Eredità - Vigdis Hjorth

Quest'oggi saliamo nel freddo nord, raggiungendo la norvegia della scrittrice Vigdis Hjorth, arrivata in Italia grazie a Fazi, che ha portato in libreria il suo romanzo Eredità, una storia familiare, un percorso di analisi interiore, il racconto di un dramma che, consumatosi entro le pareti domestiche, arriva all'estremo fuori di esse, quando ormai condividere lo spazio di casa non è più possibile.
La protagonista e narratrice della vicenda è Bergljot, che da ormai ventitré anni non vede la madre e a malapena mantiene qualche contatto con una delle due sorelle, Astrid. Non la stupisce, quindi, sapere che i suoi anziani genitori hanno deciso di non lasciarle ereditare nemmeno una parte delle due case di famiglia a Hvaler, ma rimane sorpresa del fatto che lo stesso trattamento sia stato riservato al secondogenito, Bård, che, pur non avendo con i genitori un ottimo rapporto, non ha tagliato i ponti come lei ed è molto legato alle residenze di famiglia in cui ha trascorso l'infanzia. I genitori hanno infatti destinato le due case alle sorelle minori, Astrid e Åsa, che negli ultimi anni si sono prese cura del padre e della madre; a Bergljot e a Bård verrà ceduta soltanto una somma irrisoria di denaro, che dovrebbe equivalere al valore delle case, ma che è molto più bassa per via di una svalutazione dei due immobili, probabilmente intenzionale. Bergljot non si prenderebbe a cuore la questione dell'eredità, se non fosse che Bård inizia una vera e propria battaglia per ottenere almeno una parte delle case e che Astrid tenta di aprire delle trattative nella speranza che, sulla scia di qualche apertura e della morte del padre, figura determinante nella spaccatura, si possa ottenere la riconciliazione di tutta la famiglia. Per Bergljot, però, la somma che dovrebbe ereditare si presenta come un vile tentativo di comprare il suo silenzio e fin dal primo incontro con la madre, ormai vedova, comprende che quello che ci si aspetta da lei è che dimentichi ciò che è accaduto in passato, ciò che l'ha portata ad allontanarsi dai genitori e, di riflesso, anche dalle sorelle. Sono occorsi anni a Bergljot per comprendere la ragioni del suo difficile rapporto con il padre e la madre, improvvisamente incrinatosi dopo un'infanzia nella quale ha goduto di più attenzioni di tutti i suoi fratelli, e delle sue fallimentari relazioni sentimentali, tradottesi in un matrimonio sbagliato, dal quale, pure, ha avuto tre figli che ama e che la amano, e in una relazione extraconiugale che l'ha fatta soffrire. Sono occorsi anni e diverse sedute di psicanalisi affinché Bergljot affrontasse il dramma vissuto a cinque anni e la paura che l'ha accompagnata per tanti anni e affinché imparasse a conviverci, mantenendo le distanze dalla principale fonte di sofferenza della sua vita. Ma anche dopo i funerali del padre a Bergljot appare chiaro che nessuno, nella sua famiglia, è disposto ad ascoltare le ragioni del suo rancore e tantomeno a chiederle perdono, ad ammettere di aver sbagliato, a darle fiducia e supporto.

Concepito come una sorta di lungo monologo interiore, con tutte le ripetizioni, i refusi e i salti temporali che questa tecnica narrativa comporta, Eredità raccoglie le memorie di Bergjlien, in un flusso di ricordi e sentimenti che oscillano fra quelli del presente di una figlia che affronta le conseguenze della morte del padre e il passato degli anni in cui Bergjlien, con grande difficoltà, ha realizzato ciò che davvero è accaduto nella sua infanzia e ha tentato di costruirsi delle relazioni alternative a quelle con i familiari, cercando e trovando il supporto di un'amica che condivide con lei un vissuto familiare difficile. Eredità è la storia di un pesante segreto e della difficoltà di condividerlo con chi ne è a sua volta a conoscenza, è il racconto dell'impresa distruttiva con la quale la protagonista cerca di ottenere la comprensione che per tanti anni le è mancata.
Il romanzo di Vigdis Hjorth, autrice famosissima in norvegia ma acclamata ormai a livello internazionale, ricorda per certi aspetti il classico di Svevo La coscienza di Zeno, pur mancando di quei cenni di grottesca ironia che emergono nelle pagine dello scrittore triestino. Anche qui, infatti, abbiamo una storia ricostruita senza alcuna coerenza temporale (all'inizio ci si trova quasi disorientati per il continuo passaggio fra il presente e i passati di Bergljot), nella quale è centrale il tema del rapporto con il padre e dell'incidenza che un trauma vissuto in giovane età ha nella vita della protagonista, arrivando a determinare dei comportamenti per molti incomprensibili e a condizionare anche la sua vita sentimentale. Anche fra le pagine di Eredità è presente la psicanalisi, chiave attraverso la quale Bergljot non supera ma comprende il proprio disagio e le proprie paure (con una funzione positiva che Zeno non trova) e non c'è modo di verificare l'attendibilità della narratrice o le versioni alternative del racconto, perché la sua versione dei fatti si scontra sempre con un muro di indifferenza, perché l'unica risposta che la madre e le sorelle offrono al suo bisogno di parlare delle violenze subite da parte del padre e della totale rinuncia alla reazione da parte della madre è l'invito, più o meno esplicito, a non affrontare l'argomento.
Eredità si compone di capitoli brevi, talvolta brevissimi, che appaiono come dei lampi sull'esistenza interiore di Bergljot, frammenti di un'anima ferita che tenta di ricomporre almeno le vicende, se non il loro disegno, se non una chiusura. La narrazione scorre veloce, anche se a tratti ripetitiva, nell'attesa di una rivelazione finale, quella che chiunque, di fronte ad una crisi spera costituisca la svolta definitiva. A Bergljot sarà concessa?

Non era possibile rimettere tutto a posto, era impossibile. Il vaso cade per terra una volta e incolli i cocci per rimetterlo insieme, il vaso cade per terra una seconda volta e incolli i cocci per rimetterlo insieme. Non è più così bello, ma in un certo modo funziona, ma quando cade per la terza volta e rimane polverizzato davanti ai tuoi piedi, vedi subito che ormai è da buttare, non lo si può riparare. Era così. La famiglia era distrutta. La famiglia era persa.


C.M.

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