A caccia nei sogni - Tom Drury

Vi ricordate di Dan Norman, Louise e Tiny Darling? Questi nomi avranno evocato in voi quello di Grouse County e de La fine dei vandalismi di Tom Drury, un romanzo corale di schietta onestà e dalla prosa malleabile che non può non spingere chi lo ha amato a cercarne il seguito, A caccia nei sogni, anch'esso pubblicato da NN editore nella traduzione di Gianni Pannofino.

Protagonista di questo secondo volume della trilogia è proprio Charles Darling, che ha ormai smesso il nomignolo di Tiny e, con esso, il cattivo abito che lo accompagnava; certo, Charles è ancora incline ad atti di impulsività che rischiano di sfociare in piccoli crimini, tuttavia è ora un personaggio che ha trovato una certa stabilità nella famiglia che ha costruito con la predicatrice Joan, che abbiamo conosciuto nel precedente volume come una donna profondamente religiosa e con un forte desiderio di maternità. Ora Charles e Joan vivono a sud di Boris con il loro figlio Micah e con Lyris, che Joan ha abbandonato da bambina e che, ormai sedicenne, si ricongiunta alla madre grazie all'intervento di un'associazione che mira a ricostruire questo genere di rapporti con i genitori biologici. Charles lavora come idraulico e ama Micah tanto quanto Lyris, ma Joan è inquieta, disorientata e il viaggio di lavoro che sta per affrontare accentua questo suo malessere.
La vicenda di A caccia nei sogni non è ampia e articolata quanto quella de La fine dei vandalismi: se nel primo capitolo della trilogia i fatti si susseguivano per diversi mesi e l'autore incrociava i destini di tanti personaggi diversi, qui la narrazione si svolge in pochissimi giorni e si concentra sui quattro membri della famiglia, o, per meglio dire, su due piani spaziali: da un lato l'impegno fuori città di Joan e gli incontri che ne conseguono, dall'altro la casa di Charles, il suo tentativo di recuperare un fucile che è un cimelio di famiglia e il tendersi della sua ala protettiva su Micah e su Lyris.
Forse è proprio questa sensazione di intimità, di inclusione nella storia di una famiglia e non più di una intera comunità che rende A caccia nei sogni ancor più bello del volume che lo ha preceduto, senza contare che questa volta Drury semina nel solco già aperto, proseguendo nell'opera di riabilitazione di Charles già avviata e restituendoci un ritratto ben più complesso. Infatti fra le pagine di questo romanzo si ritrova la stessa capacità dell'autore di svelare l'animo di ogni singolo personaggio, sicché né il dilemma di Joan né le difficoltà di Micah e Lyris appaiono estranei o irraggiungibili: ogni cosa è al proprio posto, ogni storia si impone all'attenzione del lettore come un piccolo racconto che, però, trova senso solo nell'incontro con gli altri.
C'è di più: non solo A caccia nei sogni fa percepire la gioia di incontrare nuovamente un autore già apprezzato e il mondo con cui ci ha già fatto entrare in confidenza, ma offre anche la possibilità di entrare nella trilogia in medias res, dato che la conoscenza de La fine dei vandalismi, per quanto significativa, non è essenziale per stabilire una sintonia con questo secondo romanzo, che si regge benissimo in piedi da solo. Ora non resta che attendere il terzo volume della trilogia, cercando di indovinare in quale direzione proseguirà la narrativa di Drury.
Tutti hanno paura della grande caduta perché temono di non riuscire più a rialzarsi. Perché pensano di non meritare di rialzarsi. Pensano di essere cattivi, e che ora tutti lo capiranno. Se non cadiamo, però, non sapremo mai se meritiamo di rialzarci.
C.M.

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