Suddiviso in tre sezioni, Storie naturali, Storie di animali e Storie dell'Altipiano, il libro si fa collettore delle esperienze dell'autore a contatto con gli alberi, il sottobosco, gli uccelli, le volpi, i caprioli, le lepri, i cacciatori, gli allevatori, i casari, i taglialegna, in una sorta di epica del bosco e del paese di montagna.
Giovanni Segantini, Il ritorno dal bosco (1890) |
Un po'prontuario per il coltivatore di un brolo confinante con i boschi, un po'diario di battute di caccia, Le vite dell'Altipiano oscilla fra momenti di ampia descrizione di piante, animali e attività umane e vere e proprie storie associate a questi, in un continuo intreccio fra le componenti del bioma prealpino, alla scoperta di tradizioni, usanze, credenze popolari, rituali dell'anno, scandito dalle fasi di germinazione della flora e di ripopolamento della fauna. E poi c'è la guerra, l'elemento che ha sconvolto le vite dell'Altipiano più di qualsiasi malattia del bosco o moria di animali: il primo conflitto mondiale non solo ha profondamente alterato i paesaggi e distrutto flora e fauna, ma ha anche costretto le comunità a lasciare i luoghi natii, a ricostruirli completamente al termine del bombardamento, a bonificare boschi, pascoli e anfratti dai residui esplosivi e a trasformare gavette, pale e altri strumenti portati dai soldati italiani e austro-ungarici in strumenti al servizio della vita quotidiana.È certo che nei millenni trascorsi gli uomini sapevano osservare e prevedere; nel cielo leggevano le vie del mare e determinavano la posizione dei vascelli; interpretavano grazie alle stelle i tempi delle transumanze, delle semine e dei raccolti, che poi Ovidio e Virgilio riportano in poesia. Nelle costellazioni si fissarono i miti greci e romani degli dèi, degli eroi, delle grandi storie d'amore.
Impegnativi da leggere in continuità, più godibili se centellinati, questi racconti sono ricchi come un lungo soggiorno fra boschi e pendii, di passaggio fra una malga e una stua: il lettore ne può ricavare curiosità, insegnamenti, spunti di riflessione che lo porteranno a conoscere meglio lo spazio montano e i suoi ritmi, imparando, innanzitutto, che la neve cambia nome a seconda della sua consistenza e del periodo in cui cade: brüsklan, sneea, haapar, haarnust, swalbalasneea, kuksneea, bàchtalasneea...
C.M.Non sono uno storico che ricerca nei manoscritti antichi o nei documenti degli archivi; mi accontento di essere un narratore che segue qualche traccia della sua terra; ogni tanto mi arriva con la posta una lettera o un plico, o trovo un libro che mi richiama l'origine della gente che vive su questo altipiano e che veniva detta «cimbra».
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