Un autobus iperlussuoso sfreccia per le strade della Scandinavia e di
mezza Europa. I suoi passeggeri? Nientemeno che una comitiva di
aspiranti suicidi alla ricerca del luogo adatto per uno spettacolare
addio alla vita di massa. Ė questo l'oggetto di Piccoli suicidi tra
amici, romanzo di Aarto Paasilinna del 1990 (Iperborea, traduzione di
Maria Antonietta Iannella e Nicola Rainò), una rocambolesca avventura
che rovescia tutti i canoni, trasformando l'archetipo della ricerca in
un percorso volontario che non ha come fine la salvezza ma
l'autodistruzione.
Tutto inizia con un doppio suicidio fallito: nello stesso fienile, durante la festa di San Giovanni e i bagordi che ad essa immancabilmente si accompagnano, convengono inaspettatamente il direttore Onni Rellonen e il colonnello Hermanni Kemppainen; il primo è pronto a spararsi, il secondo viene sorpreso nel tentativo di fissare un cappio di nylon ad una trave. Rellonen e Kemppainen sostituiscono al macabro intento uno scambio di riflessioni dal quale traggono un reciproco conforto, pur rimanendo determinati a togliersi la vita. La sympatheia instauratasi fra loro, tuttavia, li convince che anche altri aspiranti suicidi potrebbero trarre giovamento dal confronto con persone ugualmente gravate dall'esistenza e decidono di convocarli da tutta la Finlandia con un annuncio su un giornale: Stai pensando al suicidio? Niente panico, non sei solo. Con l'aiuto dell'insegnante e vicepreside Helena Puusaari, i due organizzano a Helsinki un convegno che riscuote molto successo, durante il quale decine di Finlandesi scambiano esperienze, riflessioni, amarezze; al termine della riunione, un gruppo di impazienti suicidi improvvisa una fine di massa, ma l'esito fallimentare rende evidente che occorre organizzare tutto nei dettagli per una morte memorabile alla quale arrivare godendo pienamente della reciproca compagnia, serenamente e senza rimpianti. All'apparire di Rauno Korpela, autotrasportatore e aspirante suicida, la Libera Associazione Morituri Anonimi si ritrova a disposizione un pullman equipaggiato con tutti i comfort pronto ad accompagnarli all'esito comune, uno schianto fenomenale nelle acque dei fiordi, fra le montagne svizzere o nell'Atlantico. Inizia così un tuor macabro ricco di avventure ora prosastiche, ora paradossali, fra feste alcoliche, pesce essicato, salsicce arrostite e battaglie contro bande neonaziste, durante il quale i membri del gruppo stabiliscono legami forti e vivono emozioni fra l'esilarante e il tragicomico.
Arto Paasilinna sceglie come oggetto narrativo una situazione estremamente diffusa in Finlandia, dove il
tasso di suicidi è molto elevato e dove, come scrive nella sua
postfazione Diego Marani, la difficoltà di convivere con il ritmo
serrato della modernizzazione genera spesso un profondo disagio. Da
questo blocco di partenza, tuttavia, l'autore ha ricavato una storia
avvincente, capace di far riflettere su una problematica tanto
importante pur con una storia ironica, iperbolica e che spesso travalica
i limiti dell'assurdo, con l'acume del sarcasmo straniante che da
sempre sa scatenare interesse.
Piccoli suicidi tra amici è una lettura non sempre fluida: un po'la difficoltà di associare correttamente i nomi dei personaggi alle loro caratteristiche in un gruppo davvero numeroso di comparse, un po'il divagare in episodi secondari (come quelli aperti dalle favole dell'intrattenitore Seppo Sorjonen) rendono talvolta scivoloso il filo della narrazione, che, però, mantiene la sua piacevolezza e la capacità di tenere alta l'attenzione sul vero fine della vicenda, che sembra allontanarsi tanto più ad esso ci si avvicina.
Piccoli suicidi tra amici è una lettura non sempre fluida: un po'la difficoltà di associare correttamente i nomi dei personaggi alle loro caratteristiche in un gruppo davvero numeroso di comparse, un po'il divagare in episodi secondari (come quelli aperti dalle favole dell'intrattenitore Seppo Sorjonen) rendono talvolta scivoloso il filo della narrazione, che, però, mantiene la sua piacevolezza e la capacità di tenere alta l'attenzione sul vero fine della vicenda, che sembra allontanarsi tanto più ad esso ci si avvicina.
C.M.La vita d'ora in poi sarebbe stata in un certo senso gratuita, come avuta in dono, un di più. La si poteva utilizzare a proprio piacimento. Una bella idea.
I due compari constatarono filosoficamente che ogni giorno è per ciascuno il primo della vita che gli resta da vivere, anche se siamo troppo occupati per rendercene conto.
Non l'ho mai letto, ma mi ha sempre incuriosita.
RispondiEliminaCome stanno andando le tue letture ultimamente? Spero ti stiano riservando delle belle soddisfazioni.
È un periodo altalenante e talvolta mi trovo a dover rileggere a distanza di poco tempo, evidentemente sono poco concentrata. Tuttavia questi primi due mesi mi hanno riservato buone compagnie. Ora sto leggendo un libro molto diverso dagli ultimi, Finché il caffè è caldo di Toshikazu Kawaguchi, era da un po'che non mi davo ai bestseller di uscita recente. Spero che anche per te le letture procedano al meglio. :)
EliminaLessi Finché il caffè è caldo tempo fa. Sono molto curiosa di leggere le tue opinioni, quando e se deciderai di pubblicarle.
EliminaConto di scriverne molto presto!
EliminaQuesti autori "nordici" hanno qualcosa di particolare che mi colpisce sempre. Ne conosco appena un paio e Paasilinna non è fra questi. Mi piace questa sua ironia, prima o poi voglio leggerlo.
RispondiEliminaContinuerò a leggere suoi romanzi, ma più in generale continuerò a leggere gli autori scandinavi, che hanno davvero qualcosa di particolare... Per non parlare delle bellissime edizioni Iperborea, un ulteriore elemento di fascino. Paasilinna credo ti possa piacere, è elegante e graffiante.
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