Cinque giornate fiorentine

Programmata al volo pochissimi giorni prima della partenza, la vacanza di quest'anno ha avuto come meta Firenze e alcuni borghi nelle sue vicinanze. Per me questo è stato il terzo viaggio nel capoluogo toscano, dopo un finesettimana in famiglia e un breve viaggio scolastico, ma è stato il più completo, perché in cinque giorni sono stata in luoghi e musei già visitati ma ne ho anche esplorati di nuovi, senza contare che ho potuto gustare più versioni della schiacciata fiorentina e altre specialità gastronomiche toscane; inoltre, dovendo organizzare tutto da sola, ho avuto modo di documentarmi su qualche opera o sito di cui non ero a conoscenza.

Firenze vista da Piazzale Michelangelo
 
Raccontare per filo e per segno le mie scarpinate fiorentine (il tempo era tanto ma la voglia di vedere il più possibile era di più) sarebbe impossibile e pleonastico, perché sui monumenti del capoluogo toscano e sulle opere d'arte che custodisce si trovano notizie in ogni dove, quindi mi concentrerò sulla descrizione del mio itinerario e sugli elementi che più mi hanno colpita.
Sia per via del magnetismo di Firenze, che attrae molti visitatori anche in tempi di pandemia (ma senza l'affollamento cui siamo abituati) sia per gli orari dei musei e le esigenze di riduzione delle presenze all'interno, ho dovuto pianificare in anticipo praticamente tutte le visite, ma c'è stato tempo per qualche fuori programma, anzi, le sorprese sono iniziate immediatamente dopo l'arrivo, quando ho saputo che dal 3 agosto la cattedrale di Santa Maria del Fiore era riaperta alle visite regolari, senza più necessità di prenotazione (peraltro impossibile per tutto il mese). Con un'oretta di fila sono potuta entrare nella chiesa, di cui è però visitabile liberamente solo la metà vicina all'ingresso principale, perché l'area della cupola, così come il campanile di Giotto e il battistero, sono accessibili con biglietti distinti; ho preferito dedicarmi ad altro, piuttosto che vincolare le altre visite alla fattibilità di queste. Santa Maria del Fiore è una presenza costante per chi passeggia per la città: numerose vie che incrociano la piazza ne rendono visibile i marmi bianchi, rossi e verdi, inoltre la cupola del Brunelleschi svetta al di sopra di ogni edificio, imponendosi in ogni veduta dall'alto.

Firenze - Complesso di Santa Maria del Fiore

Dato che il lunedì tutti i musei statali sono chiusi, io e mio marito abbiamo dedicato la prima giornata alla visita delle chiese, quindi, dopo aver lasciato la cattedrale, abbiamo fatto tappa a Santa Maria Novella per ammirare la facciata progettata dall'Alberti, l'interno, il chiostro affrescato da Paolo Uccello e il Cappellone degli Spagnoli, la sala capitolare con gli affreschi del Trecento di Andrea di Bonaiuto. Nel pomeriggio ci siamo spostati nel complesso di San Lorenzo, la basilica dei Medici cui lavorò Brunelleschi, la sagrestia vecchia da lui progettata, il chiostro dei canonici e i sotterranei, per i quali è prevista una breve visita guidata che conduce ai sepolcri di Giovanni di Bicci, ideale fondatore della dinastia, di Cosimo il Vecchio e di Donatello, inizialmente tumulato accanto all'amico Cosimo per volontà di quest'ultimo ma spostato in un punto diverso delle cripte per volontà dell'ultima dei Medici, Anna Maria Luisa, all'inizio del XVIII secolo.
 
Firenze - Santa Maria Novella

La seconda giornata si è incentrata sull'immancabile visita agli Uffizi, che, però, alla fine della vacanza è risultata forse l'esperienza meno esaltante: la chiusura di alcune sale, l'attesa in una fila troppo caotica (pur con la prenotazione) e un affollamento maggiore di quello che mi sarei aspettata date le misure sanitarie previste hanno leggermente guastato l'occasione, sebbene sia stata felice di tornare ad ammirare dal vivo le collezioni di arte romana dei corridoi e i capolavori del Rinascimento con la capacità di distinguerne alcuni anche fra i meno noti e di apprezzarne i particolari grazie agli studi intercorsi dalla visita precedente. Se l'arte ci può colpire in un secondo per la sua bellezza, è però quando possiamo comprenderla e contestualizzarla che riesce a trascinarci dentro di sé e questa volta ho potuto dunque affrontare il percorso con una maggiore consapevolezza.

Firenze - Palazzo Vecchio
Il palazzo vasariano è attorniato dai principali edifici che corrono alla memoria quando si pensa a Firenze: Palazzo Vecchio con le statue che ne adornano l'ingresso, la Loggia dei Lanzi, nella quale spiccano il Perseo bronzeo di Benvenuto Cellini, uno dei simboli della città, e dalla statua romana di Menelao che sorregge il corpo di Patroclo, Ponte Vecchio, animato corridoio sull'Arno affiancato da numerose gioiellerie e Orsanmichele, la chiesa delle Arti, con le sue logge ornate di statue.
Fra le proposte della biglietteria degli Uffizi abbiamo deciso di acquistare l'ingresso cumulativo, che comprende l'accesso (senza file), oltre che al Museo acheologico (comunque incluso anche nel biglietto semplice), anche a Palazzo Pitti e al contiguo Giardino di Boboli, che hanno rappresentato gli spazi della vita dei Granduchi di Toscana prima e degli Asburgo-Lorena poi. Qui siamo stati la mattina del terzo giorno. Palazzo Pitti è soprattutto una grande galleria di arte moderna e sede di una pinacoteca che ospita un gran numero di dipinti, fra i quali un osservatore attento può scorgere opere di Tiziano, Raffaello, Bronzino, Perugino, Botticelli; le sale, infatti, sono gremite di tele e, fra tanti artisti meno noti al grande pubblico, spicca qui e là il lavoro dei più clebri.
 
Firenze - Giardino di Boboli
 
Nel pomeriggio siamo saliti in autobus a Piazzale Michelangelo, un ampio terrazzo dominato da una replica del David che si affaccia sulla città, permettendo di coglierne una visione d'insieme estremamente suggestiva. Da questo punto, in meno di cinque minuti di camminata, si può salire all'abbazia benedettina di San Miniato al Monte, la cui facciata è visibile la sera anche dalla città, perché ben illuminata; la chiesa, unica parte visitabile, colpisce per la sua semplicità, per gli affreschi e per i tre livelli su cui si articola, con il baldacchino dell'altare e lo spazio delle navate a metà fra le arcate delle cripte e il loggione sopraelevato.
 
Firenze - Abbazia di San Miniato al Monte

Il giovedì è stato particolarmente denso di visite, che sono iniziate dalla Galleria dell'Accademia, nella quale la gran parte del tempo è trascorso nell'ammirazione del David e delle opere della gipsoteca. Alcuni spazi erano chiusi, tuttavia questo mi ha permesso di concentrarmi sulle opere esposte senza fretta, dato che poco dopo era prevista la visita alla Biblioteca Medicea Laurenziana. La biblioteca è accessibile in questo periodo perché sede di una mostra di carte geografiche acquistate da Cosimo III fra il 1667 e il 1668 durante un viaggio in Olanda; la mostra avrebbe dovuto chiudere a maggio, ma l'apertura è stata prolungata e con essa la possibilità di visitare il vestibolo e la sala di lettura progettati da Michelangelo per volontà di Clemente VII, secondo papa de'Medici. Così, un po'per caso (della possibilità di accesso ho saputo due giorni prima) mi sono ritrovata in uno degli ambienti che per noi filologi è praticamente un tempio laico: scorrendo i plutei e i titoli delle opere nelle etichette dei banchi che contenevano i codici ho rivissuto i miei anni di studio e, anche se i manoscritti sono oggi conservati in ambienti più idonei, essere lì, in quel pezzo di storia della tradizione classica, è stato impagabile.

Firenze - Sala di lettura della Biblioteca Medicea Laurenziana

Dopo pranzo siamo rimasti nel complesso di San Lorenzo per accedere alle Cappelle Medicee, complesso del quale fa parte anche la sagrestia nuova, ambiente che accoglie le spoglie dei Granduchi di Toscana (carica assunta per la prima volta nel 1569 da Cosimo I, figlio del condottiero Giovanni delle Bande Nere, anch'egli qui sepolto con la moglie) e dei più celebri discendenti di Cosimo il Vecchio. Se ai Granduchi è dedicata la sfarzosa Cappella dei Principi che costituisce l'abside della basilica e che si distingue per le pareti completamente foderate di intarsi di pietre dai colori cupi, come si addice alla commemorazione funebre, la sagrestia nuova, progettata in simmetria rispetto a quella del Brunelleschi, accoglie le spoglie dei fratelli Lorenzo il Magnifico e Giuliano, oltre che dei loro discendenti, Giuliano, duca di Nemours, e Lorenzo, duca di Urbino (padre della Caterina de'Medici regina di Francia). Quest'ultimo ambiente fu voluto da Leone X, figlio del Magnifico, per dare una degna sepoltura al padre e allo zio, non ancora adeguatamente celebrati da un monumento sepolcrale, insieme agli ultimi rappresentanti del ramo dinastico principale, quello di Cosimo il Vecchio. Dopo l'ambiente pieno e cupo della Cappella dei Principi, il visitatore è investito dalla sobiretà che ha ritrovato nella basilica e dal candore del marmo delle sculture eseguite da Michelangelo, che ha ritratto Lorenzo con l'armatura e l'elmo, assorto in meditazione, affiancato dall'Aurora e dal Crepuscolo, e Giuliano, anch'egli in armatura ma senza elmo e col bastone del comando in mano e accompagnato dal Giorno e dalla Notte; le due statue, non mimetiche ma ispirate a ideali eroici, volgono il capo verso la Vergine che sovrasta il sepolcro di Lorenzo il Magnifico e Giuliano e che costituisce l'unica figura realizzata da Michelangelo per il monumento dei due fratelli.
 
Firenze - San Lorenzo

A seguire ci siamo concessi una veloce tappa al Museo archeologico, che, trovandosi nei pressi di Piazza della Santissima Annunziata (che fino al 26 ottobre, assieme al cortile di Palazzo Pitti, ospita le cento statue di ferro che compongono l'opera Lupi in arrivo dell'artista cinese Lu Ruowang, pensata per far riflettere sull'atteggiamento predatorio dell'uomo verso l'ambiente), mi ha condotta, quasi sorprendentemente, di fronte allo Spedale degli Innocenti e al loggiato del Brunelleschi. Purtroppo la sezione più interessante del museo, quella dedicata alle opere greche e romane (fra le quali avrei voluto rivedere il cratere François), è attualmente chiusa, ma è accessibile lo spazio dei bronzi etruschi, nel quale spicca la Chimera di Arezzo, entrata a far parte delle collezioni di Cosimo I, dopo il suo ritrovamento fortuito durante i lavori per una fortezza medicea.

Firenze - Santa Croce
Abbiamo poi approfittato dell'apertura serale della chiesa francescana di Santa Croce in questo suggestivo momento, con doveroso omaggio alla statua di Dante che la affianca. Rispetto alla visita di tanti anni fa ho potuto godere della visione di tutto l'interno, soffermandomi sugli affreschi di Giotto, sugli elementi architettonici, sulle spettacolari tombe terragne e sui sepolcri monumentali che, inevitabilmente, mi hanno riportata agli amatissimi Sepolcri di Foscolo, poeta qui tumulato insieme ad altri illustri personaggi fra cui Leonardo Bruni, Gioacchino Rossini, Michelangelo Buonarroti, Niccolò Machiavelli, Galileo Galilei e Vittorio Alfieri. Queste sepolture, unite al monumento a Dante Alighieri e a diverse targe commemorative, fanno di Santa Croce un inno alle arti e alla memoria dei grandi del passato o, come l'ha definita il poeta di Zante, il tempio dell'Itale glorie. La visita alla chiesa, pur prevedendo un orario di ingresso di massima, è libera, ma si può affrontare con il supporto dell'applicazione ufficiale, utile a orientare l'attenzione sugli elementi principali, anche se un po'troppo lunga per essere contenuta nei limiti di un'ora di permanzenza; l'unica accortezza necessaria è quella di prendere visione dei giorni e delle fasce orarie di apertura.
 
Firenze - Santa Croce
 
Prima di lasciare Firenze, nella mattina di venerdì abbiamo visitato il Museo nazionale del Bargello, riaperto proprio la scorsa settimana. Nella selezione dei musei e degli edifici in cui far tappa, l'ho preferito ad altri e la scelta mi ha soddisfatta: oltre alla bellezza dell'edificio in sé (ora visibile solo in parte per alcune operazioni di ristrutturazione in corso), ho potuto ammirare con calma, in spazi poco affollati e ben organizzati, le collezioni di scultura che ospitano opere di Michelangelo, Giambologna, Donatello (il David o il San Giorgio, tanto per citarne un paio), le terracotte invetriate dei Della Robbia, bronzi di ispirazione classica e cristiana, armi d'uso e da parata, oggetti di uso comune e arti minori che comprendono glittica, oreficeria, cofanetti, pettini e statuette in avorio, tessuti. Inoltre qui, all'interno della Cappella del Podestà o della Maddalena, è visibile il più antico ritratto di Dante, inserito in un affresco attribuito alla bottega di Giotto che rappresenta il Paradiso.
 
Firenze - Piazza della Signoria
 
Nonostante cinque giorni sembrassero sufficienti a vedere tutto, così non è stato: già in fase di pianificazione dell'itinerario avevo compreso che, come molte città italiane, anche Firenze meriterebbe un soggiorno ben più lungo per essere vissuta pienamente. Ciò che ha lasciato un po'di delusione è stata l'organizzazione dei musei, soprattutto per quanto riguarda gli orari e le informazioni. Incastrare tutte le visite in fase di prenotazione non è stato facile, perché ho dovuto incrociare gli orari diversi di tante strutture, tenendo presente che alcune erano aperte solo la mattina, altre solo il pomeriggio, altre solo in determinati giorni che, però, nel mese di agosto potevano variare.
 
Firenze - Ponte Vecchio visto dalla Galleria degli Uffizi
 
Nonostante questi inghippi e la necessità di lasciare indietro qualcosa, la mia breve vacanza fiorentina è stata molto piacevole, sostenibile a livello climatico, appagante anche dal punto di vista gastronomico: contrariamente a quanto avrei immaginato considerando la mia scarsa affinità con la carne, ho sperimentato persino il panino col lampredotto e la bistecca fiorentina, oltre al vin santo, per il quale ho sfidato la mia avversione agli alcolici. Del resto viaggiare è fare esperienza e anche il cibo è una parte importante della cultura regionale italiana.
Il viaggio, comunque, non si è concluso a Firenze, ma di questo parlerò un'altra volta, ché alla fine sono stata più prolissa del previsto.

C.M.

Commenti

  1. Bellissimo post! Che invidia 5 giorni!! io non mi sono mai potuta fermare per più di due giorni, ma verrà il momento che riuscirò a convincere le persone con me a fermarsi di più...
    Che dire? Firenze è sempre un'emozione unica e in questo momento lo è ancora di più.
    Non vedo l'ora di tornare!
    Le cappelle Medicee, il Bargello, i giardini di Boboli... come fai a scegliere quale sia il tuo luogo preferito? L'unica cosa certa è che ci sono così tante cose da vedere e da rivedere che non ci si stancherà mai di tornare.

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    1. Tutto è meraviglioso: bellezza, storia, arte, suggestioni, profumi... scelgo i "luoghi del cuore" sulla base delle emozioni che mi hanno trasmesso: la Laurenziana per la mia passione per la filologia, il Bargello per le forme d'arte che più mi affascinano (sculture e arti minori). Un importante condizionamento deriva anche dal fatto che ho avuto tempo e spazio per godermi questi due luoghi senza fretta e senza calca... in questo modo, si riesce ad apprezzare di più ciò che si visita.
      Poi, come dici tu, è bello tornare e ritornare e anche lasciarsi qualcosa alle spalle rinforza questo desiderio! :)

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  2. Bellissimi gli scatti de il Giardino di Boboli, San Lorenzo e Ponte Vecchio.

    Ricordo che vedere il David nella Galleria dell'Accademia fu incredibilmente emozionante.

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    1. Fra le forme d'arte la scultura è quella che più mi affascina: la visione diretta svela tutte le venature del materiale e i particolari della lavorazione: le mani del David mi hanno particolarmente colpita. Peccato non aver avuto gli strumenti giusti per apprezzare la gran parte delle altre opere esposte alla Galleria dell'Accademia...

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  3. In una misera giornata sono comunque riuscita a vedere Santa Maria del Fiore, Santa Croce, Palazzo Pitti e Ponte Vecchio ed è inutile dire che la visita a Santa Croce mi ha emozionata e commossa tantissimo; è stato uno dei luoghi in cui mi sentivo intimamente bene. Comunque le tue informazioni mi serviranno per una prossima visita visto che amo Firenze e conto di ritornarci (stavolta per più giorni).

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    1. Santa Croce è un luogo speciale: mi ha dato più di ogni altro edificio l'idea di essere circondata dall'arte e dalla storia e pervasa di una forte spiritualità, religiosa (per chi la sente, ma anche per me, che pure ammiro il messaggio francescano) e laica.

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