attraverso quell'apostrofe silenziosa, anche a coloro che stanno dall'altra parte della tela.

É. Manet, Olympia, olio su tela (1863), esposto al Musée d'Orsay di Parigi

Entrambi i dipinti si ispirano a originali rinascimentali, il primo al Concerto campestre di Tiziano o Giorgione del Louvre (1510), il secondo alla Venere di Urbino di Tiziano (1538), ammirabile agli Uffizi, eppure evocano una concretezza che è estranea alle idealizzazioni dei loro modelli: gli sguardi delle donne di Manet stabiliscono un rapporto che impedisce qualsiasi astrazione, che radicano lo spettatore alla realtà sociale in cui vive. Gli occhi di Olympia e della bagnante nuda sono un richiamo alla coscienza, l'invito a non nascondersi dietro le apparenza, una sfida ad affermare una vita lontana da qualsiasi idealizzazione, ma ugualmente meritevole di far parte dell'arte.

C.M.

NOTE: Articolo pubblicato per la prima volta in Eclettica - la voce dei blogger.

Commenti

  1. Manet realizzò il nudo per la prima volta senza avvolgerlo con significati mitologici-simbolici-storici. Queste donne nude sono donne reali, una è una prostituta e come tale rappresentata nel suo luogo di lavoro e l'altra è quanto meno una libertina che anticipa molto la rivoluzione sessantottina!!! insomma geniale e provocante l'Edouard!!!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. I grandi artisti anticipano i tempi e non si lasciano cancellare dallo scorrere dei decenni e dei secoli, ecco perché ci soffermiamo ancora volentieri sulla novità di Manet! Grazie del tuo prezioso contributo alla lettura!

      Elimina
  2. Strepitoso quel dipinto! Raramente si è visto un esempio di provocazione più efficace alla morale borghese! Quella donna che sta lì, nella sua posa tranquilla come se non stesse facendo nulla di strano, mentre invece è lì nuda con due uomini eleganti e ben vestiti, e come se non bastasse rivolge lo sguardo all'osservatore con sfacciatezza e nonchalance, ecco questo è il massimo del 'turpiloquio visivo' per i critici benpensanti del Salon! Oltretutto l'incarnato risalta moltissimo rispetto al resto del quadro, dove i colori sono più scuri e pastosi; come a dire: ebbene sì, non vi siete sbagliati! Questa carne è la mia e io ne faccio quel che mi pare! Grande Manet, e molto bella l'analisi!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Proprio così e i tuoi punti esclamativi sono la traduzione scritta della determinazione di Manet nel portare avanti questa provocazione attraverso le figure! Grazie di aver apprezzato il pezzo e per il tuo apporto alla lettura! :)

      Elimina
  3. Amo visceralemente Manet :

    "Le battute piovevano più fitte che mai;era soprattutto il soggetto a fomentare l'ilarità:non lo riuscivano a capire,lo trovavano insensato,strampalato da morire.
    -Guardate,la signora ha caldo,mentre il signore s'è messo la giacca di velluto per paura di raffreddarsi...Ma no,lei è già livida,il signore l'ha ripescata da un pantano e si riposa a distanza,tappandosi il naso...
    Per niente gentile,il signore! Potrebbe mostrarci l'altra faccia...Vi dico che è un collegio femminile che fa la sua passeggiata:guardate le due che giocano a salta-la-quaglia...Guarda che saponata: le pelle è azzurra,gli alberi azzurri,senza dubbio l'ha intinto nell'azzurro il suo quadro!"
    ("L'Opera" di Emile Zola,1886)

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie per questo bell'esempio di connessione letteraria, che arriva, fra l'altro, in un momento in cui sto proprio pensando di leggere qualcosa di Zola!
      Se vuoi postare sulla bacheca di Athenae Noctua su Facebook una connessione libro-dipinto, la inserisco nell'album "Un libro un'opera d'arte" e la condivido citando ovviamente il tuo contributo con link all'articolo che ho appena trovato sul tuo blog dedicato a L'Opera di Zola! :)

      Elimina
    2. Grazie Cristina,già da tempo volevo scrivere qualcosa sui miei artisti preferiti,(Manet e Zola)...provvederò ;-)
      Riguardo a Zola sono contentissima,bisognerebbe riconoscere il valore di questo scrittore troppo dimenticato!
      A presto,baci!

      Elimina
    3. Devo subito correre ai ripari con gli aggiornamenti su Zola, allora! :)
      Grazie a te e alla prossima!

      Elimina
  4. Non ho mai amato la Colazione sull'erba di Manet, anzi, ha sempre attirato le mie antipatie; o forse è solo a causa dell'interpretazione che hanno tentato di inculcarmi a scuola, e con la quale non convengo.
    Sia il professore che il libro di storia dell'arte cercavano di convincermi (invano) che quella donna nuda volesse sfidare gli uomini lì presenti; a me sembra esattamente il contrario, e cioè che lei non sia altro che succube di un'idea che vuole la donna asservita all'uomo.
    Ma d'altronde il bello dell'arte è che ognuno può darne, più o meno legittimamente, una propria interpretazione, no?

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Il bello dell'arte è proprio questo: non è una scienza e ciascuno può leggere le opere con la propria sensibilità! Io mi trovo abbastanza concorde con l'interpretazione critica della Colazione, ma spesso con altri dipinti mi sono trovata a ridacchiare delle elucubrazioni degli storici dell'arte! :)

      Elimina
    2. Questo commento mi ha fatto venire voglia di andare a riprendere il mio libro d'arte delle superiori per vedere che interpretazione dava del dipinto. Ti trascrivo l'interpretazione "il modello iconografico era antico e rimandava a Giorgione, ma Manet lo aveva attualizzato tramite gli abiti maschili. Così la donna non era più una ninfa e il suo corpo veniva privato di ogni sacralità e restituito ad una scandalosa quotidianità". A me però non sembra che questa fosse l'intenzione del pittore concordo con l'opinione degli altri lettori. Lo saprai già ma la prima mostra di pittori impressionisti fu organizzata dal fotografo Nadar! Amo la fotografia e ogni volta che trovo queste notizie ne sono affascinata. :)

      Elimina
    3. Certamente, anche perché l'Impressionismo è una delle correnti che più amo! Grazie di averlo ricordato!
      Quanto all'interpretazione, le ispirazioni italiane di Manet sono state il motore della mostra Manet, ritorno a Venezia chiusasi la scorsa estate: se ti interessa, ti rimando al relativo post. :)

      Elimina
  5. Ciao cara, ti ho assegnato un premio :)
    passa sul mio blog per vedere di cosa si tratta!

    RispondiElimina
    Risposte
    1. Grazie mille! Lo ritirerò al più presto dedicandoti un post di ringraziamento in cui risponderò alle domande! :)

      Elimina

Posta un commento

La tua opinione è importante: condividila!